Le collorelle di Caltagirone e Buon Natale!
Passato un buon Natale con famiglia, bambini, persone care a tanto buon cibo? Sì??
Bene, ne sono contenta! Qui, in casa Planner, si è festeggiato l’ultima vigilia nella vecchia casa e ora siamo entrati nel vortice del trasloco. Ebbene sì, ci si trasferisce in una nuova casa. Scelta bucolica, casa fuori città con grande giardino per vedere la piccola di casa correre stile figlia minore della sigla de “La casa nella prateria”. Scatole di varia dimensione mi aspettano a braccia aperte. Prossimamente su questi schermi.
Ma parliamo di cose più amene: le collorelle di Calatgirone. Dolci siciliani, tipici del Natale e visti qui (dove c’è un passo passo molto ben fatto, seguitelo). Non conoscevo questi dolci, ma quando Rossella me li ha mostrati me ne sono innamorata. Io non so che mi prende quando penso alla Sicilia. Ci sono stata solo una volta, per lavoro e ho visto Catania una sera, di fretta e male. Eppure sento continuamente la mancanza di una terra che non conosco. Saranno i libri letti da ragazzina (Galeotto furono Il Gattopardo e i Malavoglia) e quelli letti recentemente (Che Dio Salvi Montalbano). Sarà che qualche mese fa ho visto delle foto di una salina, di una riserva naturale, di un mare tanto bello quanto lontano. Eppure la Sicilia mi manca e quando vedo dei piatti di quella terra spesso e volentieri ho la voglia di ripeterli. E così è stato per questi dolcetti, dalla pasta rustica e buona fatta con lo strutto, e con il ripieno ricco e profumato.
In più, sono facili da fare e decisamente molto rilassanti. E’ che l’impasto è proprio bello, credetemi.
Non me ne vogliano i legittimi inventori se ho fatto una variante personale durante l’assaggio: verso la fine del post si spiegava che una volta nel ripieno si usava il vino cotto. Bene, la mia testa, un po’ strana lo so, ha fatto un collegamento con ‘mele i fichi (la melassa di fichi) calabrese, che vino cotto non è, miele nemmeno ma che nel retrogusto e nel colore ricorda entrambi. E allora ho accompagnato una delle collorelle con qualche goccia di questo oro nero di Calabria. E Buon Natale.
Ingredienti
- 1kg. di farina 00 (con la metà ne vengono una quantità industriale, regolatevi!)
- 250 gr. di strutto ( t.a.)
- 100 gr. di zucchero
- acqua q. b.
- 1kg. di mandorle sgusciate
- 900 gr. di zucchero
- cannella
- noce moscata
- le zeste di 3/4 limoni medi
- mezza tazzina di brandy
- un uovo intero
- 4 albumi
- semi di vaniglia
Procedimento
- Impastare tutti gli ingredienti aggiungendo acqua q.b. per ottenere un impasto liscio, omogeneo e morbido.
- Lasciare riposare la pasta tutta la notte in una ciotola sigillata con la pellicola.
- Tritare al cutter le mandorle molto finemente, aggiungere lo zucchero, gli aromi ( secondo il gusto personale),le zeste di limone, l'uovo intero e gli albumi, formare un impasto morbido che non si sbriciola, eventualmente aggiungere un'altro po’ di albume, infine il brandy.
- Formato l'impasto lasciare riposare tutta la notte.
- Preparazione:
- Impastare "la conza" ( il ripieno ) con le mani leggermente unte di olio di semi, e formare come dei lunghi serpenti.
- Mettere da parte.
- Dividere la pasta in parti.
- Stendere le parti con il mattarello prima e poi passarli nella trafilatrice partendo dalla prima tacca, fino al n° 5 con la mia planetaria, con l'Imperia al n° 4.
- Formare delle lunghe strisce.
- Arrotolare le strisce di pasta con il ripieno.
- Tagliare le sezioni in base al tipo di collorella che vogliamo fare.
- A questo punto, utilizzeremo le pinzette per fare i pizzichi che decorano la collorella.
- Dobbiamo incidere la superficie e creare dei piccoli pizzichi e tirarli fuori senza bucare la pasta.
- Preriscaldate il forno, infornare le teglie a 200 ° per 15 minuti c.a.
- Non appena la base delle collorelle è dorata, sono pronte.
- La superficie deve rimanere pallida.
3 Comments
rossella cali
26 Dic 2013 09:12 am
Ah la Sicilia, profumo di zagara, terra mia…
Culla di passate e varie dominazioni come quella dei remoti Fenici, Greci e Bizantini e dei “più vicini” Normanni, Spagnoli ed Austriaci.
Miti, leggende e tradizioni sacre e profane affondano nelle tradizioni greche,
provocano nel visitatore suggestione ed emozione.
La Sicilia è cultura, patria di filosofi, santi, artisti, scienziati e poeti, tradizioni e valori.
A tutto questo si unisce la maestosità dello splendore ambientale, la bellezza del mare e delle sue montagne, la magnificenza dei monumenti,e la bontà della cucina unita alla cordialità e un forte senso dell’ospitalità dei suoi abitanti.
Ecco perché chi viene dalle mie parti resta folgorato, colpito nell’anima!
Grazie Maria Grazia per la fiducia, felice che ti siano piaciute.:-)
Caris
Molto, grazie mille!!!
Rosy
19 Dic 2019 01:12 pm
Gli impasti vanno lasciati a riposare tutta la notte in frigo oppure a temperatura ambiente?
Il ripieno con l’uovo, fuori dal frigo per una notte non si rovina?
Leave a Comment