Timpano di Pasta alla maniera dei Monzù
Maria Carolina d’Austria, tredicesima figlia di Maria Teresa D’ Asburgo, sposò nel 1768 Ferdinando I di Borbone, per rafforzare l’alleanza austriaca con la Spagna, governata dal padre di Ferdinando, Carlo III. In realtà ne lei era la sposa designata (doveva essere la sorella maggiore, che morì prematuramente di vaiolo) ne lui doveva essere l’erede al trono essendo terzogenito ma una serie di circostanze sfortunate li portarono alle nozze: lei bella, colta, raffinata e figlia di una delle donne con più senso politico della storia, lui con un’educazione rozza, poco curata, non bello (per il suo naso a forma di bolla era famoso per essere chiamato Re Nasone), abbastanza indolente ma di buon senso. Oggi diremmo una coppia malassortita, che ebbe però 18 figli (di cui solo 7 viventi) e che portò numerose riforme nel Regno (come la revoca del divieto delle associazioni massoniche), seguendo l’inclinazione di Maria Carolina verso l’Assolutismo Illuminato.
Maria Carolina prese in mano le redini del Regno, soprattutto dopo la nascita del primo figlio maschio (una clausola del Matrimonio, voluta da Maria Teresa, prevedeva che la regina entrasse nel consiglio di Stato dopo la nascita dell’erede al trono) . La Regina viene anche considerata una femminista ante litteram, essendo la promotrice del Codice Leuciano, in cui si prevedeva grande attenzione al ruolo della donna, tanto da sancirne l’uguaglianza con l’uomo. Non fu molto popolare, forse perchè il suo scopo era quello di trasformare il Regno in una base nel Mediterraneo per l’Austria o forse perchè tutte le riforme e le leggi non erano per il popolo ma per la sua ambizione.
Perchè vi parlo di Maria Carolina? Perchè questa donna è una figura fondamentale (e inconsapevole) per la storia e la tradizione della cucina italiana e in particolare per la cucina campana e siciliana. Infatti, quando si sposò, Carolina introdusse con insistenza i cuochi francesi, simbolo di eleganza e ricchezza, all’interno della corte borbonica, dando impulso all’ingresso della figura del Monzù nella case di tutti i nobili del regno. Il Monzù (Monsù in siciliano..e ne riparleremo), traduzione dialettale di Monsiuer, era molto più di un cuoco. Aveva un ruolo riconosciuto all’interno della casa, come artista che aumentava il prestigio della famiglia. L’arrivo del Monzù e delle ricette della cucina francese diede avvio alla fusione dei capisaldi della cucina d’oltrealpe con la tradizionale cucina campana e siciliana, con i risultati che noi fortunati possiamo gustare ancora oggi.
La storia dei Monzù è per me davvero interessante. Se penso al Monzù, il primo piatto (o capolavoro che dir si voglia) che mi veine in mente è il Timballo di pasta: ricco, succulento e esteticamente appagante rappresenta benissimo la necessità di stupire gli ospiti di una cena nobile. Ne parlavo poco tempo fa con Luciano Pignataro e gli ho chiesto una ricetta che ritenesse affidabile. Lui mi ha gentilmente inviato una nota di Raffaele Bracale, nota in cui è riportata una ricetta che non mi aspettavo : un timballo (o timpano) di pasta in bianco, senza sugo e con molte verdure, patate e formaggio. Dovevo provarlo e questo è il risultato. Vi lascio la ricetta anche perchè mi sembra adattassima per queste feste di inzio anno. Tra le cose molto interessanti che scrive su questo timpano con ragù di ortaglie, Raffaele Bracale conclude la sua nota con una frase”
“Mangia Napoli, bbona salute! E scialàteve!”
E per me quello “scialateve” è bellissimo!Ha un mondo di significato dietro, come spesso accade alle parole dialettali napoletane! E’ usatissimo nella famiglia di mio padre e lo uso anche io …diciamo che mangiando questo timballo l’espressione più adatta è “mi sto scialando”!
RICETTA: IL TIMBALLO ALLA MANIERA DEL MONZU’ (versione campana)
Ingredienti (per 6 persone)
- Due mazzetti di carote mondate,grattate ed affettate a rondelle
- 700 gr zucchine mondate,spuntate ed affettate a rondelle
- 700 gr patate sbucciate,lavate ed affettate a fettine da ½ cm di spessore
- 2 spicchi d’aglio mondato e tritato
- 2 coste di sedano verde, mondate, private dei filamenti e tagliate in tocchetti da 4 cm
- 2 grosse cipolle dorate, possibilmente di Montoro, mondate della prima tunica ed affettate sottilmente
- 3 etti di macinato di manzo
- un mazzetto di basilico lavato, asciugato e spezzettato a mano (senza coltello)
- Sale doppio un pugno ed una presa
- 1 bicchiere d’ Olio d’oliva e.v.o.
- 5 cucchiai di burro
- sale fino e pepe nero macinato a fresco q.b.
- Pane grattugiato q.b.
- 600 gr di rigatoni o candele spezzate
- 500 gr fiordilatte o provola in fettoline sottili da ½ cm. di spessore
- 2 etti di salame napoli in cubetti di ½ cm di spigolo
- 300 gr pecorino grattugiato finemente
Procedimento
In una pentola alta unire olio, aglio, carote, patate e zucchine mondate ed affettate. Aggiungere cipolle , sedano, basilico ed una presa di sale grosso. Lasciate stufare il tutto per circa venti minuti.Alla fine unire il macinato, bagnare con una tazza da tè d’acqua bollente e lasciar cuocere per altri quindici minuti; aggiustare di sale e pepe rimestando benissimo. Lessare molto al dente la pasta in acqua salata (pugno di sale grosso) ed aggiungerla allo stufato di ortaglie e manzo cosí ottenuto. Aggiungere i cubetti di salame, rimestare e mantecare a mezza fiamma con due cucchiai di burro ed il formaggio pecorino grattugiato finemente. Verniciare ed ingranire con un po’ di burro e con il pane grattugiato fondo e parete di uno stampo alto a calotta sferica, formare un primo strato di pasta condita ed aggiungete uno strato di fiordilatte o di provola a fettoline; formare un secondo strato di pasta condita,pressare un poco la pasta e spolverizzare di pane grattugiato, aggiungere alcuni fiocchetti di burro ed infornare in forno caldo a circa 180° per 15/20 minuti, lasciare gratinare per qualche minuto prima di servire ben caldo.
Vini: Corposi vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso,Campi Flegrei d.o.c., Taurasi), stappati un’ora prima di usarli, possibilmente scaraffati e serviti a temperatura ambiente (Se Luciano avesse, per il vino, ulteriori suggerimenti sarò lieta di aggiungerli… :D )
E infatti…ecco la proposta di Luciano per il vino : Exultet 2006 di Quintodecimo o il Vigna della Congregazione 2005 di Vigna Diamante!!!!
27 Comments
viola
30 Dic 2011 09:12 pm
che magnificenza questo piatto. Ti dico solo che a quest’ora mi hai fatto venire fame mannaggia ;)
Tantissimi auguri Caris, di vero cuore. Un bacione e a presto
Caris
Grazie Viola!!!!! Un buonissimo anno anche a te! Un abbraccio!
luciano pignataro
31 Dic 2011 07:12 am
Bravissima, chapeau! Per il vino sicuramente un grande fiano di Avellino con qualche anno. Ad esempio l’Exultet 2006 di Quintodecimo o il Vigna della Congregazione 2005 di Vigna Diamante.
Buon anno a te e a tutti i tuoi lettori!
Caris
Ti ringrazio!!! Una ricetta ottima...il timballo ha un sapore davvero favoloso e resta di una morbidezza avvolgente!! Aggiorno per il vino! :)
Federica
31 Dic 2011 01:12 pm
Sotto quella crosticina croccante c’è davvero un trionfo di gusto :) Come ti auguro che sia un trionfo di serenità il nuovo anno che sta per arrivare. Nel 2011 si è dato abbastanza, sarebbe il caso che la ruota tornasse a girare per il verso giusto. E io ci voglio credere ;) Un abbraccio tesoro, auguri con il cuore
Caris
sì...ecco..questo è un buon augurio! Non lo so se mi capiterà..ma me lo auguro e te lo auguro!!! Baciotti cara!
tinny
31 Dic 2011 05:12 pm
Che bel post che ha fatto signorina. Davvero molto interessante e stragoloso…molto stragoloso! Ti auguro un buon anno carissima, ricco di novità e magari di qualche mavaffa ben distribuito. Un bacione a tutti.
Caris
ossignur che augurio fantastico!! ecco, quello lì non me lo aveva mai suggerito nessuno..e invece ogni tanto... ;) grazie cara sei sempre mitica ! auguri anche a te!
Antonietta
31 Dic 2011 09:12 pm
Ho scoperto il tuo blog passando da quello di Luciano Pignataro che seguo assiduamente.Sono campana,vicino Caserta, San Leucio, Napoli insomma dove si respira aria borbonica.Complimenti per il blog, è uno di quelli raffinati che tanto mi piacciono. Complimenti per la ricerca storica e lo studio legato alla ricetta.Auguri per il nuovo anno
Caris
Grazie, le tue parole sono molto gentili e per me molto importanti! ...poi sapere che abiti vicino San Leucio ora mi fa molto effetto! :) sei un posto antesignano di tante cose! davvero benvenuta e buon anno!!!
Ilaria
01 Gen 2012 09:01 pm
Ma che bontà… deve essere una delizia unica…
Caris
Grazie...secondo me era molto molto buono!! e diverso dal solito! :)bacio
ziacrostatina
02 Gen 2012 02:01 pm
Mi piace tantissimo leggere la “storia” dei piatti…..
Auguri cara…
Caris
Anche a me!!!! :D me li fa amare di più!!!! Un bacio e auguri anche a te!
kiarina
02 Gen 2012 05:01 pm
Ciao caris! Questa ricetta la voglio provare, sembra squisita!!!! Complimenti e tanti cari auguri per un sereno 2012!
Caris
Anche a te carissima! e sono sicura che il tuo, di 2012, sarà dolcissimoe stupendo! un bacio a tutte e due!
Silvia
02 Gen 2012 09:01 pm
Che delizia questa ricetta…quasi quasi te la copio, buon Anno, un abbraccio SILVIA
Caris
ma certo Silvia!!! vedrai che ti piacerà!!!!!! baci e buon anno!!!!
Milen@
03 Gen 2012 08:01 pm
Sto scoprendo molte affinità tra alcuni termini del mio dialetto e quello napoletano: “scialatevi” lo diciamo anche noi e di certo rende bene la bontà di una ricetta così ricca e antica :D
Buon anno :D
Caris
Ub milena..ma di dove sei precisamente???
Fabipasticcio!
04 Gen 2012 09:01 am
Una vera meraviglia!
in attesa dell’Epifania ancora tanti tanti auguri.
Un abbraccio ai due cuccioli
Caris
Grazie bella! dai che fra due giorni c'è l'ultima scopracciata e ti farò tanti auguri anche io! (poi...passeremo ad attendere carnevale! ;) )
cubo
06 Gen 2012 01:01 pm
anche se non fa parte della tua tradizione, cercati la ricetta del sartù di riso, dal francese “sour tuout” sopra a tutto!
la storia vuole che i cuochi napoletani fossero proprio stanchi di questi benedetti francesi che facevano risotti a tutto spiano e … “senza manc’ ‘nu poc’ e pommarola!!!!”
quindi un cuoco decise di modificare il malefico e insipido risotto e trasformarlo al gusto napoletano: un po’ ragù, un po’ di mozzarella e un po’ di verde…. PISELLI!!!
all’inizio veniva preparato un risotto bianco, poi si aggiungeva il sugo, si metteva in una ciotola rotonda e capiente e lo si sistemava in modo da lasciare un vano al centro, all’interno del quale veniva messo tutto: mozzarella, la carne del ragù e i piselli. Tutto finiva sopra al riso e, non sapendo pronunciare il francese, divenne sartù!
Caris
si vede che sei intenditrice :D...in realtà Vale non solo ho trovato al ricetta del sartù (quella antica) ma taaante altre ricette dell'epoca che aspettano solo di essere provate...chi farà il sacrificio??? :D se vuoi poi ti ragguaglio!!! :D
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