L’avventuroso viaggio delle uova fresche

Apr 10th

No, non è il titolo di un documentario che ha per protagoniste le uova fresche, della serie dal “guscio al pulcino: una magica avventura”. No. Non è neanche un omaggio al simbolo principe della Pasqua appena passata. Il fatto è che a lavoro capiti di parlare, oltre che di questioni lavorative appunto, anche delle nostre passioni e e dei nostri hobby … e neanche a farlo apposta tempo fa ho scoperto che un collega ha la passione del giardinaggio e coltiva alberi da frutto (si favoleggia delle sue albicocche! Le aspetto con ansia). Tempo fa, mentre stavamo lì a discutere di come ottenere frutti migliori, del momento ottimale per la potatura e di quale ramo tagliare,  il mio capo guarda fisso il diretto interessato ed esclama “ah, ma tu hai anche le uova fresche: perché non le porti così lei (che sarei io) può fare un dolce?” Il gentile collega ha raccolto l’invito con entusiasmo  e mi ha detto prontamente “dimmi solo quando ti servono”. Vi rendete conto da soli di quanto un dolce possa unire un team in ufficio!

Detto fatto, la mattina di due giorni dopo, mi ha portato 6 uova fresche, bellissime, bio nel senso stretto del termine..e alloggiate  in una busta da lettere. Lì per lì ero solo entusiasta e non ho pensato alla drammaticità della situazione e cioè come fare affrontare a 6 delicatissime uova fresche, con altrettanto delicatissimo involucro,  l’attraversata della città in metro, all’ora di punta,  fra turisti, pendolari, ragazzi che vanno in giro con zaini pericolosissimi etc etc.

Ad ogni modo, quelle uova dovevano varcare la soglia della mia cucina, quindi al momento di uscire ho avuto la bella pensata di usare la mia borsa come una specie di nido: l’ho aperta, ho sistemato le uova al centro, l’ho presa allo stesso modo di come avrei portato un vassoio a tavola e , conscia che avrei fatto una serie infinita di figuracce, sono uscita dall’ufficio. I primi 300 metri di marciapiede sono stati relativamente tranquilli: solo la gente che mi guardava esterrefatta avrebbe dovuto  turbarmi ma il timore di rompere le uova era più elevato. Quando ormai mi sentivo vittoriosa, felice che mancassero solo 100 metri all’ingresso della metro, vidi avvicinarsi una coppia, evidentemente scozzese, dato che lui indossava il classico kilt. Nulla di male, avevo sentito che c’era una partita di rugby o cosa simile, quindi la presenza di scozzesi  alle porte di una delle stazioni della metro più centrale che ci fosse in città era del tutto naturale. Peccato che quel giorno ci fosse molto vento. Peccato ancora che ci sia stata una folata improvvisa molto forte che ha fatto sollevare indecentemente il kilt di quell’anziano signore. Tutto d’un colpo ho potuto verificare che il detto sulla ehmm..diciamo libertà di costumi (anzi mancanza di indumenti intimi) degli uomini scozzesi in kilt, in quel caso corrispondeva al vero. Per la sorpresa ho fatto un salto indietro, facendo pericolosamente aprire ancor di più la borsa e cozzare le uova! “Oh my god, eggs!” ha esclamato lo scozzese! Anche io volevo dire “oh my god” ma mi son trattenuta perché non avrei certo nominato le uova ma ben altro. Le uova erano ancora lì e ho deciso di non rischiare ulteriormente e di tuffarmi nella metro.

Ovviamente, mai vista tanta gente! Tutti accalcati e io che portavo questa borsa con le uova come un carico prezioso! Ho avuto un attimo di panico all’avvicinarmi ai tornelli, perché già pregustavo la scena del dover prendere l’abbonamento, infilarlo nella malefica macchinetta, riprenderlo e via..tutto con una mano sola…ma il destino ha voluto che proprio quel giorno il controllore  fosse lì, vicinissimo all’ingresso. Il solerte funzionario, insospettito dalla mia borsa, mi ha tolto dall’imbarazzo di prendere l’abbonamento perché mi  ha guardato e mi ha detto “Signorina, venga un po’ qui” . E ti pareva, ho pensato. “cosa porta in quella brosa?” “ehmm..uova” . Non ho avuto di meglio da dirgli e in fondo era la verità. “Signorina, lei ha voglia di scherzare a quest’ora?” “no no..io ho veramente uova, guardi” …e ha guardato. Al che ha sollevato gli occhi dalle uova scuotendo la testa ” questa poi non m’era successa mai …. vada, signorina, vada” E non me lo sono fatta ripetere due volte.  Tra l’altro la metro è passata subito. La fortuna ha voluto che trovassi subito un posto a sedere! “evvai” ho pensato,  poggiando la borsa sulla gambe. Chiaramente avevo gli occhi dei passeggeri intorno a me piantati sulle uova. O meglio prima guardavano le uova, poi guardavano me, poi si guardavano fra loro! Dopo un viaggio che mi è sembrato interminabile, giunta al capolinea sono entrata in macchina e ho delicatamente posato la borsa sul sedile! Durante il viaggio verso casa le uova avevano vita propria. Sono uscite dalla borsa, sono scivolate più volte sul sedile seguendo le curve dolcemente, sono andate a sbattere l’una contro l’altra…  Un inferno, quel viaggio! Fortunatamente sono arrivata a casa, ho aperto la porta e..bum..Gatto mi è saltato in braccio, anzi sulla borsa! Fortunatamente per la sua incolumità, le uova non si sono rotte, altrimenti avrei commesso un gatticidio. Solo Albertino, vedendomi arrivare con la borsa gonfia e aperta in maniera strana (era a terra quindi non poteva vedere il contenuto) mi ha guardato quasi con indifferenza e mi ha detto “che cibo hai in borsa mamma?” Ecco, quando si dice la perspicacia…

Che ci si fa con delle uova fresche? Io ci ho fatto una torta della nonna, non una nonna qualunque..ma la nonna mia!!!! Lei di dolci ne faceva tantissimi

(e ne ho già parlato qui e qui) e questo era uno di quelli semplici ma golosissimi!

Per rifarla però, nonna mi perdonerà, ho usato la Pasta frolla di Santin, presa dal suo libro”pasticceria: le mie ricette di base”. Che quel libro mi piaccia si sa e pian paino me le sto provando tutte! Le dosi sono sempre esatte: questo secondo me è uno dei meriti maggiori di questo libro! Non si sbaglia mai!. Anche questa frolla non mi ha dato problemi, anzi l’ho trovata facilmente lavorabile! La torta è farcita con crema al caffè e amaretti indecentemente inzuppati nel liquore al caffè …..  I colleghi ringraziano!!!!

Di seguito lascio due ricette distinte: una per la frolla di Santin e l’altra per la torta!

Pasta frolla classica di Santin

Prep Time: 20 minutes

Ingredienti

  • 500 gr di farina (io 00)
  • 285 g di burro morbido
  • 140 g di zucchero a velo
  • 50 g di farina di mandorle
  • 2 uova
  • ½ baccello di vaniglia (io un cucchiaino di estratto homemade)
  • ½ cucchiaino di sale (Santin dice fior di Sale o Sale Maldon)

Procedimento

  1. Setacciate 250 g di farina nella ciotola dell’impastatrice o nella planetaria;aggiungete il sale, lo zucchero, il burro a pezzetti, i semini del baccello di vaniglia,, le uova e la farina di mandorle. Cominciate a lavorare a bassa velocità fino a ottenere un composto quasi omogeneo. Incorporate quindi il resto della farina setacciata e lavorate finché il composto non sarà omogeneo. Formare un panetto rettangolare e avvolgetelo nella pellicola alimentare; lasciate riposare la pasta frolla in frigorifero almeno 12 oreprima di utilizzarla.

Notes

Quando si lascia una pasta a riposare è sempre bene assicurarsi di darle una forma quanto più possibile bassa. In questo modo il raffreddamento del composto sarà più veloce; analogamente, al momento di riportarla alla temperatura adatta per la successiva lavorazione, si eviterà il rischio che si rammollisca esternamente, rimanendo dura e non lavorabile all’interno.

http://www.cookingplanner.it/2012/04/10/torta-amaretti-e-caffe/

Torta amaretti e caffè

Prep Time: 30 minutes

Cook Time: 1 hour

Total Time: 1 hour, 30 minutes

Torta amaretti e caffè

Ingredienti

  • 600 gr di pasta frolla (io di Santin)
  • 400 gr di latte
  • 100 gr di panna fresca
  • 4 tuorli
  • 150 gr di zucchero
  • 50 gr di amido di mais
  • 2 cucchiaini di caffè solubile (abbondanti)
  • 200 g amaretti secchi
  • Liquore al caffè (io usato quello che usava mia nonna..cioè il Borsci)
  • Caffè espresso
  • Acqua

Procedimento

  1. Preparare la crema: sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere la vaniglia, il pizzico di sale, l’amido. Scaldare quasi a bollore il latte e la panna e mescolare il caffè solubile; aggiungere a filo al composto di uova . Cuocere a fiamma bassa finché non si rapprende e far raffreddare.
  2. Stendere la pasta frolla e ricoprire una teglia da 24/26 cm imburrata e infarinata. Stendere la crema pasticcera al caffè. In una tazza versare il liquore Borsci, il caffè espresso e allungarlo con un pochino di acqua (le proporzioni vanno a seconda del vostro gusto personale). Immergere gli amaretti secchi nella bagna e posizionarli sopra la lo strato di crema fino a coprirlo completamente. Ricoprire con la pasta frolla avanzata. Cuocere in forno già caldo a 170° per circa 50/60 minuti.

Notes

va aggiunto il tempo di raffreddamento della crema

http://www.cookingplanner.it/2012/04/10/torta-amaretti-e-caffe/

LE VOSTRE FOTO:

La magnifica torta decorata, che ha per base questa torta, di Donatella

La torta di Daniel

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"