Ogni tanto ci vuole, un bel pranzo in famiglia, magari per festeggiare, che so, il nuovo lavoro del marito :)
Lavoro bello e che ci avvicina ancora di più al mondo del vino, ma questa è un’altra storia. Solo che se già prima gli influssi del sommelier si sentivano, ora avremo tutte le ragioni per esserne inondati! E ne siamo felici.
Dunque, per questa Domenica ho deciso che era tempo di rimettere mani ai fornelli e di fare qualche cosa che non fosse il solito pasto veloce/insipido/indecente delle ultime settimane.
Sono in ritardo, lo so. Questo carnevale sta per finire , frappe ne ho fatte in abbondanza ( e spero anche voi) ma io volevo continuare a provare ricette dal libro di Biasetto “Senza dolce non è vita”.
Io dico sempre che il fritto è la risposta. Più o meno a qualsiasi domanda.
Frappe (o chiacchiere, lattughe, crostoli, cenci, etc etc) dicevamo. Quelle di Biasetto che tanto mi hanno colpito, sono qui. Mi piace tanto, questo dolce. E , sapendo che esistono tante versioni di servirle, dipendenti dalla regione d’Italia ma anche dalle tradizioni di famiglia, ho pensato di chiedere ai miei amici su fb come le condissero. Ne è venuto fuori una girandola di sapori che ho pensato di condividere con voi, perché ogni frappa ha il suo carattere, la sua indole, il suo modo di essere.
Sarà che per Natale non sono riuscita a scrivere nulla, sarà che Carnevale quest’anno finisce presto, io oggi dovevo fare frappe e, soprattutto, dovevo condividerle con voi. Ieri sono andata al supermercato e in un attimo di sconforto ho comprato un vassoietto di frappe al banco del pane. Si dà il caso che in generale siano fra i dolci preferiti di mio figlio, il quale, dopo aver assaggiato quelle comprata, ha sentenziato: “non capisco perché tu le abbia comprate, dovevi farle tu.”
Non volendo, una rubrica nata per caso è sempre molto seguita, anche se non pubblico cose simili da parecchio. Parlo della rubrica I dolci per le feste. Ho pubblicato altre cose tipo il profiteroles, il saint honorè, il mont blanc, la meringata e ora vorrei aggiungere un altro splendido dolce di Iginio Massari ovvero la charlotte ai frutti di bosco.
Questa volta doveva essere vintage, che più vintage non si può.
Vista la ricetta proposta da Marina per questa mese, mi è venuta improvvisa voglia di quelle decorazioni che faceva mia nonna, che ricordo da lontano e che avevano, su di me, l’effetto di pieno stupore.
Il sartù di riso, ecco la ricetta proposta per questo mese per l’Mtc.
Cari i miei lettori, ho notato un interesse sempre crescente per l’abbinamento segno zodiacale e cibo. Potevo forse farmi sfuggire l’occasione di abbinare una terrina, quale sfida dell’mtc presentata da quella splendida signora che è Giuliana, con le disavventure di ognuno di noi? Sì perché quello che state per leggere non è un oroscopo qualunque ma un Tristoroscopo con sottotitolo “maiunagioia”. A noi, le cose lisce, tranquille e serene ci fanno un baffo! A noi, dato che la sfiga ci corre dietro con la frusta, è dedicato questo oroscopo delle disavventure, per cui solo la terrina consigliata alla fine potrà salvarci!
Natale è bello. E di motivi ce ne sono tantissimi, anche per me, anche quando mi lascio sopraffare dalla stanchezza, dallo stress, dalla spesa, e dal portare quel figlio o quella figlia a destra e a manca, e dai che il tizio a lavoro non ha capito niente, etc etc.
Ma Natale è bello sul serio. E ci sono piccole cose che me lo fanno gustare. Tipo lo swap biscottifero con le amiche più care, che da un paio di Natali a questa parte, mi rende così ansiosa che arrivi Dicembre.
Appena l’ho saputo, ho pensato che fosse il Master più bello del mondo, quello edito da MTC sulla mise en place.
E non solo mi se en place, ma un compendio di come gestire una festa, dal menù, alla tavola, al dress code, agli inviti, il tutto sotto la guida di Caterina Reviglio Sonnino, Elisa Baker, Alessandra Gennaro.
Ho visto questa ricetta di Iginio Massari in una puntata di “Dolcemente con…”, trasmissione condotta dal nostro Black Santin. Amore a prima vista. Sarà per la descrizione di Massari, che la presentava come il dolce della nonna (o della mamma) da mangiare la Domenica, con quel sapore antico che non è facile ritrovare oggi, che ho pensato subito di inserirla di diritto fra i dolci per le feste.
E, credetemi, è da far festa ovunque e comunque, con un dolce così.