Sweety è appena passato e ancora devo riprendermi dalle emozioni. Ci metterò un po’ ma poi vi racconto come è andata: per me, per le finaliste, per il pubblico, per i giudici. Per tutto insomma. Sono felice, nonostante il meccanismo sia tutto da oliare … ma le premesse sono talmente buone che dire “ne vale la pena” è poco.
A parte queste due cosette da nulla :), volevo prima di tutto dare spazio alla gara di una che è responsabile di avermi fatto fare tre tipi di gnocchi in una giornata: quelli rustici, quelli un po’ più snob e quelli pieni di sé ma con un’anima.
Non è che sia impazzita e che mi sia data alla presentazione di piatti minimal. Cinque gnocchi nel piatto sono davvero pochi, lo so. Ma noi abbiamo fatto uno gnocchi tour de force, per riuscire a provare tutte le versioni proposte da Anna Rita. Capitemi: tre tipi di gnocchi, di cui uno ripieno, le porzioni dovevano per forza essere, diciamo, moderate.
E allora ecco la seconda versione per l’mtc di questo mese.
“Ciao, come va?”
“ Senti, devo lussare un’anca”
“Che cosa??”
“ Devo lussare un’anca”
“ Ma stai scherzando? Che dici?”
“ Di un pollo. Devo lussare un’anca di un pollo. Ho bisogno del tuo aiuto”.
“Tu non stai bene. Sul serio. Io non ci posso credere che mi chieda una cosa così. Ti ricordo che sono un ortopedico”.
“Appunto, ho bisogno del tuo sostegno. Tu sai cosa ho passato”.
“va be, non ti mando a quel paese per decenza. Vado a lavorare”.
Prima o poi finirò per provarlo tutto, il Libro di Ottolenghi-Tamini. Ho già postato diverse ricette del loro libro (per esempio qui e qui), Jerusalem; continuo però a sfogliarlo e a trovare cose per le quali il primo pensiero è: accipicchia, devo farla! E il secondo è: nel weekend vado a comprare tutto e provo.
Sono troppo belle, pur con i loro ingredienti non sempre semplici da reperire, pur con la commistione di gusti che per noi non è immediata. Ma poi le mangi e ogni volta ti innamori di più di questo libro splendido.
Lo scorso mese ho saltato l’MTC. Prima o poi doveva succedere ed, in effetti, l’astinenza si è fatta sentire.
Quindi aspettavo con una certa ansia il nuovo argomento per questo. E che ti combinano quelle sciagurate della Serena e della raravissiana capessa? Non un piatto ma un ingrediente: la castagna.
Il sedano rapa, questo sconosciuto. La leggenda vuole che sia usatissimo dalla brava foodblogger, che ne conosca usi, costumi e tradizioni, lingua d’origine e regime sanitario.
Io invece nulla. Ne avevo solo sentito parlare e quindi avevo catalogato “sto coso strano” fra le meraviglie esotiche. Ed ecco che mia suocera mi regala un sedano rapa e me lo ritrovo nella mia cucina insieme ad una graziosa zucca.
Lo so, da un po’ di tempo se non son titoli lunghi non li vogliamo!
Eravamo rimasti alla versione più delicata delle mie raviole del plin.
Ma non di sola delicatezza vive l’uomo, che in alcuni casi ha bisogno di quel gusto piccante in più!
A casa mia la ‘nduja non manca mai. Sarà che siamo durante le ferie siamo sempre in zone calabre o calabro-confinanti, sta di fatto che la scorta annuale non manca mai.
Immaginate la scena: in macchina, verso Verona, alla volta del Vinitaly con un gruppo di amici sommelier da incontrare, e che faccio io? “Friggo” sperando che l’i-pad prenda (e io non lo uso mai) per scoprire quale sarà la ricetta di Aprile. Con mio marito sorpresissimo dal mio novello interesse per il tablet che continua a chiedermi “ma che devi vedere?” fin quando io non esclamo “IL CHILI”! “ah, questo è ciò che mangeremo per il prossimo mese?” “Esattamente”. Al che ho chiuso il tablet e mi son messa a pensare. Per l‘MTC di Aprile c’era il chili di Ann.
In questo weekend troverete sparsi nella rete dei post un po’ particolari, di ricordi, di commozione, di gioia, di tristezza ma anche di ammirazione per quello che faceva. Maffo non c’è più e questi post sono tutti dedicati a lei.
C’è chi la conosceva personalmente e chi, come nel mio caso, solo di “fama”. Ma lei è tutta lì, nelle parole del suo blog, nel modo di scrivere ironico e scanzonato, nel suo profilo
“Cucina di divertimento. Cucina di curiosità. Cucina di gola, pancia, cuore.”
L’autunno non ha fatto neanche in tempo a cominciare che già i funghi porcini sono entrati dentro casa mia (gradito cadeau da parte di mio suocero!). Li adoro, nulla da fare! E comunque vedo che non sono la sola. Posto come punto fermo che il mio motto è “Porcini crudi Uber Alles”, fra i commenti si e’ sviluppata l’annosa questione: cuocere i porcini con olio o con burro?