Pici cacio e pepe su fagioli e ceci al fiasco
“Cucina di terra e di pane, che amministra il sale e le spezie che massimizza le cotture, quella toscana è una cucina che ragiona ad alta voce.”
Questa frase è nell’introduzione del bel libro La Cucina Toscana dei Calycanthi. Quando l’ho letta ho pensato che “cucina di terra e di pane” fosse la definizione migliore al mondo, per quella cosa straordinaria che è il cibo toscano.
Ho vissuto in Toscana per un anno, quando ne avevo 5. Ero piccola ma ho dei ricordi vivissimi dei cipressi di Bolgheri, delle stradine ordinate di Donoratico, della strada in salita per arrivare a Castagneto Carducci, dei funghi porcini che facevano bella mostra di sé nella cassetta (apprezzatissima) che ogni tanto ci regalavano. E del caldo sorriso della gente.
Ho vissuto così bene che è come se una piccola parte di me fosse rimasta lì quindi non riesco mai a considerare quello che riguarda la Toscana come altro da me …. sempre invece, come qualcosa che posso ritrovare facilmente in qualche angolo della memoria.
Come i pici di Patty, i protagonisti della prima sfida dell’MTC del 2013. Quando l’ho saputo ne sono stata contenta. Una ricetta che non avevo mai provato che mi era così familiare non poteva non piacermi. Considerando poi che la massima del mese è ” il picio a km zero” (con l’astice la Ale non ce lo vede proprio e fa benissimo!!!!) , si profilava la possibilità di provare cose tradizionali e robuste, che “ragionano ad alta voce” e che non aspettavano altro di essere provate.
Che pici a km zero siano, mi son detta. L’occasione era ghiotta per provare una cottura che con i pici c’entra ben poco, ma con la tradizione toscana sì: i fagioli nel fiasco. Me ne aveva parlato un amico, e Sale & Pepe di Settembre ne aveva fatto un bell’articolo. Nell’ottica di non buttare via niente, compreso il calore che la cenere del camino continua a fornire anche dopo che il fuoco è spento, i contadini toscani riempivano un fiasco (come quello famosissimo che simboleggia un certo Chianti), con i fagioli, acqua, olio e spezie e li lasciano per 3 ore o più sotto le cenere, facendo in modo che la forma ad ampolla crei un ambiente ricco di profumi, vapori, che non hanno modo di disperdersi se non attraverso le parti dell’imbocco della bottiglia lasciate scoperte dalla paglia inserita. Una sorta di alambicco culinario, che tiene racchiusi i profumi ed i sapori. Ebbene, i fagioli cotti nel fiasco non stanno benissimo col picio di tradizione? Secondo me sì!
Il particolare non da poco è che io il camino non ce l’ho e, quindi, neanche le ceneri dove inserire il fiasco. Problema non da poco, considerando che io proprio i fagioli nel fiasco volevo cucinare. In mio soccorso è venuto il giornale, che spiegava come spesso, oggi, si ovvia alla mancanza del camino, cuocendo a bagnomaria, con fiamma bassissima per diverse ore. Non sarà proprio la stessa cosa … ma almeno quello potevo farlo. Sia chiaro … trovare un fiasco è stata impresa non da poco, che ha richiesto il giro di uno svariato numero di supermercati (alla faccia del km zero)..ma dopo tanto penare, anche il fiasco che imbottigliava un non meglio identificato Chianti è giunto felicemente sul tavolo della mia cucina. Sui fagioli, ho fatto la prima eccezione! Avevo fagioli di Controne e ceci di Cicerale. Non sono toscani..ma fanno parte delle eccellenze campane e considerando che anche la Campania ha una parte preponderante del mio animo, ho stabilito che i pici non se ne avrebbero presa a male se avessi usato loro come fondo del piatto in cui volevo appoggiarli. La caratteristica di questi due legumi vuole che siano “tosti come pochi”(termine altamente tecnico che vuol significare che 18 ore di ammollo svariate di cottura sono sufficienti a poterli mangiare, senza trovarli minimamente sfaldati) e quindi le 5 ore di cottura a bagnomaria mi hanno fatto tanto ricordare la bellezza della cucina a km zero! Il tripudio di profumi che però usciva una volta tolto il tappo artigianale dal fiasco al termine delle 5 ore, mi ha ripagato di tutto!
La pasta cacio e pepe, così tipicamente romana e laziale, mi sembrava la fine ottimale per i mie pici di tradizione: 3 regioni con una ricetta, non potevo volere di più!
Ultimamente anche a Roma sto vedendo cose terrificanti sulla cacio e pepe: pasta che naviga in un mare di olio, con sopra il pecorino grattugiato e il pepe sparso ….. ecco, no, questo no…l’olio nella cacio e pepe non si può guardare, tantomeno gustare. A maggior ragione nei pici (anche se l’olio usato per l’impasto e per i fagioli era un ottimo olio toscano, monocultivar e di un verde intenso e brillante) avrei usato l’olio solo dove necessario!
Quindi, ecco la ricetta, che in realtà si compone di due parti: i fagioli e i ceci cotti nel fiasco (con procedimento preso da Sale & Pepe) e poi pici cacio e pepe su fagioli e ceci al fiasco.
Ingredienti
- 150 g di fagioli (io di Controne)
- 150 g di ceci (io di Cicerale)
- un ciuffo di salvia fresca ( io non l’avevo e l’ho messa secca)
- foglie di alloro
- uno spicchio d’aglio
- olio extra vergine di oliva toscano
- sale
- pepe
- acqua
Procedimento
- La sera prima, mettere i fagioli e i ceci in una ciotola, copriteli con abbondante acqua e lasciateli in ammollo almeno 12 ore (io 18, data la qualità). Al momento di cucinarli, eliminate gli eventuali legumi che galleggiano (io non ne ho trovato nessuno, ad onor del vero), scolate gli altri e sciacqua teli sotto l’acqua corrente.
- Prendete un fiasco (ideale quello tipico toscano da ¾ di litro) e , aiutandovi con delle forbici, togliete la paglia, conservandone un po’ per il tappo.
- Introducete nell’imboccatura del fiasco un imbuto e inseritevi i fagioli e i ceci. Aggiungete la salvia, l’alloro, uno spicchio d’aglio, sale, pepe, versate acqua fino a raggiungere i ¾ del fiasco e completate con l’olio evo.
- Tappate il collo del fiasco con un po’ della paglia tenuta da parte, in modo che il vapore possa uscire lentamente e procedete alla cottura: secondo il sistema tradizionale il fiasco con i fagioli va tneuto appoggiato, inclinato, nella cenere calda del camino per circa 3 ore, In alternativa si può immergere in un pentolone di acqua, appoggiando la base su un telo ripiegato più volte. SI mette poi il tutto su fuoco basso e si fa sobbollire per 4 ore (io 5), finché il liquido interno si sarà ben assorbito. Servite i fagioli con un filo di olio e una macinata di pepe.
Notes
al tempo totale va aggiunto il tempo di riposo in acqua dei legumi
Ingredienti
- 200 gr di farina 00
- 100 gr di farina di semola rimacinata
- 2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
- 1 pizzico di sale
- acqua – qb –
- un mestolo di fagioli e ceci al fiasco
- 40 g di pecorino per ogni 100 g di pasta
- Un mestolino di acqua di cottura per ogni 100 g di pasta
- Pepe
Procedimento
- Nota bene: la quantità di acqua è variabile dal tipo di farina che userete. In genere per questa quantità di farina un bicchiere o poco meno è sufficiente, ma sta a voi osservare quanta ne incorpora il vostro impasto per essere morbido e malleabile.
- La proporzione dell'uso delle 2 farine è sempre 2:1, ovvero due parti di 00 ed una di semola rimacinata che conferisce struttura all'impasto. In questa maniera non avrete bisogno di uova.
- Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
- Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
- Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.
- “Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
- Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.
- Fate riposare una mezzora avvolta nella pellicola.
- Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.
- Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
- Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
- Non vi si chiede di tirare pici lunghissimi. Onestamente lo fanno in pochissimi e alla fine la lunghezza non influisce sul sapore. Quindi non vi preoccupate di questo.
- Ricordate che la pasta cresce nella cottura. Il picio non deve essere troppo grosso altrimenti vi troverete con una pasta grossolana. La dimensione corretta è più o meno quella del bucatino.
- Il picio non è perfetto! Non deve esserlo.
- La sua bellezza deriva da bozze, schiacciature, diametro irregolare.
- Insomma, si deve sentire la mano della donna che li ha tirati. Inoltre, se vi si rompono mentre li fate, pace! Avrete dei pici cortini. Si mangia tutto! Non state a preoccuparvi del loro aspetto. Il picio è un canto all'imperfezione!
- Ricordatevi di spolverare i vostri pici con farina di semola o fioretto una volta fatti. Smuoveteli ogni tanto nella farina per fargli asciugare e non appiccicarsi. E scuoteteli con delicatezza prima di immergerli in acqua.
- Il picio è una pasta povera e di terra.
- Buttate la pasta in abbondante acqua bollente salata (se non è abbondate i pici si spezzeranno in cottura in piccoli pezzi, provare per credere).
- Nel frattempo, prendete un mestolo di fagioli e cei al fiasco (col loro liquido di cottura) e frullateli col mini piemer. Distribuiteli nei piatti di servizio (più o meno a seconda dei gusti).
- Da quando i pici salgono a galla, fate cuocere un minuto. Prelevate un po’ di acqua di cottura necessario per il “risottamento” della pasta e tenete da parte.
- Scolate la pasta e rimettetela nella pentola di cottura insieme all’acqua prelevata ed il pecorino. Fate cuocere, controllando e rigirando spesso per non far attaccare, finché non si formerà una crema. Condite con del pepe macinato. E versate accuratamente sulla passato di fagioli e ceci.
32 Comments
rosaria
13 Gen 2013 06:01 pm
i fagioli nel fiasco e pure i ceci!…che buoni e che idea usarli come base per i pici cacio e pepe…abbiamo avuto quasi la stessa idea ma la tua è molto molto più originale.
Caris
ma no figurati! in cucina è difficilissimo avere idee originali!!!! poi l'importante è la realizzazione, che cambia sempre e inevitabilmente!!!:))
manuela e silvia
13 Gen 2013 06:01 pm
Ciao, una ricetta gourmet che sa tanto di tradizione tra lazio e toscana! davvero fa provare! baci baci
Caris
Ma grazie a tutte e due!!!!Un bacio!!:)))
lagaiaceliaca
13 Gen 2013 06:01 pm
capperi! anzi, per meglio dire, fagioli!
questo piatto è un’opera d’arte, ti sei veramente sdata.
e poi i fagioli nel fiasco sono veramente un bontà
non so che dire, rimango basita!
Caris
ma grazieee! in relatà è il frutto di conicedenza! erano due o tre mesi che volevo fare quei fagioli...quindi mi è venuta l'occasione sotto mano!! baci!!!!
emmetichallenge
13 Gen 2013 10:01 pm
e questo è un piatto che parla “ad alta voce”, Grazia- è il commento che mi viene in mente e che, mi verrebbe da dire, quasi “urla” ad ogni frase che via scorre, mentre leggo il tuo post. Che è l’ennesima dichiarazione d’amore che tu fai alla cucina e al nostro gioco- e che fai con tutta te stessa, spendendoti ogni volta al massimo, senza mai risparmiarti. a dispetto di una realizzazione “povera”, il “concept” è alto, come intuisce chiunque abbia un minimo di conoscenza in campo culinario. E il rimpianto, mai come stavolta, è di non poter gustare questo piatto come merita, con tutti i sensi all’erta, perchè la vista non basta- ed anzi, semmai fa avvertire ancora più intensamente i limiti di questo mondo virtuale.
Straordinaria, sempre di più.
Caris
tu mi metti in crisi quando scrivi questi messaggi...sono più belli della maggior parte dei romanzi che ho letto ultimamente! vado a nascondermi vado!
Grazieee!
mamma papera
13 Gen 2013 11:01 pm
Caris che voglia di affondare la forchetta che voglisssssss <3 davvero una grande ricetta (amo i ceci ^^)
Caris
:DDDD grazie cara! davvero!!!!
Francy
13 Gen 2013 11:01 pm
Ciao Caris, sono rimasta molto colpita dalla tua ricetta. La tradizione che volevi portare nel piatto di pici è tutta lì, assieme alla tua passione sconfinata che dimostri in pieno (e non solo per la ricerca del fiasco!) Si impara sempre qualcosa di nuovo e interessante fra tutte le MTChallengers, ed ogni mese è un’emozione forte! a presto
Francy
Caris
Stamattina avete deciso di rendermi più felice la giornata..grazie davvero, siete carinissime!!!
mai Esteve
14 Gen 2013 03:01 am
già a cominciare dalle prime righe di questo post ho intuito tutto quello che c’era dietro, e infatti non mi sbagliavo.
Mi hai commosso con il tuo “pucho” di fagioli e ceci al fiasco, non è da tutti una ricetta così, proprio no… complimenti!
besos
Caris
Mi hai commosso tu invece!! grazie tante..anche se, dopo l'eleganza del picio..che vuoi che possa esserci!!!!
sandra
14 Gen 2013 01:01 pm
Caris Caris Caris!
i fagioli e i ceci nel fiasco, i pici cacio e pepe… e come si fa a competere con te? nemmeno con tutta la buona volontà! che meraviglia che sei!
Baci
Sandra
Caris
ma nooo! che dici!!!!una roba meno sofisticata non potevo farla:!!!! guarda che vedrai delle cose strabilianti!!!e poi anche tu...daiiii!
patty
14 Gen 2013 06:01 pm
L’ho letto stamattina ed ho avuto bisogno di farlo sedimentare o decantare o meglio, sobbollire piano piano come i fagioli nel fiasco. Hai fatto un lavoro enorme. Pensa che i fagioli al fiasco qui da noi non si trovano quasi più. Molti ristoranti ce l’hanno sulla carta ma poi alla fine sono semplici fagioli all’olio.Eppure li ho potuti mangiare una volta di chi li faceva in casa, ed è un’esperienza che non dimenticherò mai.
Sono ammirata e stupita dalla tua capacità di sfida, dalla tua voglia di metterti in gioco, e sempre le tue ricette sono da ricordare. Questi pici non aspettavano una fine migliore.
Ti abbraccio forte, Pat
Caris
grazie Pat! ancor di più perchè non mi sarebbe venuto in mente di fare i pici a mno..e invece ho scoperto che adoro farli! ho imparato qualcosa di nuovo e veramente bello!
Morena
15 Gen 2013 01:01 am
Che grande pazienza Caris! Davvero complimenti per la tua costanza, hai voluto raggiungere lo scopo che ti eri prefissata e ci sei riuscita alla perfezione!!!
Hai rivisitato una ricetta classica per renderla originale. Sei stata fantastica!
Io partecipo questo mese per la prima volta all’MTC e sono proprio felice di aver fatto i pici, grazie a Patty ho scoperto un prodotto che non avevo mai provato!
Dolce notte Caris,
More
Caris
ma sono molto contenta, morena, che partecipi anche tu all'MTc!!!non lo sapevo! davvero benvenuta! ne vedremo delle belle allora!
Kika
15 Gen 2013 08:01 pm
wow che ricetta! originalissima e anche buona! Si lo posso dire, anche se non li ho assaggiati , perchè amo tutti gli ingredienti che hai usato.
Brava
Caris
uh ma grazie!!! Un bacio grosso!
pasqualina
16 Gen 2013 12:01 am
Oh mamma…che lavorone!! Un piatto da sbavarci! Bravissima sister!!
Caris
:DDDDD grazie!!!!!
bacio grande!!!!
Mapi
21 Gen 2013 01:01 pm
Commoventi. Assolutamente commoventi.
Grandissima Caris!!!!
Caris
ma grazieee!bacioni Mapi!
Sarah
21 Gen 2013 05:01 pm
Ecco! Io ed i miei pici andiamo a metterci in un angolino… Che meraviglia, Caris!
Buona giornata
Sarah
Caris
ma no Sarah che dici!!non scherzare neanche!!!! Bacio e grazie mille!!!
Pici “Infernali”, il cibo e la Divina Commedia Cooking Planner
21 Gen 2013 07:01 pm
[…] ricetta dell’impasto dei pici la trovate nel post precedente. In questo caso ho aggiunto 50 g di farina di roveja (ottenuta, banalmente, usande il cutter […]
I pici del compromesso Cooking Planner
26 Gen 2013 07:01 pm
[…] Avevo appunto questi broccoli siciliani. Mi andava l’idea di una pasta rustica, non particolarmente elaborata ma rustica e saporita. Ho pensato quindi di usare broccoli, patate, peperoncino e pangrattato. Per ricordare alla lontana la pasta arri minata, mi è piaciuta l’idea di cuocere sia i pici che le patate nell’acqua di cottura dei broccoli. L’ho gustata con vero piacere: avete presente quel tipo di pasta che vi lascia un po’ d’olio sugli angoli della bocca ma che vi fa dire “prima la finisco poi mi pulisco”? Ecco, questa è una cosa del genere! Per la ricetta dei pici, andate qui! […]
Raffaella
28 Gen 2013 02:01 am
Sono una vera delizia questi tuoi pici! Una presentazione che sa tanto di casa e di semplicità ma che è al tempo stesso molto fine.
Complimenti e in bocca al lupo!
Caris
crepi:))) ti ringrazio molto per le tue parole gentili!!!!
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