La luna, il Casale e le Matticelle
Da quando mio marito ed io abbiamo conosciuto queste persone, la nostra vita è cambiata tantissimo. Dopo che qualcuno ci ha mostrato il mondo del buon cibo e del buon vino…nulla è stato più lo stesso. A cominciare dal fatto che mio marito, col tempo, è diventato sommelier e che fa parte del gruppo della Delegazione dell’AIS dei castelli romani, guidata dal bravissimo Fabrizio Gulini, che organizza, fra le altre cose, degustazioni, incontri ed eventi. Il mondo del vino è decisamente pericoloso. Perchè? Perchè una volta entrati, si viene catturati da un fascino irresistibile e irreversibile, da cui difficilmente ci si può staccare. Personalmente sono molto orgogliosa del fatto che mio marito sia sommelier, anche se ammetto che difficilmente lo seguo, dato che non bevo (ebbene sì!). In compenso mi piace moltissimo sentire tutti i profumi e gli odori del vino, quindi non è raro trovarmi a roteare maldestramente il bicchiere cercando di captare quegli straordinari segnali che i sommelier sanno interpretare con tanta maestria. Quando, qualche tempo fa, mio marito mi disse che la Domenica successiva avrebbe avuto un evento a Velletri, ho risposto con il solito, “va bene”, dando per scontato di rimanere a casa, se non che aggiunse, con molta tranquillità, “la giornata sarà dedicata al carciofo alla matticella”.
Non mi è parso vero: avevo sempre sentito parlare del carciofo cotto in questo modo particolare, ma non ne sapevo un granchè! Quando ho capito che c’era la possibilità di assaggiare vari piatti a basi di carciofo e soprattutto, vedere come veniva cotto, nella migliore tradizione degli imbucati ho chiesto di poter partecipare. Ho fatto non bene, benissimo: è stata una giornata splendida, interessante, golosa e ricca di informazioni.
Premetto che questa non è pubblicità nel senso convenzionale del terminale: non è il mio lavoro e non ho la competenza per farlo. Posso però parlarvi delle persone che ho incontrato, delle cose che ho visto e di quello che ho imparato, della passione della gente per un prodotto e della bontà di alcuni piatti. Allora sì, in questo senso faccio pubblicità. Posso raccontarvi che, nelle campagne di Velletri, c’è un posto che non ti aspetti, un’azienda produttrice di vino che si chiama La Luna Del Casale. La proprietaria mi ha spiegato che il nome è dovuto al fatto che si vede una Luna meravigliosa che condiziona ogni fase della loro esistenza. Sono partiti dall’acquisto di un casale diroccato e una piccola vigna e ora hanno una azienda giovane, avviata e una elegante location. Non posso dirvi molto sulla qualità del loro vino perchè non l’ho assaggiato. Ma scommetto sull’amore e sulla cura che ci metteno nel produrlo, dato che hanno dato il nome dei loro figli, Alessandro e Sara, a due dei loro vini..e il terzo vino, Sebastiano, è in arrivo. Con delle premesse così, un’azienda può solo crescere bene. Posso anche raccontarvi della bellissima visita alla vigna fatta con l’enologo (che è anche il proprietario). Ho imparato molte cose, nel giro di poco tempo. Difficile spiegarle tutte..vi consiglio di visitare una vigna! Però posso dirvi, con grandissima soddisfazione, che ho capito il motivo scientifico per cui i sommelier dicono che in un vino sentono l’aroma di lampone, di amarena, piuttosto che di gomma o di pane! Pensavo fosse un codice massonico..e invece c’è la spiegazione! Deve essere bravo l’enologo se poco ci è mancato che mollassi tutto per dedicarmi a coltivare la vite :)
Posso ancora raccontarvi di due persone speciali, Daniela e suo padre, Franco Salvatori. La prima, gentile e disponibile è anche un ottima cioccolataia (” in te vedo una grossa cioccolata” le ha detto una cliente appena l’ha incontrata). A Franco devo dire grazie per la pazienza con cui mi ha raccontato del carciofo alla matticella, della sua storia e per avermi mostrato come si cuoce. Abbiamo parlato per più di un’ora. Nei tempi passati, era usanza piantare una pianta di carciofo (qualità romanesco, ovviamente) alla fine di ogni filare di vite e i contadini, al termine della mattina di lavoro facevano colazione cuocendo i carciofi su una brace fatta dai legni dell’anno precedente, le matticelle appunto. Questo si ripete ogni anno, a Velletri, e spero che la tradizione non vada mai perduta. Il carciofo si condisce semplicemente con olio, aglio e mentuccia e, quando la brace è pronta, si inserisce per 2/3 circa nella brace fumante. Quando il fumo diminuisce in maniera evidente, vuol dire che l’olio del condimento ha bagnato troppo il punto in cui si trovano i carciofi ed è giunto il momento di spostarli: uno a uno e rigorosamente a mani nude. ” Cuocere il carciofo alla matticella è semplice e come tutte le cose semplici è difficile”: così mi ha detto Franco. Dopo un’ora circa il carciofo è pronto. Pensate che sia sufficiente? No, perchè bisogna anche saperlo mangiare. Normalmente va messo su una fetta di pane, dove deve cadere quel pò di olio rimasto. Si tolgono le foglie esterne più dure e bruciate, poi, man mano che si sfoglia, si comincia a mangiare la parte del carciofo vicino all’attaccatura, finchè si giunge a poter mangiare il carciofo totalmente morbido. E’ un sapore difficile da scrivere. Forse perchè si viene anche caricati da un’attesa spasmodica: il profumo del carciofo cotto sulla matticella comincia presto a spandersi e voi siete lì, ipnotizzati a guardarlo cuocere e a chiedervi quando sarà pronto. Vale la pena aspettare. Oltre ad aver assaggiato il mio primo carciofo alla matticella, ho gustato i vari piatti preparati dallo staff, fra cui, udite udite, il gelato al carciofo e mentuccia! Ebbene sì, ci hanno fatto anche il gelato, ed era davvero fresco e buono. In generale il carciofo è considerato inabbinabile, una sorta di croce per tutti i sommelier ma evidentemente qualcosa si può fare.
E quando si ha la fortuna di poter gustare il vino sotto il consiglio di un sommelier, conviene sempre farlo, perchè dietro quei gesti eleganti, il modo particolare di versare il vino, di farlo roteare, di sentire bene i profumi, non c’è la voglia di impressionare ma c’è tutta una cultura e una spiegazione che rende il bere il vino una esperienza per il palato. Mandare giù un bicchiere dietro l’altro non ci rende dei buoni bevitori ma solo delle persone distratte che, forse, maltrattano un pò il gran lavoro che c’è dietro la sua produzione.
Ho conosciuto poi Anita, giovane wedding planner con grande entusiasmo: mi sono innamorata subito dei suoi tulipani! Ditemi voi se non arricchiscono la tavola e la rendono speciale!
Vi confermo che ho trascorso una splendida giornata perchè sono tornata a casa sorridendo..anche se, forse il mio sorriso era in parte dovuto , complici quei ragazzacci dell’AIS, al dolcissimo Pedro Ximenez che mi hanno fatto assaggiare e più di una volta (e vi posso giurare che dentro ci ho sentito un odore intenso di fichi!!!)
18 Comments
tinny
13 Mag 2011 12:05 pm
Ciao cara, i tuoi post sono sempre splendidi…un pò d’invidia per i posti bellissimi che hai la fortuna di goderti, le persone…bello.
NOTA DOLENTISSIMA il fatto del tuo non-bere….un buon vino rosso, ciccia, ma neanche un sorsino? Un abbraccio.
Caris
Finora no, Tinny!!! Niente vino...però ti devo dire che il Pedro Ximenez mi è piaciuto sommamente!!!! HUmmmm quello me lo riberrei!!!
amichecuoche
13 Mag 2011 04:05 pm
Bellissimo post, ma anche io da aspirante sommelier che sono (ho fatto solo il primo livello per il momento..)non riesco ad accettare il fatto che tu non beva..però il Pedro Ximenez è già un inzio:-))Certo avere un marito sommelier, ma non bere!!Che strana la vita!I carciofi fatti in quel modo non li conoscevo..grazie ho scoperto qualcosa di nuovo anche oggi!Baci!
Caris
Mio marito infatti dice che DEVO assolutamente imparare...mi vuole portare sulla cattiva strada :))))) Che bello che sei sommelier!!!!!
Federica
14 Mag 2011 10:05 am
Atemia come me? Io neanche l’odore posso sentire del vino! In compenso ho gli occhi fuori dalle orbita davanti a quei carciofi…pure alla brace! Oh signuuuuuuuuuuuur :D! Un bacione, buon we
Caris
allora mi capisciiiiiiii!!!!!! Meno male!!! :))))
Massaia Canterina
15 Mag 2011 09:05 am
…Che bel post, Caris!
Eh sì…Un po’ di invidia la fai venire…
Un abbraccio
Elisa
PS: Se passi da me, è pronto il pdf di “Mai Dire Mais”, ed in più… un’alrta novità!
Ti aspetto!
http://massaiacanterina.blogspot.com/2011/05/mai-dire-basta-una-raccolta-che-finisce.html
Caris
Grazie cara..ora arrivo!!!
Rossella Viscito
16 Mag 2011 12:05 am
Mary cio’che hai raccontato mi ha reso felice e mi ha fatto un po’immaginare queste vigne bellissime e soprattutto questi carciofi equesti vini squisiti!!!!!!!!!!avrei voluto essere li!!!!!!!!!!immagino che bello!!!!ma la cosa che mi ha reso piu\felice e’che mi rendo conto sempre di piu\che spesso sono le cose semplici e gustose come il cibo,i vini e la natura ad arricchire le nostre vite e rendere ancora piu’speciale il rapporto umano tra le persone,marito e moglie,amici o conoscenti….una grande lezione di vita….grazie sorellina!!!
Caris
bello ros...sì..ti sarebbe piaciuto molto!!!!
Wine and the city | Cooking Planner
16 Mag 2011 05:05 am
[…] La luna, il Casale e le Matticelle […]
ziacrostatina
20 Mag 2011 08:05 am
Ciao Mary,ma sai che nonostante sono romana non ho mai assaggiato i carciofi alla brace ?!Ne ho sentito spesso parlare e sempre in modo entusiasta….tu sei una ulteriore conferma!!!!
Caris
Ciao ziettaaaaa!!! Che piacere vederti! Guarda, ormai se ne parla il prossimo anno...ma ad aprile maggio prossimo cvai a Velletri e scoprirai un cibo delizioso (tu vai che io vengo con te :))) )
ziacrostatina
20 Mag 2011 08:05 am
Mi vieni a trovare sul blog che ho aperto???
Ciao Mara
Caris
arrivoooooo
Semifreddo al Pedro Ximenez e cremoso di fichi | Cooking Planner
30 Mag 2011 05:05 pm
[…] non bevo! L’ho già detto…ma ho detto pure che ho scoperto un’insana passione per il Pedro Ximenez. Che devo fare???? Quel vino mi piace molto e l’altra notte mi sono messa a pensare ad un […]
Flower therapy | Cooking Planner
15 Lug 2011 01:07 pm
[…] :) ) e, pensa che ti ripensa, ho deciso di chiedere informazioni a esperti del settore! Tempo fa, in questa occasione, avevo conosciuto Anita una wedding planner: la chiamo e le chiedo se avesse delle idee da […]
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