Lei balla, non da sola.
La Pasionaria balla. Balla per casa, balla quando siamo in macchina, balla nei negozi, balla quando camminiamo per strada. Insomma, lei balla, e non da sola, perché quando posso la seguo (limiti di decenza permettendo). Passione che aveva fin da piccola, mi ero ripromessa di segnarla ad un corso di danza appena l’età avesse permesso, e così è andata.
Questo è stato l’anno del primo anno di danza classica, giocodanza per la precisione.
Lezioni, tutulette, scarpette, chignon e forcine sono entrati prepotentemente nelle nostre vite, per la mia gioia lo confesso: ho un , piccolo, passato di ballerina anche io e mi fa un certo effetto vederla con le mezze punte. Potete anche dire che riverso le mie passioni su di lei. Forse. Sta di fatto che balla in qualsiasi posto e allora ho approfittato.
Sono passate un paio di settimane dal saggio, ho avuto il tempo di metabolizzare e ora posso raccontarlo senza lasciare la striscia di lacrime dietro di me.
Hummm, no, non è vero, ancora mi commuovo ma ne parlo lo stesso. L’ho adorata. Tutto, dalla punta dei piedini, alla forma delle mani, dallo sguardo di preoccupazione lanciato alla compagna che non era a tempo, al pericoloso ponte fatto per far passare una bimba sotto di lei! Interpretavano delle gattine dispettose. Mai ruolo scelto fu più appropriato. Lei, spesso al centro e in prima fila, e io, mentre applaudivo che tutti i fan di Lady Gaga messi insieme mi fanno un baffo. Praticamente come se avesse appena fatto l’assolo del cigno nero, modello Svetlana Zakharova. Gonfia di orgoglio come pochi, la guardavo mentre eseguiva i suoi passettini, le sue piccole giravolte e soprattutto mentre moriva dalla voglia di farmi un ciao ciao con la mano (ma si è trattenuta, come da ordine della maestra)! Mi lanciava solo grandi sorrisi di straforo: e io lì a crogiolarmi di tenerezza.
Anche perché, credetemi, la preparazione è stata intensissima: prove, controprove, prove generali con e senza costumi. Io, che ho la manualità di un bradipo un po’ tonto, ho dovuto anche cucirle alcune parti del tutù e applicare targhette col nome ovunque (non solo quelle adesive, no, quelle di cotone con il nome: volevo morire).
Il giorno del saggio ho avuto un’ansia da prestazione impressionante: avevo paura di scordare le varie cose necessarie, specie l’ occorrente per trucco e parrucco. Un grazie infinito va alle altre mamme, perché, diciamolo, senza di loro avrei fallito miseramente. Per tutto quest’anno, durante le lezioni, noi ci mettevamo sedute al bar a chiacchierare. Con uno sforzo di immaginazione enorme, parlvamo per il 98% del tempo delle piccole ballerine. Il restante 2% mangiavamo qualcosa. Ecco, ogni tanto portavo loro qualche dolcetto. E una delle ultime cose, portate quando l’ansia ci consumava, era il croccante di semi di sesamo, tratto dal libro Tradizione in evoluzione, di Leonardo Di Carlo, tanto per cambiare (sì, potete dirlo).
Io lo adoro. Vale la pena tentare. In questa ricetta Di Carlo usa, come componente grassa, il burro di cacao. In altre usa il burro. A breve farò le prove, per verificare eventuali differenze!
Ingredienti
- Sciroppo di glucosio (Di Carlo indica 38-4’ DE) 200 g
- Zucchero semolato 250 g
- Sesamo riscaldato (60°) 200 g
- Burro di cacao 12,5 g
Procedimento
- Portare a bollore in un pentolino di acciaio doppio fondo lo sciroppo di glucosio su fuoco dolce, aggiungere poco per volta lo zucchero semolato e mescolare fino a completo scioglimento.
- Arrivati a 160-170°, aggiungere fuori dal fuoco i semi di sesamo, riscaldata assieme al burro di cacao (comodo con il microonde), rimestare con cura fino a completo scioglimento della materia grassa, rimettere sul fuoco finché il caramello si stacchi dai bordi.
- A questo ho tolto il pentolino dal fuoco e versato il composto su un foglio di carta forno. Ho coperto con un altro foglio e ho steso con il matterello fino allo spessore desiderato.
- Con degli stampini di metallo e un martello ho dato una prima formatura, senza staccare del tutto. Ho aspettato che tutto si freddasse bene e ho rimesso le forme. Una vigorosa martellata ha creato tutti i miei croccanti..ma anche senza forme particolari può andar benissimo
Notes
al tempo totale va aggiunto il tempo di raffreddamento del composto.
10 Comments
Rossella
10 Lug 2014 06:07 am
Bella bella bella, no, dico a lei, questa bellissima bimba che muove i primi passi in un mondo meraviglioso, e tu mamma stupenda, hai ragione di guardarla con orgoglio!
Il sesamo? Perbacco è la nostra giuggiulena, per noi cubaida,( croccante ai semi di sesamo)!
Un bacione a entrambe:-)
Caris
ma io non sapevo si chiamassero così!!!! ma quanti altri croccanti avete? devo indagare!
LaGio’
10 Lug 2014 08:07 am
l’emozione che si prova posso solo immaginarla leggendo le tue bellissime parole!! chissà che bei momenti :-))))
Complimenti alla Pasionaria che cresce sulle punte…ed alla sua mamma!
Caris
Grazie <3
gaia
10 Lug 2014 11:07 am
Che emozione!!
bella la pasionaria e tanto dolce, in queste foto!!
Per il resto.. adoro il croccante di semi di sesamo.
Dici che riesco a simulare il glucosio con un po’ di sciroppo di zucchero? devo trovare le dosi giuste, però..
:-)
Caris
Gaia, il glucosio serve a farlo restare morbido pur mantenendo la croccantezza. ho apura che non sia facilmente sostiuibile 8certo, può sempre provarci ma non vorrei che venisse troppo duro..però fammi sapere!)
Rossella
12 Lug 2014 05:07 am
In tutta la Sicilia se ne preparano varie specialità, zucchero, miele sono alla base,con mandorle o sesamo,o pistacchio. Nella Sicilia orientale la chiamano ‘giuggiulena,( sesamo),in quella occidentale gli danno semplicemente il nome di cubbàita che può essere preparata con il sesamo, con le mandorle o con i ceci.
ciaoo
Caris
pistacchio....hummmmmmmm
lagaiaceliaca
12 Lug 2014 12:07 pm
mi sono commossa anche io… e le tue splendide foto non aiutano, a trattenere le lacrime intendo.
sono bellissime, piene di amore e di poesia!
bravissima la Pasionaria, ma bravissima anche la sua splendida mamma
Caris
grazie <3333
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