La pizza al piatto di Antonietta
Inutile dire che, se non ci fosse l’MTC, ultimamente potrei ignorare blog e cucina di casa.
Fine dell’anno scolastico e finisco, come ogni anno, nel vortice dei saggi, feste, manifestazioni, cene di classe, etc etc. la dura vita della mamma… Altolà: non mi lamento: vedere quei due banditi dei miei figli fare ogni anno di più e meglio mi riempie di gioia. Fatto sta che io arranco, perché oltre a scuola, c’è batteria dell’uno e danza dell’altra. E tutte le mamme accompagnatrici dei figli nelle loro attività extrascolastiche, sanno di cosa parlo. QUindi praticamente Giugno lo dedico a loro.
Però. C’è la pizza di Antonietta.
Però. C’è l’ultima gara dell’mtc prima della pausa estiva.
Però. C’è la possibilità di iniziare a fare una cosa che per me è lontanissima.
E allora il tempo lo trovo.
Perché è una vita che volevo fare la pizza al piatto ma non ho avuto mai il coraggio. C’è sempre questa sorta di timore reverenziale, per me amplificata dal fatto di conoscere tante pizze Campane così eccellenti.
Ma se Antonietta chiama, io rispondo. So bene che è solo il primo tentativo e che le cose da migliorare sono una infinità. Ma si deve pur cominciare da qualche parte, no?
Allora, fra le ricette proposte da Antonietta io ho scelto la prima, la pizza al piatto tipo napoletana con metodo diretto.
Come farciture, ho deciso di esporre la merce più bella che avevo, neanche fossi al mercato della domenica: pomodori presi rigorosamente in Campania (e di tre tipi diversi) per una margherita ai tre pomodori, come primo tipo, e zucca mantovana che mi ero conservata gelosamente, per il secondo tipo di pizza.
Parliamo della prima: intanto, la margherita resta per me il massimo dell’espressione della pizza, insieme alla marinara. Non ce n’è per null’altro. Io poi avevo, nell’ordine: i corbarino, i datterni gialli, e i pizzutello di Battipaglia. Ho pensato che tutti e tre insieme, insieme alla mozzarella, potessero farmi passare una buona serata in giardino.
E così la prima pizza è andata.
Per la seconda, ogni anno mi faccio arrivare la zucca mantovana, con tanto di ceralacca, la cuocio, ottengo una crema e la congelo per tempi migliori. Il tempo migliore è arrivato oggi, e si è presentato con provola affumicata e pancetta arrotolata, tutto sulla pizza di Antonietta. La serata ha preso decisamente una piega interessante.
Ah, un’ultima cosa, prima delle ricette: a Roma, da qualche anno a questa parte, gira, fra le pizzerie, una cosa che potrebbe far rizzare i capelli a tutti i pizzaioli campani. Una pizza dolce, con una certa crema alla nocciola e tanto zucchero a velo. Quando la vedo, solitamente penso “il male”.
Ma avevo un panetto avanzato.
Avevo anche una crema Gianduia con il 43% di nocciole.
Potevo non provare ad unirle? Ovviamente, il tutto, è fuori concorso. E’ solo per far sapere ad Antonietta che la serata ha avuto un epilogo inaspettato.
P.S.: come dico sempre, ho il forno che non va. SI spegne, cuoce male, troppo o troppo poco. Ho cercato di allineare la cottura di Antonietta al mio forno, con scarsi risultati…insomma ci ho provato!
E con queste due pizze, partecipo all’mtc di questo mese!
Ingredienti
- Per la pizza
- 50 g di farina di farro
- 400 g di farina
- 250 ml di acqua
- 12 g di sale
- 1 g di lievito di birra
- un barattolo di pomodori corbarino
- un barattolo di datterini gialli
- un barattolo di pizzutelli di Battipaglia
- olio evo
- sale
- un fior di latte
- 300 g di purea di zucca mantovana già cotta (io l'ho cotta al forno e frullata con il minipiemer)
- un etto di pancetta arrotolata tagliata sottile
- un etto di provola affumicata tagliata sottile
- olio evo
Procedimento
- Misurare l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
- Versare il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare fino a raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve durare 10 minuti, a me è durata circa 5/6 minuti.
- Ribaltare sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una pizza soffice e asciutta.
- Piegare e schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
- A questo punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e lasciar lievitare per 2 ore.
- Procedere alla staglio a mano. Il disciplinare consiglia di ottenere dei panetti da 300/350 g. ma dovendo utilizzare un forno casalingo io consiglio con queste dosi di ottenere 3, ma anche 4 panetti.
- Riporli su un telo non infarinato, perché essendo un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura ambiente di 25°C (come previsto dal disciplinare).
- Riscaldare il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura, senza mai aprire lo sportello. Una volta che i panetti sono lievitati stenderne uno alla volta su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani, dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata.
- per il condimento, regolare di sale i tre tipi di pomodori e tagliare la mozzarella in piccoli pezzi.
- Prelevare lo stampo dal forno, trasferirci il disco di pizza, senza oliare, condire con i tre tipi di pomodori e con l'olio evo, e infornare per 5 minuti al ripiano più basso, poi altri 4/5 minuti nel ripiano più alto, dopo aver aggiunto la mozzarella (il disciplinare prevede 90 secondi di cottura in forno a legna).
- Per la pizza alla zucca, regolare di sale la purea di zucca, mettere qualche cucchiaiata di zucca sulla pizza, cospargere di olio evo e fare la prima parte della cottura. Nella seconda parte, aggiungere uno strato di provola affumicata e uno strato di pancetta arrotolata.
17 Comments
Katia Zanghì
12 Giu 2016 10:06 pm
Le tue pizze mi attirano molto. Ed anche latua serata in giardino… Ciao.
Katia
Caris
:)) sì, è stata notvole!
Anna Luisa
12 Giu 2016 11:06 pm
Per fotuna non avevi tempo :-) Due gran belle pizze…ed anche quella con la crema gianduia non mi dispiacerebbe ;-)
Baci
Anna Luisa
Caris
tanto lo so, che tu una crema al gianduia simile alla mia, ce l'hai:D
Veronica
13 Giu 2016 07:06 pm
Spno tutte e tre perfette immGino quella alla zucca cosa deve essere complimenti caris
Caris
Grazie cara <3
alessandra gennaro
14 Giu 2016 11:06 am
il forno che non va e’ l’apice delle frustrazioni di chi fa lievitati e torte. Io qui ne ho uno abbastanza addomesticato, ma devo ancora prendergli parecchie misure e posso capire come ci si senta quando dopo tanta fatica e tante aspettative i risultati siano ottimi per gli altri, ma deludenti per noi che sappiamo quanta cura e quanto impegno sono state impiegati/ e pure quanto ci avremmo tenuto. in questi casi mio marito, normalmente ultra critico, passa in modalita’ consolatoria e mi dice che per il resto del mondo e’ grasso che cola. Gli rubo tutto quanto e lo giro a te: le farciture, per dire, sono spettacolari. E il resto, e’grasso che cola, Caris. Tu non sei soddisfatta,ma queste sono comunque tre signore pizze Anche se una bella macumba al tuo forno, non gliela toglie nessuno!
Caris
no, non sono soddisfatta e lo sai:))
Antonietta
15 Giu 2016 06:06 pm
Il non essere soddisfatti è un ottimo motivo per rifare e fare meglio e vincere la sfida più grande: con se stessi
Questo pensavo leggendo tra le righe il tuo stato d’animo.
Mentre il primo pensiero è stato quello di sentire una grande solidarietà con te per quanto riguarda gli impegni di fine anno scolastico. (Non so come abbia fatto io a fare le ricette per la sfida: ci ripenso e mi meraviglio) Trovare tempo e incastrarlo tra gli impegni ordinari è una grande impresa, poi, tra tutto questo trovare anche il tempo per un lievitato che ha bisogno di cura e dedizione, quando lancette e pazienza corrono veloci,è un’impresa da donne bioniche.
Ma a quanto pare tu ci hai messo l’intenzione.
Il terzo pensiero che si è impossessato di me e non mi lascia più è quello per le farciture: me ne libererò solo quando le avrò rifatte.
Grazie per il tuo stile che mi conquista sempre
Caris
Grazie a te Antonietta, per tutto <3
Lidia – The Spicy Note
17 Giu 2016 07:06 pm
Oh, vabbè, tu non sarai soddisfatta ma io un paio di quelle alla zucca me le scofanerei più che volentieri!! ;-)
Un abbraccio, Lidia
Caris
quella alla zucca, ora come ora, pure io :DDD
Rossella
28 Giu 2016 12:06 pm
Qui c’è l’imbarazzo della scelta, fanno gola tutte compresa la fuori concorso :-D
Caris
quella non so perché, piace a tutti:DD
Roberta
28 Giu 2016 02:06 pm
Mamma mia Caris, alla facciazza del forno che non va! Una piu’ buona e bella dell’altra, avrei difficolt’ a scegliere…davvero non saprei con quale cominciare, ma di sicuro finirei con quella alla crema di gianduia. :)
Caris
ahahahaha, quella pure io!
mtchallenge
06 Lug 2016 04:07 pm
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