La Pasionaria era un po’ inquieta l’altro pomeriggio. Portava in giro il suo peluche preferito del momento, ovvero Scrat, l’unico e inimitabile scoiattolo de L’era glaciale 1, 2, 3, 4 (andrebbero visti tutti e quattro solo per le sue avventure).
A un certo punto, mi si è piantata davanti e mi ha detto: “lo vedi? E’ sciupato. Non trova ghiande, in questa casa”.
Tutto nasce da questo post di Anna Maria, dove si parlava di strudel certo, ma anche di una storia importante.
E da lì l’idea di festeggiare, proprio l’otto Marzo e forse per questo, quelle donne e il loro coraggio, utilizzando dei lamponi, come quelli che coltivano loro.
#unlamponenelcuore è un’iniziativa comune di molti foodblogger, in cui vedrete ricette con lamponi in tutte le forme e colori.
Per non dimenticare.
Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a “unlamponelcuore” intendono far conoscere il progetto “lamponi di pace” ella Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/),nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi. Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo oltre vent’anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell’antica coltura dei lamponi e sull’organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull’aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti. A distanza di oltre dieci anni dall’inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola “ritorno” nella scelta del “restare”.
P.S.: i loro prodotti si trovano all’Ipercoop e alla coop (specie al nord a dire il vero..io le cercherò anche qui a roma, vi lascio di seguito una foto del barattolo prestatomi da un’amica!)
Ingredienti
Procedimento
Potrete trovare i prodotti della Cooperativa Agricola Insieme nei seguenti punti vendita:
Coop-Adriatica e NordEst – più facilmente reperibili nel Veneto, Friuli Venezia Giulia, parte dell’Emilia e della Lombardia.
I punti vendita che li hanno in assortimento sono quelli superiori ai 1000mq Altromercato e Commercio Equosolidale e dal loro sito (altromercato.it) MioBio – nel milanese (http://www.mio-bio.it/)
Per quanto riguarda Coop Adriatica le confetture dei frutti della pace sono in assortimento solo nel canale iper:
ADRIATICA BOLOGNA IPER BORGO
ADRIATICA BOLOGNA NOVA
ADRIATICA BOLOGNA LAME
ADRIATICA VENETO SAN DONA’
ADRIATICA VENETO SCHIO
ADRIATICA VENETO CONEGLIANO
ADRIATICA VENETO VIGONZA
ADRIATICA ROMAGNA IMOLA
ADRIATICA ROMAGNA RIMINI
ADRIATICA ROMAGNA LUGO
ADRIATICA ROMAGNA FAENZA
ADRIATICA ROMAGNA RAVENNA
ADRIATICA MARCHE PESARO
ADRIATICA MARCHE CESANO
ADRIATICA ABRUZZO SAN BENEDETTO
ADRIATICA ABRUZZO CHIETI
ADRIATICA ABRUZZO ASCOLI
Se volete avere informazioni precise:
http://www.cavoloverde.it/public/articoli/eventi/dettaglio_articolo.asp?id=1936 http://www.lazionauta.it/lamponi-di-pace/
http://www.argacampania.it/articolo4.asp?id=9887 http://www.santalessandro.org/2014/03/lamponi-la-bosnia/
Natale, tempo di feste, panettoni, lenticchie e torroni.
In Italia è difficile pensare al Natale senza il torrone bianco e friabile alle mandorle o quello tenero alle nocciole. O, per i golosi inguaribili, al cioccolato e nocciole, con tutte le varianti del caso. Siamo talmente abituati a gustarlo che tendiamo a pensare che sia cosa solo nostra. E forse, dal punto di vista della qualità, lo è (con un pizzico abbondante di campanilismo).
Michalak e un libro che leggo e rileggo dal Natale scorso, Le Chocolat qui me fait craquer. Ho fatto diverse cose del beneamato Cristophe (ci parlo, sì) ma nessuna tratta da questo libro. Ecco, dovevo rimediare. Poco importasse che stavo cominciando a tirare fuori decorazioni natalizie varie. Fra una pallina e latra un dolce al cioccolato si poteva pure fare!
I formaggi buoni mi restano nel cuore. Una questione affettiva proprio! L’anno scorso, con lo Sbrinz e il Gruyer, arrivatemi per il concorso Swiss Cheese Parade, avevo cominciato una liason intensa, ufficializzata con la pasta reale di mia nonna e finita, ahimè, con le ultime briciole di formaggio rimaste. Quest’anno allora, ho voluto approfondire la conoscenza tramite il nuovo concorso, perché si sa che certe storie hanno sempre un seguito!!
Ah, la vita del pescatore. Avendo un papà nato Sapri (l’ultimo paese della Campania) ed avendo la casa dei nonni a circa 200 mt dal mare…di pescatori ne ho visti un bel po’ e ne ho sempre frequentati parecchi. Vi dico solo che Sapri c’è addirittura un pane a loro dedicato
Sono stata ben contenta quindi, nell’affrontare la ricetta del mese dell’MTC, che fosse la Fideuà della Mai. Non perché conoscessi questo piatto (nonostante un mese intero passato in Spagna, in gioventù …) ma perché mi permetteva di legare tanti sentimenti: il legame che provo per la Spagna, la nostalgia per il paesello natio e, cosa non trascurabile, l’amore per il mare. Ben venga quindi un piatto inventato in una cambusa, con il frutto del lavoro quotidiano e ciò che si aveva a disposizione.
Dopo la magnifica panoramica sui timballi italiani presentata dalle mie abili Compagne di Blogger, vorrei proporvi un timballo che viene dalla lontana Persia, quale testimone di una cucina tanto ricca e raffinata, quanto ancora poco conosciuta ed una tradizione culinaria che ha le sue radici nell’antichita’ . Una cucina influenzata profondamente dal concetto del dualismo di Zarathustra: il contrasto tra caldo e freddo, aspro e dolce, morbido e croccante e persino tra colori scuri e chiari e’ sempre presente. E questo timballo, che racchiude in se, in un armonico insieme, i sapori, i colori ed i profumi dell’Oriente, ne e’ un esempio perfetto.
Qualche tempo fa, mentre entravo alla scuola dell’infanzia per prendere La Pasionaria all’uscita, ho involontariamente ascoltato la seguente conversazione tra altre due mamme.
“Li ha presi anche il mio…non me lo dire! E domani abbiamo la festa di compleanno del cugino, piena di bimbi! Stasera la passerò male, già lo so”
“Senti, la mia li ha avuti la scorsa settimana, ci abbiamo messo un po’ ma poi sono andati via. Tu vai di shampoo e non dire nulla. I cartelli di avviso sono qui, che ne sanno? E poi non succede niente se fai lo sh..”
Chiedere ad un sommelier qualcosa sul vino rosè è qualcosa da fare con la consapevolezza che si verrà guardati con aria di sufficienza e un pizzico di disapprovazione. Se poi il sommelier è il proprio marito, che sa per certo che una domanda sul vino non è una semplice richiesta di informazione, la probabilità di ricevere una rispostaccia è quasi certezza.
Girovagare in rete nei blog e nei siti di altri paesi può essere cosa davvero interessante, specialmente se si tratta di culture lontane con cui più difficilmente si viene in contatto. Per carità, in epoca di globalizzazione, si va a Londra in poco tempo, a Parigi a fare la scampagnata del weekend e anche Madrid tutto sommato è accessibilissimo (sempre per gli altri … io l’ultima volta che mi sono mossa da Roma sono andata …. Hummm quand’è che mi sono mossa da Roma?????). In generale però, mi dicono che la gente normale viaggia.