Ode al Pane
Ode al pane di Pablo Neruda
Del mare e della terra faremo pane,
coltiveremo a grano la terra e i pianeti,
il pane di ogni bocca,
di ogni uomo,
ogni giorno
arriverà perché andammo a seminarlo
e a produrlo non per un uomo
ma per tutti,
il pane, il pane
per tutti i popoli
e con esso ciò che ha
forma e sapore di pane
divideremo:
la terra,
la bellezza,
l’amore,
tutto questo ha sapore di pane.
Strano a cosa mi ha fatto pensare questo bellissimo contest, Bread Hunter (da cui mi aspetto di imparare molto)…ad una poesia. A Pablo Neruda che parla del pane. Di questa Ode al pane mi son sempre rimaste impresse due cose: la prima e l’ultima frase. Cominciamo dall’ultima. Neruda da’, a mio parere , la descrizione perfetta di quello che il pane rappresenta: terra, bellezza e amore. Altre parole, mille libri, sapienti tecniche non potrebbero descriverlo in maniera migliore. Basta guardare una fumante pagnotta appena sfornata e le parole che vengono in mente sono terra, da cui viene il grano, bellezza, intrinseca nella forma del pane, amore, quello che ci vuole per farlo e farlo bene.
E poi la prima frase: del mare e della terra faremo pane. L’universalità del pane è la cosa che sorprende e rassicura allo stesso tempo. E poi per me non potrebbe esserci incipit più bello che dire “del mare” faremo pane, perché amo troppo il mare per non capire quella frase. E un pane fatto dal mare ce l’ho, il pane del pescatore, fatto in un forno del mio paese di Origine, Sapri, ultimo paese della Campania e perla del Cilento. Il forno appartiene a dei miei cari parenti e quando posso vado a sbirciare, perché il laboratorio di un forno è uno dei posti più meravigliosi che esistano. Sembra di veder nascere la vita.
Questo pane tipico nasce dal mare, come dice Neruda, perchè i pescatori, nelle lunghe giornate passate in barca non potendo cucinare, mettevano le alici a cuocere sulla marmitta della barca sopra un foglio di stagnola, e poi le mangiavano con pane di grano duro! Da questa abitudine nel forno Zicca hanno creato “u pane ri pescatori”, fatto con farina di grano duro, acqua, sale, lievito naturale, alici sotto sale, olive verdi e nere e capperi (io ho trovato anche un po’ di peperoncino!). I tempi di lievitazione variano secondo stagione. D’inverno è di 4 ore. E’ un pane “resistente”, che dura per molti giorni e saporito. E non c’è cosa migliore che mangiarlo così, come viene, seduti sulla spiaggia a guardare quel mare da cui è nato.
Mando con piacere “u pane ri pescatori” alla banda di Gastronomia mediterranea e al loro contest Bread Hunters:
19 Comments
Valentina
20 Apr 2012 08:04 am
le tue foto e le tue parole sono davvero toccanti
Caris
grazie cara!! un bacione!!!!
SaleQuBi
20 Apr 2012 09:04 am
Bellissimo racconto e bellissime foto
fosse per me avresti già vinto il contest ;-)
SaleQuBi
20 Apr 2012 09:04 am
bellissimo racconto e bellissime foto..
fosse per me avresti già vinto il contest ;-)
Caris
Grazie...sei molto, anzi troppo gentile..ma quel pane merita davvero quindi mi prendo il complimento e gongolo! :)))
lydia
20 Apr 2012 09:04 am
Caris cara, hai proprio centrato in pieno la filosofia “bread hunter”.
Non conoscevo “u pane ri pescatori”, bello, bello, bello come la poesia di Neruda
Caris
Lydia..io appena visto il titolo del contest ho pensato a quel pane e a quella poesia! immediatamente..e non mi andava di aspettare a postare perchè di meglio, per me, non avrei trovato!!! Grazie a voi!!!!
Assunta
20 Apr 2012 03:04 pm
Lo so che sono di parte, ma come non amare questo fantastico territorio ed i suoi inimitabili prodotti? :-)
Caris
Assunta, tu sei fortunatissima a vivere lì!!! a me Sapri manca immenasmente!!! Un abbraccio!
Gio
20 Apr 2012 08:04 pm
una bella storia e un ottimo pane! :)
io non posso stare senza pane anche nelle diete più ferree che mi sono imposto il pane non riesco mia ad eliminarlo, fa parte del mio dna!
andrò alla ricerca del pane ri pescaturi
Caris
Come ti capisco..toglietemi tutto ma non il mio pane!!! Vale anche per me :DDD
Pasqualina
21 Apr 2012 04:04 am
Caris che bel post! Bellissime le foto, bellissima la poesia, bellissimo il modo in cui tu ci racconti questo pane di cui ignoravo l’esistenza! Sai che pane e alici l’adoro??? Segno la ricetta, sarà il prossimo pane che faró. Grazie!
Caris
ahahahPasqualina..pensa che ho detto a Teresa che dobbiamo provare a rifarlo!! allora anche tu entri nel gruppo a fare il pane del pescatore eh!!! :DDDD Baci!!!
Pasqualina
21 Apr 2012 01:04 pm
Puoi esserne certa!!!! Presente!!! Un bacio
Milen@
21 Apr 2012 09:04 pm
Non conoscevo questo pane ch emi ah conquistata per i suoi sapori forti e naturali :D
Caris
che bella definizione: sapori forti e naturali lo caratterizza splendidamente!!!! :D
tinny
21 Apr 2012 09:04 pm
Applauso!
Caris
:DDDDD che sei!!
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16 Mar 2013 03:03 pm
[…] Ah, la vita del pescatore. Avendo un papà nato Sapri (l’ultimo paese della Campania) ed avendo la casa dei nonni a circa 400 mt dal mare…di pescatori ne ho visti un bel po’ e ne ho sempre frequentati parecchi. Vi dico solo che Sapri c’è addirittura un pane a loro dedicato […]
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