Matrimonio all’italiana è il film che mi ha fatto amare la coppia Loren-Mastroianni. L’intensità di Filumena e Dummì fa entrare nella loro vita come se fossimo lì, spettatori di eccezione delle loro vite, quasi senza schermo davanti. Uno di quei casi in cui il film non delude rispetto alla versione teatrale. Anzi, rispetto alla storia sul palco, il film mostra dei flash back e dei retroscena utili a comprendere i personaggi.
Ogni estate la stessa storia. Vi capita mai che qualcuno vi inviti dicendo “facciamo una bella insalata di riso fresca e leggera, che fa troppo caldo!” e vi ritrovate con un piatto di riso condito con sottaceti e condimenti pronti e farcito con svariati cucchiai di maionese, che tutto fanno tranne rendere leggero il piatto? Quella che doveva essere una cena all’insegna della freschezza diventa un piccolo macigno nello stomaco che vi farà rimpiangere un bel piatto di lasagne o peperonata per tutta la notte!
La terra, rossa. Tanto ricca e pietrosa quanto generosa con coloro che sono in grado di domarla. Costellata di sassi, (le chiancole) con cui i contadini costruivano i muretti a secco, così comuni in campagna. Quel colore rosso non lo ritrovo nella terra di nessuna altra regione, è caratteristico della Puglia e in particolare della Valle d’Itria, quella valle incantata fra Ostuni, Ceglie, Cisternino e Martina Franca dove fanno bella mostr i trulli, con le loro infinite storie da raccontare e con le cupole che le mantengono al sicuro.
Tempo fa avevo raccontato che non mangiavo il panettone ma che dopo aver assaggiato quello di Dario Loison, produttore conosciuto in quel di Gente del Fud in pieno Giugno, mi ero ricreduta. Infatti ora metto il Panettone fra i miei dolci preferiti. E’ un po’ di tempo che non riesco a partecipare ai vari contest, vuoi per motivi di tempo, vuoi per motivi di stanchezza fine anno ma quando ho visto sul sito Loison che si poteva partecipare al contest “Insolito Gelato” non ci ho pensato un attimo e mi sono iscritta! Semplicemente perché non volevo perdermi l’occasione di mangiare un buon panettone, stavolta in pieno Luglio…e poi il contest richiedeva di creare un gelato con il panettone..e considerando che adoro il gelato unire le due cose mi è sembrato golosissimo!
Un’amica, parlando della sua terra, l’Emilia, mi disse
“se sei in Emilia accadono cose straordinarie, perché la terra è straordinaria ma la gente lo di più. Pensa, chiedi del formaggio e l’Emilia ti fa il Parmigiano, chiedi da Bere e ti offrono il Lambrusco. Vuoi una macchina? E loro ti tirano fuori la Ferrari e se vuoi l’aceto, allora ti inventano l’aceto balsamico tradizionale di Modena. Lo hai visto il terremoto? Bene, gli emiliani ti costruiranno una cattedrale nel Deserto”.
..invece si sono trasformate in tagliatelle e alla fine sono state trofiette. Avevo programmato un bel piatto di lagane, complice un bel libro sui ceci di Cicerale che ho a casa e l’acquisto dei famosi Ceci l’ultima volta che sono andata in Campania. Avevo preparato tutto: i ceci, piccoli, di un bellissimo colore fra l’arancio e il beige, immersi nell’acqua tutta la notte, la farina di semola rimacinata, l’olio pugliese, qualche peperoncino (per chi lo volesse).
Dopo un post canterino di una certa rilevanza, volete che non vi aggiorni sulle ultime novità in fatto di musica, dettate direttamente dall’esperta di casa, sempre più brava nello scovare pezzi d’autore? In realtà sto cominciando seriamente a preoccuparmi, stavolta l’ho scampata bella ma non credo che potrò resistere a lungo. Scena solita (ormai ce l’avete stampata nella memoria): io che mi accingo a scrivere qualcosa al pc (tanto per cambiare, una ricetta) e la Pasionaria che, neanche faccio in tempo a sedermi che subito mi fa la sua prima richiesta musicale (per lei, pc = jukebox):” Mamma, mi metti PEIPON?”
Questa pasta o la si ama o la si odia. Non ci sono vie di mezzo. Come per tutte le paste con la frutta (vedi quelle con i fichi, etc etc) il gusto a metà fra il dolce e il salato deve piacere! Detto ciò, questo condimento non me lo sono inventato io! E per di più non era neanche messo su piatto di pasta ma su della pizza fritta. Fatto sta che me ne sono innamorata, e in attesa di una buona ricetta per la pizza fritta (sono fiduciosa!) ho pensato di rifarlo per condirci degli spaghetti.
Vi prometto che prima o poi smetterò di citare le cose buone che ho assaggiato qui…ma non posso trattenermi dal citare questo dolce. Ne ho mangiato più e più volte, andando a svaligiare loro (messaggio in codice: chiunque passi da Pietro Macellaro non può non fare una piacevole sosta!!!). Sto parlando delle monoporzioni di Torta Malaga.
Scena numero uno: prima mattina
“Mamma, io ero nella tua pancia vero?”
“Sì certo” ho risposto di botto alla domanda fatta da La Pasionaria qualche giorno fa, pensando con tenerezza a lei che faceva il cavallino dentro la mia pancia 8avrei dovuto immaginarlo fin da allora che non poteva nascere che un peperino)
“ma allora lui era nella pancia di papà?” chiede questo indicando il fratello.
“No” rispondo sorridendo a questa ingenuità, “anche lui era nella mia pancia”
“ah” risponde lei mettendo automaticamente la manina sulla mia pancia “humm…grande eh?”