La terra, rossa. Tanto ricca e pietrosa quanto generosa con coloro che sono in grado di domarla. Costellata di sassi, (le chiancole) con cui i contadini costruivano i muretti a secco, così comuni in campagna. Quel colore rosso non lo ritrovo nella terra di nessuna altra regione, è caratteristico della Puglia e in particolare della Valle d’Itria, quella valle incantata fra Ostuni, Ceglie, Cisternino e Martina Franca dove fanno bella mostr i trulli, con le loro infinite storie da raccontare e con le cupole che le mantengono al sicuro.
Che si sappia: io, all’educazione musicale dell’Ale e della Dani ci tengo. Si è visto: ho ritenuto doveroso fargli conoscere capolavori come “ai se eu te pego”, che tanto hanno sconvolto ehmm sorpreso le famiglie delle MT girls, quando le hanno “beccate” ad ascoltare (basite) tale capolavoro!Evidentemente il mio destino MTchallenngiano è inevitabilmente legato alla scoperta di geni musicali e quindi non posso esimermi da renderle partecipi di nuove scoperte! E’ una questione di principio!
Scena numero uno: prima mattina
“Mamma, io ero nella tua pancia vero?”
“Sì certo” ho risposto di botto alla domanda fatta da La Pasionaria qualche giorno fa, pensando con tenerezza a lei che faceva il cavallino dentro la mia pancia 8avrei dovuto immaginarlo fin da allora che non poteva nascere che un peperino)
“ma allora lui era nella pancia di papà?” chiede questo indicando il fratello.
“No” rispondo sorridendo a questa ingenuità, “anche lui era nella mia pancia”
“ah” risponde lei mettendo automaticamente la manina sulla mia pancia “humm…grande eh?”
Heinz Beck che parla, sorridente e generoso, della sua passione, del suo mondo e della sua cucina, mentre dei bambini in lontananza e alle sue spalle giocavano a rincorrersi su di una collinetta verde e guardavano estasiati una piccola cascata formata dal fiume Le Trabe. Una delle più belle immagini che mi resterà impressa della manifestazione “le strade della mozzarella”.
Certe manifestazioni vanno pubblicizzate prima, non dopo che sono avvenute. Si sente spesso parlare del Salone del Gusto, Taste, Vinitaly, si vedono altrettanto spesso articoli e reportage su queste gradi feste del buon cibo e della buona cultura enogastronomica ed è giusto che sia così. De Le strade della Mozzarella si parla troppo poco però e quindi preferisco segnalarla ora, che manca un mese e mezzo.
Questa è stata una settimana cruciale e giornali, televisioni e radio hanno dato grande spazio alle due domande che hanno attanagliato i pensieri della maggioranza degli italiani, la seconda delle quali continua a non avere risposta certa: chi è meglio, la Canalis o Belen? Fortunatamente, alla prima abbiamo avuto invece una risposta più che esaustiva, che non lascia adito a dubbi. Ora sappiamo se Belen porti o meno la biancheria intima e, accertata la verità, siamo tutti più tranquilli, a maggior ragione che a fornirci la risposta è stata la protagonista stessa, che ha ritenuto opportuno darci spiegazioni con dovizia di particolari.
Mi è stato fatto notare che ultimamente ho una “lievissima” propensione per il viola. Notizia falsa e tendenziosa..semplicemente perchè ho una vera e propria fissazione col viola! Stoffe, piatti, foto, pure vestiti va…mi capita tutto viola! Il mio colore preferito è l’azzurro ma per questo periodo non se la deve prendere se il mio mondo è violetto. Immaginate voi che faccia ho fatto quando lei mi scrive dicendomi che ha possibilità di farmi avere delle patate violette! Ho scritto “sì le voglio” senza neanche aver finito di leggere la mail..le dovevo avere/vedere/cucinare. C’è una ragazza, Giovanna, davvero molto carina, che le produce in piccole quantità in un paesinodella provincia di Piacenza..le ha trovate in un mercatino francese e ha deciso di coltivarle per passione! Qui un pò di notizie su questi tuberi dall’aspetto fantastico!
Dopo essermi messa d’accordo con Giulia, il fatidico giorno ho preso La Pasionaria e, complice il ritiro delle patate violette, le ho fatto affrontare il primo viaggio in metro. La sua reazione al viaggio è stata lapidaria:
“Non mi piace il treno, mi piace il fulman. Ora vojo andà a casa a dindolare il papuccetto” . Traduzione: “non mi piace la metro, preferisco il pullman (che poi il pullman non l’ha mai preso..). ora vorrei andare a casa a dondolare il mio pupazzatto preferito nella sua culla”.
Preso l’oggetto del desiderio..che ci ho fatto? Prima di tutto le ho guardate: bellissimeeee! Ditemi voi se non hanno un colore fantastico. Al che, dopo i racconti di Giulia, sono stata presa dal sacro fuoco della cucina tuberesca e ho fatto, nell’ordine:
RICETTA: STRUDEL ALLE PATATE VIOLETTE E FIOCCHI DI LATTE
Ingredienti
Per lo strudel
Per il ripieno
Procedimento
Mettere la farina a fontana in una scodella, mescolare con il sale, versare l’aceto, l’olio e l’acqua (fate attenzione che ne serve pochissima), mescolare prima con un cucchiaio e poi continuare con le mani; formare una palla e spennellarla con uno strato sottile di olio, farla riposare sotto una scodella riscaldata per almeno mezz’oretta (io ho usato la platenaria all’inizio). Grattugiare le patate e la cipolla grossolanamente, regolare di sale aggiungere noce moscata, mescolare bene. Tirare la pasta su di un panno infarinato molto sottilmente, cospargere con pangrattato i due terzi della pasta tirata, spalmare con un po’ di olio la parte restante, adagiare le patate, i fiocchi di latte. Chiudere lo strudel rotolandolo e finendo con la parte senza ripieno, foderare una teglia con carta da forno e mettere lo strudel sopra con l’aiuto del panno. Infornare in forno preriscaldato a 180° e cuocere finché non prende colore (il mio è stato un’oretta)
La sperimentazione è solo all’inizio…anche se ho paura di finirle troppo in fretta..però devo dire che mi piacciono molto..e non solo per il trendissimo colore ma proprio per gusto!
Ecco qui i risultati:
Dopo due post un pò…”sopra le righe” che ne dite di tornare a parlare di cucina e, perchè no, di mise en place?
L’altro giorno finalmente era spuntato un bellissimo sole, faceva anche caldo e il cinguettio degli uccellini era esplosivo..vi pare che tutto questo scenario idilliaco non ispirasse la mia voglia di cucinare???? Vi dirò di più: in un momento in cui, per non so quale strana congiunzione astrale, mi trovavo da sola a casa, calma e tranquilla senza le mie piccole pesti a interrompermi ogni 3 secondi dall’esatto momento in cui prendo un cucchiaio in mano, ho deciso di provare un’altra ricetta di Antonello Colonna (dato che la prima aveva passato l’esame a pieni voti) e di apparecchiarmi di tutto punto (non ci crederete..ma era tutto per me). Il tema della mia tavola? Ma il verde naturalmente! Più in tono con la primavera di così..si muore!
Fra le tante proposte di Colonna, lui stesso nell’introdozione aveva citato degli” sformatini di verza e patate con lardo e caciottina fresca”. Mi intrigavano e non poco! Non avevo proprio tutti i suoi ingredienti ma una variazione sul tema ci stava benissimo! Così sono venuti fuori questi sformatini di verza e patate con pancetta arrotolata e canestrato: un piatto che riesce a essere allo stesso tempo delicato e saporito, avvolgente e stuzzicante e può essere servito come antipasto ma anche come secondo.
Vi lascio la mia versione ma fra parentesi vi metto quella di Colonna perchè credo che valga veramente la pena provarla.
RICETTA: SFORMATINI DI VERZA E PATATE CON PANCETTA ARROTOLATA E CANESTRATO MOLITERNO
Ingredienti (per 2 persone)
Procedimento
Lavare la verza e le patate pelate, mondarle e tagliarle a julienne (per le patate ho usato la grattugia a fori larghi). Stufare i filetti così ottenuti con l’aglio, l’olio e il sale (aggiungere il peperoncino se piace..io non l’ho messo). procedere con la cottura fino a quando sia le patate che la verza non saranno abbastanza morbide da essere schiacciate con una forchetta (una ventina di minuti e ho aggiunto una volta un pochino di acqua). regolare di sale e togliere dal fuoco. Utilizzando deu cucchiai, comporre delle chenelle e adagiarle nel piatto. Grattuguarvi sopra un pò di canestrato e disporre sopra una fetta di pancetta arrotolata. Qualche altre scaglia di Moliterno e un filo di olio a crudo a completare il piatto.
Ho pensato che questo post fosse adatto e quindi lo mando ad Ambra per il suo “mise en place”
Uno dei piatti tradizionali di Sapri e del Cilento è un contorno o meglio, due. Sto parlando della Ciambotta e della sua strettissima parente, la Ciaurella. Che cosa sono? Come tutte le ricette nate dalla tradizione popolari, questi due piatti si rifanno a pochi ingredienti, semplici ma buoni. In questo caso parliamo di patate, peperoni, melanzane e pomodori. C’è anche chi confonde i due termini ma dopo essermi consultata con mia madre e dopo aver telefonato direttamente alla fonte, cioè ad una mia carissima zia, zia Nunzia, ho confermato quello che pensavo: la ciambotta e la ciaurella partono dagli stessi identici ingredienti ma si differenziano nel metodo di cottura. La ciambotta si basa sulle verdure prima fritte e poi ripassate in padella con aglio e pomodorini mentre la ciaurella parte direttamente con tutti gli ingredienti in padella. Altra differenza fondamentale è la forma delle verdure tagliate. A spicchi o a pezzi? Non ci crederete ma c’è gente disposta a litigare per difendere la propria versione. Quello che è ho visto più volte fare (senza pretendere affatto che sia la versione definitiva, anzi, ogni famiglia ha La versione giusta ;)..) è la ciambotta fatta con spicchi e la ciaurella fatta con pezzi non molto grandi.
Forse non mi crederete ma la bontà di questo piatto, spinge mia madre a friggere kg di patate, peperoni e melanzane anche d’estate perchè, ovviamente, in quel periodo danno il loro meglio e anche la ciambotta ne guadagna un bel pò! Diciamo che a casa mia la ciambotta è la preferita ma se si hanno particolari esigenze o se si vuole stare un pò più leggeri, la ciaurella è una piacevolissima alternativa. E non pensate che sia così banale cuocerle (io continuo a fare la ciambotta e mio marito continua a dirmi “buona..ma come la fa tua madre però…”). Per par condicio l’altra sera ho fatto anche la ciaurella…e mi è piaciuta talmente tanto che me la sono finita :). La “cifra” stilistica della ciaurella è che non è un piatto con verdure stufate: si cuoce senza coperchio, facendo “tirare” bene il liquido di cottura, così i pezzi di peperoni, patate, melanzane e pomodori restano separati ma si amalgano nei sapori! Provare per credere!
Vi lascio la ricetta di quello che è uno dei miei (beh, diciamo nostri) contorni preferiti.
RICETTA: LA CIAMBOTTA E LA CIAURELLA
Ingredienti (per due persone)
un grosso peperone rosso (o giallo..o tutti e due!)
una melanzana
tre patate medie
15 pomodorini
aglio
olio evo
basilico
Procedimento
Per la ciambotta: tagliare tutte le verdure a spicchi e tenere le patate a bagno. Friggere le verdure e asciugarle bene dall’olio residuo, in questo rigoroso ordine: melanzane, peperoni e patate, usando la stessa pentola e, in caso di necessità, aggiungendo un pò d’olio. In una pentola antiaderente, mettere un filo d’olio, l’aglio sbucciato, le verdure e i pomoforini tagliati a metà e lasciar cuocere a fiamma bassa per almeno una decina di minuti ( o fin quando i pomodorini hanno rilasciato il loro sughetto). Regolare di sale, mettere qualche folgia di basilico spezzata al momento con le mani e servire.
Per la ciaurella: tagliare a pezzi più o meno della stessa misura i peperoni, le melanzane e le patate. In una teglia antiaderente, mettere un pò d’olio e uno spicchio d’aglio, far rosolare bene e versare le patate. Far cuocere le patate per qualche minuto poi aggiungere tutto il resto delle verdure. Senza coprire, far andare a fiamma bassa fino a cottura. Regolare di sale, aggiungere il basilico e servire.
P.S.: dato che la ciurella è un piatto fatto con pochi elementi e una cottura semplice, la invio con piacere alla bella raccolta “un contest per bene”. L’endometriosi è una malattia che fa soffrire, in molti sensi e spesso l’alimentazione è uno dei pochi modi per contrastarla!
Qualche giorno fa ho visto che cose che voi umani non potete immaginare! :)
Eh sì….complice l’incoraggiamento di mio marito (che, diciamo la verità, non ha dovuto insistere molto), ho preso un bel treno la mattina presto e dopo due e ore e 20 minuti ero a Bologna, dove sono stata ospitata da una gennarina DOC (la Friggi delle 5 frolle) a casa sua. Lì, insieme a un gruppo di altre bravissime gennarine, ho passato una giornata bellissima, ricca di allegria e divertimento. Abbiamo mangiato che neanche fossimo a un matrimonio! Esempi? Ovis molis, pignolata, sfogliatelle ricce, taralli, Danubio (ricetta di Adriano e non dico altro), maccheroni al ferretto col sugo, piadine, squacquerone, mortadella, salame rosa, patè, pane toscano a lievitazione naturale, finocchiona e salami vari, formaggio toscano, carciofi, verdura, mozzarella e provola di bufala. Lo so, mi rendo conto che la lista è un pò scarna e che ho assaggiato tutto per educazione (e io sono notoriamente molto educata :) ) ma dovete anche considerare che quella era una giornata di studi matti e disperatissimi! Infatti, il vero scopo della giornata era di carpire tutti i segreti di Claudia nella preparazione della Grenoble. La GRENOBLE….! Non l’avevo mai assaggiata ma è diventata di botto la mia torta preferita. Un susseguirsi di strati buonsissimi che lasciano un ricordo netto e la voglia di mangiarne ancora…. me la sono sognata nel viaggio del ritorno. La Grenoble la rifarò: prenderò il coraggio a due mani, manderò Mimì e Cocò in qualche sperduto collegio svizzero e, in rigoroso silienzio, tenterò di riprodurla! E’ un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!
Ma veniamo a questa ricetta! A casa di Friggi ho assaggiato (3 volte) dei peperoni buonissimi, con uvetta e pinoli! Sono tornata a casa con l’idea di ripeterli al più presto. Sono un contorno strepitoso, però avevo voglia di creare un primo in cui fossero protagonisti. Avevo visto da Sigrid una cottura particolare della melanzana (geniale) e siccome in questo periodo mangerei solo gnocchi, gnocchi fortissimamente gnocchi, ho deciso di unire le due cose e ho creato gli gnocchi alle melanzane Xtreme! E come potevo condirli? Gli gnocchi alle melanzane mi danno troppo l’idea di un piatto mediterraneo e quindi niente di meglio che accoppiarli con quei peperoni strepitosi. Il risultato mi è piaciuto molto e quindi vi lascio la ricetta degli gnocchi Xtreme della Friggi!
RICETTA: GNOCCHI DI MELANZANE CON PEPERONI, UVETTA E PINOLI
Ingredienti
per gli gnocchi
Per i peperoni
Procedimento
per gli gnocchi
preso da Sigrid:
avvolgere ogni melanzana in carta stagnola (la versione originale prevede un rametto di rosmarino piantato nella melanzana, e qualche spicchio d’aglio in camicia chiuso nell’aluminio), accendere un bruciatore (ho usato quello più grande, di melanzane ne avevo tre) e disporci direttamente sopra, quindi sulla fiamma del gas, i pacchettini. Lasciar cuocere su due lati per 10/15 minuti almeno per lato (dipende da quando sono grandi le melanzane), finché non siano del tutto morbide.
Una volta cotta la melanzana, aprirla a metà, separare la polpa dalla buccia, farla scolare un pò per eliminare il liquido (la polpa è molto morbida e con una forchetta si disfa ma l’ho anche passata col minipiemer per ottenere una sorta di purè). Appena cotte le patate, schiacciarle con lo schiaccia patate, lasciarle freddare per un minuto, aggiungere la polpa della melanzana, la farina e un pizzico di sale. Impastare bene con una paletta di legno e far raffreddare. Il mio composto era un pò appiccicoso ma ho preferito non aggiungere altra farina per non coprire troppo il sapore della melanzana. Se doveste trovare eccessiva difficoltà nella formatura degli gnocchi, aggiungetene un pò ma senza esagerare! Una volta intiepidito, dividere il composto in cilindri e tagliare gli gnocchi.
Per i peperoni:
Tagliare i peperoni a tocchetti, eliminando i semi e la parte bianca (che è quella non digeribile), mettere un pò d’olio in una padella, aggiungere l’aglio, l’uvetta e i pinoli e dopo un minuto aggiungere i peperoni. Coprire con un coperchio e portare a cottura. Regolare di sale ( vi conviene cuocere i peperoni con anticipo).
Far bollire l’acqua, salarla, cuocere gli gnocchi e, appena vengono su, scolarli, metterli nella padella insieme ai peperoni e farli insaporire. Poi li ho messi in una piccola cocotte, spolverati con una grattata di Moliterno (un formaggio stagionato saporito) e messi un minuto in forno ma anche senza formaggio vanno benissimo ( a seconda dei gusti..). Servire caldi
Con questa ricetta partecipo al contest di Imma: