L’occasione è stata il voler utilizzare l’aceto balsamico tradizionale di Modena che avevo lì, nella sua teca, anzi nel suo sacrario. Intendiamoci: solo alcune alcune gocce sarebbero state utilizzate, non di più. E dato che con il parmigiano è stato abbondantemente provato, con una fragola anche, con la carne e col tonno pure, mancavano i primi.
Giusto in corner, questo mese. Siamo praticamente agli sgoccioli e riesco solo ora a pubblicare la ricetta per l’mt challenge, dedicato ai canederli proposti da Monica.
Intanto, fresca di un viaggio in Alto Adige, i canederli sono cose per noi provate di recente. Però, c’è un però, erano almeno un paio di anni che non li cucinavo io. E questo è male! Decisamente male. Quindi grazie a Monica per avermeli fatti ricordare.
Pepe: Nome comune delle spezie ottenute dai frutti delle piante del pepe, e in partic. della specie Piper nigrum, che fornisce sia il p. nero, una delle spezie più usate e conosciute sin dall’antichità greco-romana, costituito dai frutti immaturi disseccati, in forma di granelli di 3-6 mm di diametro, con superficie rugosa e sapore e odore acri caratteristici, sia il p. bianco, ottenuto dai frutti maturi privati del pericarpo dopo macerazione in acqua (cit. La treccani).
Pepe in grani: sinonimo di Pizza. Quella con la p maiuscola, fatta con passione e dedizione senza risparmiare nulla, ma proprio nulla, sugli ingredienti. Pepe in grani, oltre che di pizza, è anche sinonimo di Franco Pepe, ovvero colui che, recentemente, mi ha fatto emozionare col suo mondo.
L’essenziale dunque. Il tema de Le strade della mozzarella di quest’anno.
Questa manifestazione che ogni anno, grazie all’opera di Barbara Guerra e Albert Sapere insieme al Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana, porta in scena i sapori della Campania, conquista ogni volta, grazie ai prodotti, agli chef e all’atmosfera. E, per me, è sempre un piacere partecipare. Quest’anno poi, avevamo a disposizione, oltre all’imprescindibile mozzarella di bufala, dei pomodori di varie tipologie, di cui vorrei farvi sentire il profumo ( mi dispiace che non posso) e la pasta del Pastificio dei Campi.
Capiamoci: non lo faccio a posta.
Arriva l’mtc, la ricetta sempre ben spiegata e io che sto a lì a pensare. Il problema è che mi vengono sempre in mente cose border line. Io lo so, anche questa volta. Continuo a chiedermi se finirò fuori concorso..e però, e però non cambio una virgola: al limite andrò fuori concorso e me la prenderò con me stessa.
Ho passato, passo e passerò le mie estati e le mie ferie a Sapri, la perla del Cilento.
Chi legge questo blog, sa quanto io sia legata sia al paese che alle persone.
Fanno parte dei miei ricordi e del mio vissuto. Il caso vuole che una di queste persone, amica di mio padre e, lo dico con orgoglio, anche mia, sia Enzo Crivella.
Ma la dovevo postare subito, appena fatta proprio.
Foto prese di sfuggita, come di norma ultimamente. Post scritto al volo, ma che dico scritto, appena accennato, dato che domani Albertino (con me al seguito) fa il solito pit stop ospedaliero, che almeno una volta all’anno noi in ospedale una decina di giorni la vogliamo fare (con la speranza che diventa sempre più una certezza di andare verso il meglio, il suo futuro, con possibilità diverse).
E io non posso che chiamarlo così, questo piatto.
Tutto ha inizio tanto tempo fa, ma proprio tanto. Ero una pischelletta, diremmo a Roma, che si guardava un documentario su Sky. E come sempre accade con i documentari americani, quelli parlano dell’Italia e lo fanno bene. Potrei parlare per ore di quanto mi piacciano i vari programmi /documentari/film sulla cucina esteri e di quanti snobbi quelli italiani ma lasciamo perdere che finirei per creare una luuunga polemica.
Messaggio per la Alessandra e la Antonietta: no, non è quello della figura il dolce in concorso per l’MTC di questo mese, perché so che sarebbe stato rigorosamente sbattuto fuori, data la forma non canonica. Però quello è il dolce che mi era venuto in mente, devo dirvelo; mi ci ero affezionata e ho voluto mostrarvelo.
Ed è arrivato. L’ormeggio al porto dell’mtc è stato fatto con maestria ma ha portato lo steso un carico di scombussolamento. Sì, perché il Babà fa questo effetto. Quello di fartelo prima contemplare con rispetto. Quello di farti prima immaginare quanto sarà inzuppato. Quello che ti fa venire voglia di mettere un dito sopra per vedere quanto e come affonda. Quello che poi prendi il babà in mano, non curante del vestito nuovo né tantomeno della probabile goccia di bagna che ci finirà sopra.