I libri di Claudio Martini Editore sono davvero molto belli. E non lo dico perché Claudio è un caro amico, conosciuto in occasione di questo bellissimo contest (vi invito a guardare tutte le ricette in gara perché alcuni post erano davvero da incorniciare)…lo dico perché sono libri che ti danno sempre qualcosa in più della semplice ricetta. Raccontano storie, passioni, tradizioni arte e, anche. ricette. Ma non solo.
Ancora una volta Caris mi ha aperto le porte del suo blog per permettermi di partecipare staffetta natalizia di Compagni di Blogger e gliene sono grata. La nostra Tina e Caris prima di me hanno ben spiegato l’iniziativa e, visto che le le mie ricette richiederanno una lunga lettura, mi limitero’ semplicemente a presentarvele. Per questa staffetta ho scelto di presentare la frutta accompagnandola ai formaggi in maniera non del tutto tradizionale, incorporando in ogni preparazione, sia la frutta fresca che quella secca.
Grazie anche a Luciano Pignataro che ha consigliato per l’abbinamento del vino:
“Su questo piatto molto moderno di concezione non è facile scegliere l’abbinamento, dipende in quale direzione vogliamo andare. Forse il Fumin di Anselmet, piccola e solida cantinta valdostana, può essere la giusta soluzione.”
Vivendo in una città come Roma, il tempo da trascorrere in macchina ogni giorno è parecchio, l’ho già detto in svariate occasioni, e spesso mi ritrovo a dover intrattenere i miei figli mentre aspettiamo ad un semaforo, mentre si libera un incrocio, mentre si sfoltisce una fila. Si sa, normale amministrazione. Nulla di strano. Da quando son nati e quindi, da quando sono frequentatori del traffico romano, è’ venuto di conseguenza il fatto di inventarsi giochini vari, pur di far passare il tempo ai due occupanti i sedili posteriori della mia auto (che ahimè..mi ha abbandonato! Lo dico ufficialmente: addio mia bella compagna di avventure, a cui devo una lunga e assidua frequentazione del meccanico vicino casa).
E siamo arrivati a Natale, ovvero quasi alla fine dell’anno (in effetti manca praticamente un mese ma meglio portarsi avanti!). C’è poco da fare: tempi di bilanci sull’anno quasi terminato e progetti per l’anno futuro sono sempre all’ordine del giorno in questo periodo. Non faccio eccezione e fra le tante cose che mi sono accadute, belle brutte e medie, quella di Compagni di Blogger resta una delle esperienze più importanti, per molti motivi: amicizia, collaborazione, discussioni (anche accese , perché no!), prove, fotografie, studi vari , insuccessi ma anche divertimento .. perché questa è stata la cosa più importante. Siamo noi le prime a divertirci in questo gruppo e mi auguro che continueremo a farlo per lungo tempo (e se il numero delle staffette programmate non mi inganna, direi che dovrete sopportarci per un altro po’!).
Scarpette rosse…da quando per la prima volta vidi il film “Il mago di OZ” con Judy Garland me ne sono innamorata subito. Luccicanti, femminili, che catturavano lo sguardo su quella strada dorata e che potevano portare dove si voleva. Poi ai tempi di danza classica c’era il balletto “le scarpette rosse”…quanto le ho sognate! Talmente tante da adorare anche quelle a mezza punta (imparagonabili alle punte ma ero ancora piccola), usate per un saggio di fine anno.
Mi sono segnata in palestra (anzi, centro sportivo che fa più trendy). Mi rendo conto che la notizia è di quelle sconvolgenti ma era cosa che andava fatta. Non si poteva più procrastinare. Prima o poi succede e anche io ho dovuto cedere all’esigenza di andare in palestra, non fosse altro per riuscire a fare due rampe di scale senza arrivare col fiatone a casa. La sportiva di famiglia è mia sorella più piccola, la zia d’america, tornata in Italia da quel dì, che di fitness, palestra e sana alimentazione ne fa una bandiera. Oltretutto èp medico..quindi la rottura di scatole è completa. Come faccio a non seguire i suoi dictat consigli??
Grazia era una persona speciale, oltre che una cuoca eccezionale. Di piatti superbi ne faceva tanti anche se i dolci erano il suo fiore all’occhiello, quello che la rendeva famosa in tutto il paese e oltre.Ma era brava in tutto. Non credo di aver mai mangiato una cosa che le fosse venuta male. Poi era così precisa e appassionata della presentazione di un piatto, in tempi non sospetti, quando anche una famiglia medio borghesia non andava al ristorante abitualmente, come capita oggi, e quindi non aveva la fortuna di vedere e capire come uno chef impattasse ad arte. Riusciva lo stesso a stupire tutti, fosse solo anche nel modo di apparecchiare la tavola.
Della serie “non è vero ma ci credo”. Passando da “La Patente” pirandelliana al cornetto rosso che ti fanno trovare sempre nel portafoglio che ti regalano per il compleanno, io sono la tipa che dice: “ma no, queste son superstizioni, ci credono gli altri”. Però siccome ci credono in tanti diamogli un pizzico di credito che male non fa.
Scena numero uno: prima mattina
“Mamma, io ero nella tua pancia vero?”
“Sì certo” ho risposto di botto alla domanda fatta da La Pasionaria qualche giorno fa, pensando con tenerezza a lei che faceva il cavallino dentro la mia pancia 8avrei dovuto immaginarlo fin da allora che non poteva nascere che un peperino)
“ma allora lui era nella pancia di papà?” chiede questo indicando il fratello.
“No” rispondo sorridendo a questa ingenuità, “anche lui era nella mia pancia”
“ah” risponde lei mettendo automaticamente la manina sulla mia pancia “humm…grande eh?”
Heinz Beck che parla, sorridente e generoso, della sua passione, del suo mondo e della sua cucina, mentre dei bambini in lontananza e alle sue spalle giocavano a rincorrersi su di una collinetta verde e guardavano estasiati una piccola cascata formata dal fiume Le Trabe. Una delle più belle immagini che mi resterà impressa della manifestazione “le strade della mozzarella”.