Pepe in grani: la definizione di Pizza
Pepe: Nome comune delle spezie ottenute dai frutti delle piante del pepe, e in partic. della specie Piper nigrum, che fornisce sia il p. nero, una delle spezie più usate e conosciute sin dall’antichità greco-romana, costituito dai frutti immaturi disseccati, in forma di granelli di 3-6 mm di diametro, con superficie rugosa e sapore e odore acri caratteristici, sia il p. bianco, ottenuto dai frutti maturi privati del pericarpo dopo macerazione in acqua (cit. La treccani).
Pepe in grani: sinonimo di Pizza. Quella con la p maiuscola, fatta con passione e dedizione senza risparmiare nulla, ma proprio nulla, sugli ingredienti. Pepe in grani, oltre che di pizza, è anche sinonimo di Franco Pepe, ovvero colui che, recentemente, mi ha fatto emozionare col suo mondo.
Che esagerazione, direte. Emozionarsi per una pizza. In tempi in cui è difficile emozionarsi per qualcosa, assaggiare in pieno inverno una pizza con quelle pacchetelle, per cui ti convinci di non aver mai assaggiato il pomodoro prima in vita tua, o la pizza fritta con dentro ricotta e nero casertano senza che un alone di olio chiazzi il piatto, sì, mi ha fatto emozionare. Ma non è solo questo.
La mia degna compagna di avventura ed io siamo arrivate da Franco convinte semplicemente di mangiare una pizza, pur eccellente, e invece siamo state coinvolte in uno splendido pepe in grani tour. Franco sta portando avanti un progetto a tutto campo, dall’origine dei prodotti che usa, alla ricerca, alla sperimentazione senza mai dimenticare di portare avanti quel bagaglio dato dalla tradizione di famiglia. E non solo: ci sono due camere eleganti e raffinate, di design minimalista (tanto che il nostro unanime commento è stato “sembra di essere a New York”) ma fatte rigorosamente da artigiani di Caiazzo. Anche qui, dove c’è Franco, c’è Caiazzo e credo che sia la cifra di tutto il suo lavoro. Lo si può verificare in ogni angolo del locale, in ogni scelta fatta, in ogni particolare presente. E se la prima impressione è quella che conta, la pulizia estrema del tutto colpisce appena entrati. Io poi ho avuto la fortuna di dare una sbirciatina alla camera di lievitazione, dove sono stata avvolta dal profumo dell’impasto: l’odore del lievito ma non assale per nulla mentre quello sprigionato da tutte le pizze che riposano, fa venire una gran fame.
Posso solo consigliarvi vivamente di visitare questo borgo in provincia di Caserta e di andare a provare uno dei menu degustazione di Franco pepe e del suo staff. Il problema però è uno: dopo, la pizza non sarà più la stessa. E lo dice una romana che tenta disperatamente di far capire ai suoi concittadini che la pizza napoletana non è quella che ti offrono nel 95% delle pizzerie capitoline, dove ormai si può scegliere fra pizza romana (una sfoglia biscottata) e una sedicente pizza napoletana (tanto alta da sembrare una focaccia). Purtroppo compromessi non ce ne sono: la vera pizza napoletana la mangiate a Napoli. O vicino Caserta, da Franco Pepe.
Vi lascio con qualche immagine (poche e non belle quanto i soggetti avrebbero meritato ma, voi capite, i commensali non avevano alcune intenzione di far freddare quel ben di Dio).
Pizza fritta con ricotta e nero casertano: e il tavolo ammutolisce.
Pacchetelle: pomodoro San Marzano “e pacchetelle”, mozzarella di bufala dop, olio evo varietà caiazzana: il sole nel piatto e lo si mangia anche.
La riccia nera ripiegata: sfiziosa al limite della decenza
Calzone con scarola riccia: gusto che non finisce mai
L’alletterata (tonno alletterata, crema di cipolla di Alife, mozzarella di bufala DOP, sedano cotto in ghiaccio..e questa, credetemi, vale il viaggio!
4 Comments
gaia
08 Gen 2015 11:01 am
invidiaaaaa sana.
Caris
eh sì:DDD
florinda
11 Gen 2015 05:01 pm
Caris…sto puntando Franco Pepe da un annetto ormai…le tue foto colpiscono direttamente le papille gustative! Grazie :)
Caris
Guarda, non si può non andare da Franco senza restare con i rimorsi di coscienza:DDD
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