Lagane e ceci per l’mtc di Gennaio!
Non potete immaginare la mia felicità quando ho saputo che la Vitto aveva nuovamente vinto l’mtc.
Punto primo: è di una simpatia travolgente. Incarna tutto ciò che un genovese deve essere, belin nel parlare compreso.
Punto secondo: è l’autrice di una delle gare dell’mtc che ho amato di più. Ovvero quella sua Pasqualina, torta che rimane fra le mie preferite
Punto terzo: sapevo che avrebbe tirato fuori una gara di sostanza.
E così è stato: il minestrone e la zuppa. Ci capiamo? Argomento stupendo, tutto di tradizione ma apertissimo a sperimentazioni. Concreto e fantasioso alla stesso tempo. E, ditemi voi, c’è un argomento più adatto a Gennaio?
E allora, cara la mia Vitto, eccomi qui. Io proprio dalla mia tradizione sono partita, quella personale, della mia nonna. La famiglia di mio padre è di Sapri, splendido paese nel Cilento. E proprio del Cilento è questo piatto: lagane e ceci. Mia nonna lo faceva per premio, in barba al fatto che fosse uno dei piatti poveri della regione. Ma se uno ha gli in gredienti buoni, questi piatti sono straordinari.
Le lagane sono un tipo di pasta fatta a mano, dei maltagliati, anche se potrete trovare chi li fa più corti, chi più lunghi (quasi a simulare tagliatelle), chi più larghi chi più stretti. Insomma, rispettano la tradizione del vero piatto familiare (cioè ognuno ha la sua versione, rigorosamente giusta). Io ho dato la forma che ho visto dare a mio nonna e quindi non possono essere venuto altro che le migliori lagane possibili J
Un procedimento che ho sempre trovato bello è quello di fare la minestra da una parte e di soffriggere olio e rosmarino (ed eventualmente il peperoncino) da parte e da aggiungere sopra il piatto pieno di minestra.
In questo ultimo passaggio ho modificato solo una cosa: il rosmarino fresco, come tutte le erbe aromatiche, sviluppa i suoi aromi migliori fra i 30 e i 60 gradi, quindi ho tenuto l’olio sui 60 gradi e poi condito.
Con questa semplice ricetta partecipo all’mtc di questo mese!
Ingredienti
- Farina 0 200 g
- Farina di semola 100 g
- Acqua fredda quanto basta
- 200 g di ceci
- 1 spicchio d’aglio
- Un rametto di rosmarino
- Olio extra vergine d’oliva
- Sale q.b.
Procedimento
- Mettere i ceci in ammollo la sera precedente (lasciarli circa 12 ore), sistemandoli in una bacinella piena di acqua. La mattina dopo bolliteli a fuoco lento finchè saranno cotti ma non eccessivamente morbidi (nel mio paese spesso la stessa acqua in cui sono stati in ammollo e ho sempre fatto così).
- Fate soffriggere l’aglio in tre cucchiai di olio e aggiungete i ceci con acqua fredda (regolatevi a occhio, considerando che in quell’acqua dovranno cuocere le lagane ma non dovrà risultare troppo liquido). Fate cuocere e insaporire.
- Prelevate 5-6 cucchiai ceci e frullateli con un pochino di acqua di cottura. Tenete da parte.
- Una volta raggiunto il bollore, aggiungete le lagane all’interno dei ceci e portate a cottura (ci vorranno pochi minuti). Aggiungete i ceci frullati. Regolate di sale.
- In un pentolino a parte scaldate l’olio (senza farlo soffriggere, sarebbe opportuno che non superasse i 60 gradi) insieme al rosmarino (e ad un po’ di peperoncino se piace).
- Versate la porzione di lagane e ceci nel piatto e insaporito con l’olio al rosmarino.
16 Comments
alessandra
12 Gen 2016 10:01 am
ho visto la tua ricetta stanotte, quando era troppo tardi per riuscire a commentarla come avrebbe meritato. E stamattina- ho preferito lasciarla stare un po’ lì. perchè sapevo che avrebbe dato la stura a tante riflessioni che poi, puntualmente, sono comparse. Pensavo per esempio a come vorrei che fosse la ricetta vincitrice di questa sfida, capace di esserne il simbolo, a tutto tondo. E la pensavo antica, nella sua struttura- con le erbe raccolte una alla volta, la pasta fatta in casa,, anche quella a cm zero, con il formato ereditato dalle dita della mamma e della nonna, con qualcosa che riempisse e nutrisse- e nuova nella sua presentazione,con quella raffinatezza intrinseca, che va di pari passo con la naturalezza, senza affettazione. La pensavo così, insomma.
E mo’, son tutti fatti tuoi :-)
Vittoria Traversa
12 Gen 2016 11:01 pm
Il mio commento non posso che lasciarlo qui sotto. Concordo con Ale.
Questa ricetta e le sue premesse fanno vibrare il cuore!
Ho letto lentamente e riga dopo riga mi hai fatto entrare nella cucina della nonna.
Che donna saggia a premiare con un piatto semplice e povero solo in apparenza.
Ho letto invece una gran cura sia nella scelta degli ingredienti che nell'esecuzione coronata dall'accortezza di controllare la temperatura dell'olio aromatizzato.
Grande zuppa, un vero premio!!!
Caris non scherziamo affatto..... :-)
Caris
non scherziamo eh;). tanto lo so che scherzi!
Chiarina
12 Gen 2016 09:01 pm
Ciao Caris, da questo mese finalmente ritorno anche io all’MTC e sto iniziando a fare il giro dei blog per vedere contro chi combatto:P ! La tua ricetta la trovo molto intrigante, così lontana dalle minestre di casa mia e così elegante…volevo farti i miei complimenti ecco :)
Caris
E considera che è una ricetta davvero rustica!! tipicamente del sud, vero!
e..in bocca al lupo per la gara;)
Zuppa di fagioli, cavolo nero, castagne e salsiccia: è ancora mtc | Cooking Planner
12 Gen 2016 09:01 pm
[…] dicevo nel post delle lagane e ceci, la proposta di questo mese della Vitto mi ha entusiasmato: minestroni e zuppe. Nel primo post ho […]
Silvia Pasticci
13 Gen 2016 05:01 pm
Semplici ingredienti ma un risultato spettacolare!
Caris
Grazie!
lagaiaceliaca
14 Gen 2016 12:01 am
ricetta splendida, essenziale, dove non manca niente e niente è di più.
bravissima, come sempre!
Paola
16 Gen 2016 01:01 am
Me ne sono innamorata. Mi sono innamorata della ricetta, della foto, del racconto e di quanto possa esserci di tuo tra quei fogli di pasta. E’ questo che mi piace delle ricette, quello che c’è dietro, quello che si nasconde nel taglio di una pasta, nel profumo dell’olio o nel calore dei ceci. Bellissima ricetta Caris.
Caris
ma grazie...
Stefania
16 Gen 2016 11:01 am
Io ti ringrazio tantissimo per questa ricetta, me la sono salvata e presto la farò perchè è un piatto che avevo mangiato quando sono stata in Cilento e aveva adorato.
Grazie Grazie Grazie :D
Caris
ma che contentezza guarda!
Mapi
25 Gen 2016 02:01 pm
E ci credo, che tua nonna la preparava come premio! Perché ricetta povera non è sinonimo di ricetta triste, e la zuppa di ceci è una delle più buone che la tradizione culinaria italiana, da nord a sud, abbia!
Gran bella sfida, davvero!
Caris
sì, concordo! tema splendido :)
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