A casa nostra, Marzo e Aprile sono due mesi ricchi di compleanni.
Feste di qua e di là, una dietro l’altra. Tutti parenti stretti, sembra abbiamo deciso di concentrare gli stravizi in questi due mesi. Una pausa a maggio e giugno (quando notoriamente le comunioni e i matrimoni la fanno dai padroni) per poi riprendere con i mesi estivi che, per me, hanno il culmine in Agosto, dove si concentrano i tre compleanni degli altri appartenenti di questa famiglia (marito e due figli) e, come se non bastasse, anche il compleanno del cane e il gatto, ai quali non faccio una torta solo perché non possono mangiarla. Poi mi chiedete perché faccio sempre dolci!
Ogni tanto qualcuno mi ricorda tutto quello che abbiamo fatto, che avete fatto, ai tempi della protesta per il Santa Lucia, la Fondazione dove da tanti anni Albertino (come convenzionalmente chiamo il mio bandito di nove anni), svolge la sua fisioterapia, unico centro qui a Roma in grado di aiutarlo.
Il Pan di Spagna.
Buona Pasqua! Mai avrei pensato di avere l’occasione di augurarvela in questo modo. Tutto merito (o colpa) di Flavia e di Alessandra. Vorrei dire loro molto cose, compresa la gioia e l’emozione e anche, soprattutto, l’ansia che circonda i primi momenti dell’mtc. Ma mi scuserete, mi trattengo e non dico oltre perché già so che questo post sarà lungo e intenso.
Dopo due ricette salate, avevo bisogno di una pausa dolce. Lo so, sono decisamente incorreggibile ma senza dolci non ci so stare. Poi non è che sia andata su una cosa tanto leggerina: volevo un dolce ricco di cioccolata. E per ricco, voglio dire proprio ricco. Allora mi sono ricordata di una ricetta di Rossana (alla quale ormai dovrei pagare i diritti d’autore, a forza di saccheggiare le sue ricette). Rossana sta in America e qual è uno dei dolci più rappresentativi americani? Quelli che su vari siti, da Martha Stewart in poi, si presentano non in tutte le forme (che quella resta sempre la stessa) ma in tutte le salse?
Prima che sia troppo tardi. Prima che inorridiate al solo pensiero. Prima che le temperature diano il via al fiorire di dolci freschi, con fragole, panna, creme, cose primaverili et similia.
Dovevo postarle.
A San Valentino e dintorni si vedono tante frasi, tanti commenti lanciati e lasciati alla persona amata, specie sui social.
Finisce sempre che:
se c’è un amore, è mio, se ci sono due corpi, c’è un’anima sola, se c’è un dopo, è dopo tanti anni, se ci si ama, è follemente, se c’è un amore, è tutti i giorni e non solo a San Valentino, si ci sono due cuori, c’è una capanna, se c’è una passione, è folle, se ci si ama, è come il primo giorno, se è più di ieri, è meno di domani.
La Pasionaria cresce, questa è la notizia. Cresce più in fretta di quello che riesco ad accorgermi. Succede che ogni tanto mi fermi all’improvviso a guardarla mentre cammina per strada. Di solito balla e saltella, perché il suo camminare coincide con quello: fa giravolte, mi mostra le cose imparate a danza, incurante dei sorrisi della gente o forse curante proprio di questo. E mi dice mamma, guarda come sono brava. Puntualmente mi viene da chiedermi: ma quella ragazzina alta e magra, è lei? Troppo alta e un filo troppo magra, nonostante l’appetito non le manchi. Ma è proprio lei? Mi chiedo mentre la vedo che si specchia nelle vetrine e mi indica tutte le insegne, perché ormai sappiamo leggere.
Girovagavo, al solito, su qualche sito francese di pasticceria. Gira che ti rigira, ad un certo punto mi sono bloccata: era lei. Dovevo averla. Non era difficile, anzi, ma gli ingredienti e la consistenza non potevano che dare luogo ad un dolce che mi avrebbe lasciato in pieno deliquio.
Voi capite: crema di marroni, cioccolato e nocciole. Fatemi morire qui e subito, è stato il mio pensiero.
Vi ho già detto che ho cambiato casa? Sì? Sì.
Vi ho già detto che ora ho un giardino? Ah, l’ho detto? Ah, le ultime foto con tema bucolico ve lo avevano fatto intendere?
Ok, posso quindi passare all’argomento successivo: la vita con un giardiniere.
“Mamma sono molto contrariata.”
Così ha esordito mia figlia di 5 anni, che convenzionalmente chiameremo La Pasionaria, l’altro giorno, all’uscita da scuola.
“Come mai?? Che è successo”
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