Parigi: e al diavolo il resto
Solo per due giorni, un sabato e una domenica. Ma sono due mesi che aspetto e non reggo più l’attesa. Vorrei poter dire che starò lì per molto più tempo ma per ora mi accontento. Devo farlo.
Sarà perché è passato un periodo in apnea, sarà perché al capo devi dire che c’è un problema e contemporaneamente portargli la soluzione, sarà che lui è tranquillissimo e tu non dormi per trovarla, quella soluzione. Sarà che non c’è più tempo per te, quando i tuoi figli hanno tutto il tempo per loro, ed è giusto che sia per loro. Sarà che ogni tanto si vorrebbe scoppiare senza sapere cosa ne verrà fuori. Niente, con grande probabilità.
Sarà che per caso ascolti alla radio questa canzone, e non ne capisci neanche una parola ma guardi il video e ti basta. E sarà che inizi a sentirla per un mese intero, sempre, sulla metro, per imparare quelle parole che hanno il suono che fa per te. Se incontrate una a Roma con le cuffie e che canta in francese, non abbiate dubbi, sono io.
E poi c’è il Bataclan. E i morti in Siria. Che la testa s’è fermata solo per un minuto. Ma il cuore no, quello continua per fatti suoi e allora si va, perché c’è Parigi, e il Louvre, e l’Orsay, e Proust, e Oriane Guermantes, e Albertine, e Romain Gary, e Conticini, e Michalak, e Chris Adam, e Yann Couvreur, che sembra che le nuove generazioni di pasticceri francesi li scelgano prima in base a sguardo e prestanza, poi per il grado di genialità.
C’è mia figlia che mi dice “ti prego non andare dai terroristi” e io che rispondo “ti prego, non chiedermelo”.
E allora vado, anche se per poco.
E torno, con la testa più là che qua perché non riesco neanche a spiegarlo cosa sia Parigi per me.
Poi, magari, provo a spiegarlo.
E pensando a Parigi, ecco i Kipferl di Felder (già, c’è anche lui) che fa a Natale; un po’ classici e un po’ no, con l’aggiunta di un cucchiaino di Pandan, appena arrivato da Singapore grazie ad un’amica, che vorrebbe il Pandan come il nuovo petite robe noir delle ricette di questi giorni. E l’avrà.
E i kipferl sono di una bontà inenarrabile. Fateli e passerete delle piacevoli serate ad attendere Natale.
Ingredienti
- 35 g di zucchero semolato
- 1 stecca di vaniglia
- 120 g di burro morbido
- 140 g di farina
- 60 g di polvere di mandorle
- Un cucchiaino di Pandan
- 35 g di zucchero semolato
- 1 stecca di vaniglia
- 120 g di burro morbido
- 140 g di farina
- 60 g di polvere di mandorle
- 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
Procedimento
- Preriscaldare il forno a 170 gradi. Versare lo zucchero semolato nel mixer, aggiungere la stecca di vaniglia e mixare fino ad ottenere uno zucchero molto vanigliato. Setacciare lo zucchero, unire il burro, la farina, la polvere di mandorle e la vaniglia liquida (o il Pandan). Mescolare l’impasto con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una pasta omogenea. Lavorare questa pasta con la mano in modo da ottenere una palla. Dividetela in quattro pezzi. Sul vostro piano di lavoro leggermente infarinato, formate dei salsicciotti allungati. Allineateli e tagliateli in pezzi regolari di circa 2 cm. Arrotolateli in forma di cornetti regolari. Metteteli in una placca da forno leggermente infarinata, (oppure su teglia microforata con silpain o silpat), infornateli e lasciateli cuocere per circa 15 minuti.Una volta freddi, passateli nello zucchero a velo.
5 Comments
Alice
10 Dic 2015 11:12 am
Che bello quello che hai scritto di Parigi, hai fatto venire voglia anche a me…con tutto che è un po’ che ci penso. Se poi mi citi Proust, come resistere al fascino della Ville Lumiere? :-)
Anche io vorrei fare i kipferl, ma con le nocciole…spero di riuscirci prima di Natale. Senti ma…il Pandan che spore ha?!
Caris
il pandan assomiglia alla lontana al cocco (e infatti mi dicono che con il cocco è la morte sua :D)
Chiara
11 Dic 2015 11:12 am
Bel post ! Anche a me , Parigi ha rubato il cuore ….
Un saluto , Chiara
Caris
grazie <3
perladarsella
14 Dic 2015 10:12 am
Non so se son più belli i kipferl o quello che hai scritto…
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