Il Timballo di maccheroni ripieni
Negli ultimi giorni ho avuto molti regali e tante sorprese. Sono molto felice quindi di poter cominciare questo post, il primo del blog rinnovato, con ringraziamenti che, con un po’ di commozione, è impossibile non fare. Grazie ad un’amica tanto preziosa quanto brava, che con pazienza e generosità mi ha aiutata , supportata e sopportata nell’idea di cambiare l’aspetto del blog e ha ottenuto un risultato che non avrei nemmeno sperato. A Rossana devo molto… quanto sia brava in termini di cucina è risaputo ma lei è soprattutto una bella persona e sono fortunata ad averla conosciuta. Davvero grazie Ros… per tutto… gentilezza, dolcezza e prefessionalità come le tue sono cose rare da trovare, figurarsi poi tutte insieme e tutte nella stessa persona! Siccome la vita è strana, accade che in periodi difficili ci sia più di una persona che ti sorprende e ti rende la vita davvero bella e capisci come le piccole cose sono quelle grandi. Grazie a chi mi ha regalato la possibilità di confidarmi, un progetto su cui discutere e divertirsi, una ricette di anatra all’arancia che solo a guardarla mi vien fame e che non ha pensato un attimo a dirmi al volo “l’Alchermes?? Ma te lo mando io “(che sia in una città diversa dalla mia sembra che per lei non faccia differenza alcuna). Grazie a chi mi ha regalato di nuovo flickr… perché è contenta di farlo e senza un motivo particolare, spiegandomi Hamelman e le pieghe a fazzoletto (non le ho ancora provate ma lo farò) e regalandomi anche una foto invernale talmente bella da incorniciare. Infine grazie ad un’amica che ha capito tante cose leggendo una mia semplice frase e collegandola a cose dette tempo fa.
Detto questo… blog nuovo, vita nuova e vi racconto il frutto di piccole ricerche dell’ultimo periodo..partendo dal passato! Come avevo anticipato in questo post, mi sono appassionata alla storia della cucina italiana del ‘700 e dell’800, in particolare della storia dei Monsù. Di cose da studiare ce ne sono un’infinità e sono bel lontana dal poter dire di averne una visione completa ma intanto condivido qualche notizia.
Ovviamente la storia della cucina è intimamente legata agli avvenimenti storici in senso stretto che siamo abituati a studiare… tutto quello che riguarda la gastronomia è legato a quello che accadeva nel mondo e lo riflette e influenza. Fino a tutto il 500 l’Italia è il punto di riferimento nella gastronomia europea: i banchetti della penisola che duravano giornate intere, con carni e condimenti ricchissimi, tempi di cottura notevoli ( e altrettanto notevoli capacità di digestione richieste agli invitati, che non di rado potevano rischiare dei malori) erano l’esempio da seguire per le corti e la nobiltà, con la loro opulenza e teatralità nella presentazione. La cucina italiana era quella da importare e da imitare. Ma due avvenimenti cambiarono totalmente questa situazione fra il 500 e il 600: l’uso sempre più intenso dei prodotti provenienti dal Nuovo Mondo (zucchine, patate, pomodori, zucca, mais…una vera e propria rivoluzione in tutte le cucine europee) e la sempre crescente influenza politica francese. Nel 600 la cucina delle regioni italiche perde il primato che aveva e quella francese diventa simbolo di raffinatezze e potere. Durante il 700 poi, si sviluppa la concezione del banchetto d’oltralpe (influenzato dalla cultura illuminista), che rifiuta il codice dei banchetti italiani a favore di una cucina più raffinata, più sobria e più leggera, per cotture e presentazione (tenete presente che stiamo sempre parlando di cene con 30 o 40 portate…) e che tenga conto della buona salute anche a tavola. Via quindi ai potage, alle zuppe, alle salse delicate e morbide e allo studio della presentazione contemporanea di queste portate su tavolate enormi. Ogni cibo aveva una sua collocazione sul tavolo tanto che i commensali potevano assaggiare solo una parte delle portate (quelle nella loro “sfera di azione”), spesso in relazione al loro grado di importanza! Sul fronte italiano accade quindi che si guardi alla Francia come l’esempio da seguire e che, complice l’ingresso di alcuni cuochi francesi al seguito di principesse straniere, la figura che tutte le famiglie nobili, in particolare quelle del Regno delle Due Sicilie, vogliono alle loro dipendenze diventa il Monsù siciliano (contrazione dialettale del Monsieur francese) o Monzù napoletano.
Il monsù riveste un ruolo importante all’interno di una casa nobiliare: non è un semplice cuoco, ha un proprio appartamento, una propria forma di pagamento (poteva avere uno stipendio fisso, o uno a serata o anche un pagamento a richiesta…un libero professionista insomma). Quello che però accade, fortunatamente per noi che possiamo ancora godere dei risultati, è che i nobili siciliani esigono dal Monsù una rivisitazione dei loro grandi classici: non rinunciano infatti al sapore e alla tradizione della loro terra ma Obbligano i Monsù a creare delle pietanze che i uniscano il meglio delle due cucine. Nascono così quelli che diventeranno i grandi piatti ancora oggi acclamati, di cui il Timballo del Gattopardo è uno degli esempi letterari più rinomati. Altra cosa straordinaria, in termini di evoluzione della cucina, che accadrà soprattutto in Sicilia, è l’influenza che la cucina dei Monsù riuscirà ad avere sulla cucina popolare, sfruttando il fertile terreno di ricette articolate, nonostante la povertà (cosa che accadrà con minor facilità in Campania, dove la cucina delle popolazione era più semplice nella struttura). Quindi nasce una cucina che riesce a superare la storica divisione fra cucina povera e cucina nobiliare dando i natali a quella cucina da strada eppure così ricca e articolata, presente ancora oggi in Sicilia. Gli originari Monsù, rigorosamente francesi, istruiranno i volgari “cuochi di paglietta” siciliani ( e campani) al loro servizio, dando vita ad una scuola che sarà francese solo nell’origine ma che poi sarà portata avanti da grandi personaggi rigorosamente italiani. Due su tutti ebbero il particolare merito e primato di scrivere dei ricettari ancora oggi attualissimi: Vincenzo Corrado con il suo Cuoco Galante e Ippolito Cavalcanti con La Cucina Casereccia. Il Cuoco Galante fu pubblicato per la prima volta nel 1773 e fu ristampato diverse volte per poi però essere soppiantato dall’accattivante ricettario di Cavalcanti (che rispetto al a Corrado, scrisse in dialetto e rese comprensibile e fruibili ricette complesse anche a chi non era così colto e di nobili orgini come sia Corrado che Cavalcanti erano). Quello su cui ho potuto porre l’attenzione è stato però Il Cuoco Galante, grazie al bel libro a cura di Giorgia Chiatto (Vincenzo Corrado Il cuoco Galante edito da Malvarosa Edizioni) che ha svolto un lavoro complesso e molto interessante. Corrado, nel suo ricettario, non scrive dosi precise anzi, da’ per scontata una certa padronanza della cucina e dei suoi procedimenti. Giorgia Chiatto ha preso i suoi scritti e ha riportato le sue ricette al nostro tempo, con i nostri pesi e misure, cercando di rimanere in linea alle sue ricette ma adattandole al nostro gusto e possibilità di reperire gli ingredienti con facilità, permettendoci di apprezzare la straordinaria modernità di questo Architetto dei Banchetti.
Di ricette da provare ce ne sono tante…per prima però ho voluto riprodurre il Timballo di Maccheroni ripieni, un po’ perché l’aspetto invoglia un po’ per avere una diversa interpretazione di un piatto nobiliare così importante come il timballo di pasta (qui la precedente versione). Causa scioperi vari il mio macellaio (e quelli della zona) non avevano il pezzo di carne indicato nenanche a pagarlo a peso d’oro..quindi ho sostituito con un mix di carne trita (metà vitellone, un quarto vitello e un quarto maiale).
RICETTA: TIMBALLO DI MACCHERONI RIPIENI
Ingredienti (per 6-8 persone):
- 600 gr di pasta mezza frolla
- 500 gr di rigatoni
- Brodo di pollo (Il Corrado consiglia il cappone in realtà) per lessare la pasta
- 650 gr di lacerto (io, metà vitellone macinato, un quarto di di vitello e un quarto di maiale)
- 1 cipolla
- 1 carota
- 1 gambo di sedano
- 80 ml di vino bianco
- 200 gr di brodo
- Olio evo
- 1 cucchiaio di strutto
- 4 pomodorini
- 50 gr di gambetto di prosciutto crudo
- Funghi secchi a piacere
- Tartufo a piacere
- 2 tuorli d’uovo e uno per spennellare
- 80 gr di parmigiano
- Qualche cucchiaio di panna fresca
per la pasta mezza frolla:
- 500 gr di farina 00
- 190 gr di burro (o 140 gr di burro e 30 gr di srutto)
- 2 tuorli d’uovo
- 10 gr di sale
- acqua q.b.
Procedimento
Per la pasta mezza frolla:
Lavorate il burro freddo a pezzetti con la farina, formando un briciolame, aggiungete il sale, i tuorli d’uovo battuti e l’acqua gelata, pian iano, a cucchiaiate (circa 6/7); lavorate brevemente fino ad ottenre una consistenza compatta e domogenea, formate un panetto e metete a riposare in frigo per almeno un’ora.
Per il timballo:
In una casseruola fate soffriggere la cipolla con l’olio, lo strutto, il gambetto, la carota, il sedano, i pomodorini e i funghi secchi ammollati e scolati:aggiungete la carne e fatela rosolare, sfumate con il vino: aggiungete il brodo, fate raggiungere il bollore e lasciate cuocere coperto per 2-3 ore a fuoco dolce. Prendete la carne dal sugo e passatela al robot, legate con il parmigiano e con i tuorli d’uovo, regolate di sale e pepe ed aggiungete qualche cucchiaio di panna fresca, insaporire con un po’ di noce moscata. Mettete il composto in una sac a poche. Lessate i rigatoni nel brodo di pollo lasciandoli al dente e conditeli con una noce di burro. Riempiteli con il ripieno. E conditeli con il sugo di carne (tenete presente che dopo aver riempito i maccheroni, ho aggiungiunto alla carne avanzata un cucchiaio di concentrato di pomodoro e un pochino di acqua e ho lasciato cuocere leggermente per ottenere una “versione in rosso”…dato che di timballi in bianchi ne ho fatti abbastanza nell’ultimo periodo!). Dividete la pasta mezza frolla in due parti, di una più abbondante. Stendete la metà più grande e usatela per rivestire uno stampo a cerniera da 24 cm e alto (almeno) 10-12 cm. Sistematevi i rigatoni e condite con il sugo intramezzandoli con altro sugo e una spolverata di parmigiano. Preparate il coperchio e rivestite il timballo. Decorate a piacere, spennellate con un tuorlo d’uovo cuocere in forno già caldo al 180° per 35 minuti. Lasciare assestare 10 minuti prima di servirlo.
32 Comments
Sonia
31 Gen 2012 10:01 am
intanto complimenti per il nuovo look, proprio bello! poi complimenti per questo strepitoso piatto d’antan :-)) elegante, ricco e ben fotografato! complimenti davvero e un abbraccio :-))
Caris
Grazie Sonia!!! Sono emozionata per il mio primo messaggio qui!!!
Fabrizio aka Artèteca
31 Gen 2012 10:01 am
Partenza col botto della nuova grafica … complimenti … I love timballo.
Caris
I Love timballo toooooooo!!! Bello slogan!!! in politica sarebbe vincente!!!! :D Grazie Fabrizio!
claudia
31 Gen 2012 10:01 am
Vogliamo mettere la soddisfazione, per noi amiche e visitatori, di sfogliare un blog meraviglioso come questo?
Per soffrire guardando queste foto (assassine!) anche su Flickr?
;-)))
Caris
ehhh..guarda..fosse stato per me ma neanche un quarto sarei riuscita a fare! E le foto..beh...io passo le ore a guardare le tue!!! figurati un po'! le mie in confronto è come se non fossero caricate! COmunque grazie davvero!!!
Elvira
31 Gen 2012 11:01 am
Fiuuu questo post è una lezione di storia! BElla e interessante.
In bocca al lupo per la nuova partenza. E un abbraccio, di quelli veri.
Caris
io lo so che qualcuno mi ammazzerà!:D ma mi sono appassionata ed è venuto fuori così! prometto solennemente che i prossimi saranno più corti!!! :D
Lord
31 Gen 2012 01:01 pm
auguri piccola mia per la nuova “veste”, ti stai veramente affermando come “artista poliedrica”… ;-)
Bravaaaa!!! Ti amo!!
Caris
eheh...e nooooo!! Non mi posso prendere il merito ma sei tanto carino a dire così!!!!! Grazie grazie grazieeeeeee!
Edda
31 Gen 2012 05:01 pm
Timballo moooolto attraente e generoso….e mi sono appassionata leggendo tutti i dati storici, interessantissimo (grazie ;-)
Caris
Ecco..ora sto gongolando!! Grazie mille Edda!!!!
Diveramente Semplice
31 Gen 2012 06:01 pm
E’ fantastico il tuo nuovo Blog….Io devo trovare qulche anima Pia che mi aiuti a farne uno…..
Caris
ma lo sai che quando, per quello che posso, ti aiuto!!!
maria
31 Gen 2012 09:01 pm
Tanti auguri per il tuo rinnovato blog Caris!
Caris
Grazie Maria!! mi fa tanto piacere averti qui, lo sai!
Valentina
01 Feb 2012 12:02 pm
il timballo è un capolavoro e il nuovo sito è bellissimo, complimenti!
Caris
Ma grazie Vale!!!! é sempre una bella fatica cambiare tutto ma certe volte ne vale la pena!!! :)
Dada
01 Feb 2012 04:02 pm
Bellissimo post Caris, come sempre! E mi piace un sacco il tuo nuovo look:)))
Caris
Grazie Dada..sono contenta che ti piaccia!!!!! Baci
dida
01 Feb 2012 08:02 pm
Caris…complimenti per il nuovo sito davvero bellissimo!!!
e ancora di più per questo post che mi ha letteralemente conquistata, sono anni che ‘corteggio’ il timballo di maccheroni del Gattopardo e l’interesse per quel tipo di cucina e oggi con le tue informazioni in merito ne so qualcosa in più…grazie di cuore, il tuo timballo è davvero spettacolare già solo per le sensazioni che evoca al solo guardarlo…davvero brava!!!
un abbraccio
dida
Caris
Dida ma io ti ringrazio per queste cose così belle che dici! per il timballo del Gattopardo..la sola descrizione vale il libro...sembra che parli di una bella donna!!!! Grazie..sono felice che possa esserti utile il mio post!
Valentina
02 Feb 2012 07:02 am
ho un premio x te se passi a trovarmi!
Mascia
02 Feb 2012 10:02 am
Mi sono distratta un attimo e qui da te è tutto nuovo !! Bello Caris, mi piace tanto !
Questo timballo non è un piatto, ma un capolavoro !
Caris
Eh ma tu mi mancavi troppo!! benvenutaaaa!!!! E grazie mille!!!
Al mio primo ballo Cooking Planner
02 Feb 2012 10:02 pm
[…] ha quel libro sul comodino e che negli ultimi due mesi si sta facendo una cultura su timballi , Monsù e cucina sette-ottocentesca…parlare di quel libro è un invito a nozze. Come se questo non fosse […]
Gio
03 Feb 2012 06:02 pm
meraviglioso questo timballo!!!
Caris
grazie gio!!! :D
simonaskitchen
04 Feb 2012 09:02 pm
con calma mi leggerò il bellissimo post, intanto volevo dirti che ti ho nominata qui: http://simonaskitchen2.blogspot.com/2012/02/versatile-blogger-award.html
Simo
pasqualina
25 Ott 2012 02:10 pm
Ma l’ho visto solo ora….meravigliaaa!!!!
Caris
:DDDDDDD lo sai cosa ti aspettaaaaa!!!!!:*
Il timballo Pitagorico di Vincenzo Corrado | Cooking Planner
05 Mar 2013 07:03 am
[…] di timballi ne ho provati diversi tipi ( e che li avrei postati su un piccolo diario digitale, qui e qui) , anche se ad oggi quello classico del gattopardo mi manca. E’ certo che prima o poi […]
Leave a Comment