Strano trovare una vecchia scatola con vecchie foto. Le osservi e sembra di star lì a guardare una dimensione parallela, di essere catapultati per un attimo in altri tempi. Tempo fa ho trovato a casa dei miei nonni paterni delle foto. Sono molto antiche e hanno tutto il fascino della foto fatta e creata come un quadro, con delle pose studiate, con gli sguardi penetranti e la scenografia dipinta. Non so chi siano queste persone e mi rammarico di non poterlo ormai chiedere più alla fonte. Forse parenti o amici..o bisnonni, chissà.
I souvenir … ne ho di tutti i tipi: le calamite per il frigorifero, le tegole variamente dipinte, i quadretti in plastica, i piattini con la scritta “ciao da…” e i portachiavi! Come non citare i portachiavi? Queste erano le cose che mi portavano fino a qualche anno fa. Da un po’ di tempo le cose sono cambiate: o mi portano roba da mangiare tipica del posto o libri di ricette, sempre tipiche del posti! Che vorrà dire???? Ne sono contenta … mi piace approfondire il cibo di paesi che nella maggior parte dei casi non conosco..anche se ogni tanto ti portano dei libri tipo : “come fare dei dolci con alla base il preparato taldeitali”! La sorellina, dall’America, mi portò 300 pagine di un libro fatto così!!!! Che la possino! Però ultimamente si è fatta perdonare, in merito ai souvenir: è stata a Vienna e mi ha portato un libricino con le ricette preferite da Sissi.
Ed eccoci alla prima giornata della settimana dedicata, da noi Compagni di blogger, al re dei dolci napoletani, ovvero il babà. La settimana sarà ricca di sorprese e proposte sorprendenti e divertenti ma non mancheranno ricette tradizionali, racconti delle origini del dolce e delle tradizioni. Io sono molto felice ed orgogliosa di poter ospitare, come vi avevo detto nel precedente post (link al post), una nuova compagna di avventure: Rossana Iodice. Sono certa che la sua esperienza, preparazione e generosità nelle spiegazioni saranno di aiuto a tutti noi, così come lo sono sempre sul forum di gennarino. In bocca al lupo Rossana…e che il divertimento inizi!!!”
Salve, sono Rossana e prima di tutto vorrei ringraziare tutte le amiche di Compagni di Blogger che mi hanno permesso di partecipare a questo progetto, pur non avendo un mio blog, ma soprattutto la mia amica Caris, che mi ha gentilmente ceduto lo spazio qui, nel suo blog. A cominciare da oggi, Compagni di blogger presentera’ un’assortimento di ricette per onorare sua Maesta’ il baba’ ed io mi permetto di aggiungere una breve nota biografica sul re indiscusso della pasticceria partenopea.
Le origini del babà – sebbene circondate da leggende e racconti più o meno attendibili – sono indubbiamente legate ad un sovrano vero e proprio, Stanislao Leszczyński, re di Polonia per ben due volte (dal 1704 al 1709 e successivamente dal 1733 al 1736) e ad un pasticciere alsaziano di nome Nicholas Stohrer.
Di re Stanislao si dice che oltre ad essere un buongustaio, fosse anche un cuoco dilettante. Ed è forse questo che ha dato vita all’ipotesi che fosse stato lo stesso sovrano ad inventare il dolce che oggi conosciamo come “babà”. Tra i sostenitori di questa teoria, il famoso giornalista culinario Grimod de la Reyniere. A dissentire, invece, sono proprio i proprietari della pasticceria Stohrer di Parigi, la più antica della capitale francese, fondata dallo stesso Nicolas Stohrer nel 1730.
Secondo il loro racconto, fu Nicholas, allora apprendista, a bagnare con vino Malaga una specie di brioche secca polacca, che il re aveva portato indietro da un viaggio in Polonia. Successivamente, Stohrer l’avrebbe anche profumata con lo zafferano e arricchita d’uva di Corinto. Pare che il re, in quel periodo, fosse intento alla lettura delle “Mille e una Notte”, che erano da poco state tradotte in francese da Antoine Galland e che abbia quindi deciso di battezzare questa nuova creazione culinaria dagli aromi reminiscenti l’Oriente, con il nome di Ali Babà, in onore del famoso personaggio di quella raccolta letteraria.
Leggende e racconti a parte, “baba” (o babka) non è altro che il nome polacco di un dolce lievitato comune a molti paesi europei: gugelhopf or kugelhopf in Austria, Svizzera e Germania meridionale; bundtkuchen nel resto della Germania e koughlof in Alsazia. Un dolce d’origini antiche, la cui presentazione è resa maestosa dagli stampi alti con le pareti spesso decorate in cui si suole cuocerlo. Preparare dolci lievitati per celebrare gli eventi importanti della vita – e soprattutto per celebrare la Pasqua – appartiene alla tradizione europea. Considerando la diffusione di questo dolce, si può facilmente presumere che il vero merito di re Stanislao sia stato quello di rendere famosa in Francia, con il nome polacco, la versione elaborata nelle cucine della sua residenza.
Al pasticciere del re, invece, va riconosciuto il merito di aver introdotto il “Babà” dapprima alla corte di Francia – quando nel 1725 si trasferì a Versailles al seguito di Maria Leszczyńska, diventata moglie di Luigi XV – e successivamente ai benestanti frequentatori della pasticceria che aprì nel 1830 in Rue Montorgueil, a Parigi. Il babà rimane tutt’ora il vanto di questa pasticceria.
Il gusto principale del babà di quei tempi era caratterizzato dalla presenza nell’impasto dello zafferano e dell’uva di Corinto, nonché dalla bagna di vino liquoroso (Malaga o Madeira, come risulta da alcune pubblicazioni). Non si sa con assoluta certezza quando il rum abbia preso il posto dei vini liquorosi.
A Napoli il babà arriverà parecchi anni più tardi, grazie a Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV di Borbone, la quale chiamò al suo servizio cuochi francesi facendo sì che la cucina francese divenisse simbolo di eleganza e sinonimo di ricchezza, e quindi promuovendo l’ingresso della figura dei Monzù ( interpretazione dialettale di Monsieur) – ovvero i cuochi francesi d’origine o quelli che avevano imparato da questi ultimi – presso tutte le case nobiliari del regno.
Questo dolce, una volta prerogativa esclusiva di reali e nobili, oggi è patrimonio della pasticceria tradizionale napoletana.
Passando al dunque, eccovi la mia ricetta: minuscoli baba’ al rum incastonati come perle in una morbida e ricca ganache di cioccolato. Per l’abbinamento col vino, Luciano Pignataro dice: “A questo dolce così robusto, in fondo dominato dal cioccolato, proviamo il Moscato di Trani 2008 di Franco Di Filippo, un vino dolce di grande spessore, fresco, complesso, per dare una spinta nel palato a questo dolce.”
Mi raccomando, dopo aver letto la mia ricetta non perdetevi il Baba’ tradizionale ed i preziosi consigli di Teresa
Ingredienti
Procedimento
*Per la ricetta del baba’, ho scelto di utilizzare quella pubblicata da Rimmel sul forum di gennarino
Una cosa più facile non la potevo fare. Però i miei figli a volte mi “istigano”! La cosa bella è che è stata la gioia dei bambini (e pure della mamma, se è per questo) con minimo sforzo. L’antefatto è abbastanza comune, soprattutto quando si ha a che fare con bimbetti in età televisiva (e quindi pubblicitaria): hanno visto uno snack, uno nuovo, diverso dal solito. Una bella bustina con dentro tanti pop corn ricoperti di cioccolato al latte. E da qui è iniziato la solita tiritera “mamma-me-la-compri??? Eddai-che-non-mi-compri-mai-niente! I-miei-amici-ce-l’hanno-e -io-no, solo-questo-e-basta”
Albertino, appassionatissimo di animali, documentari e quant’altro faccia parte del regno animale, da piccolo soleva dire “sono stato al Mio parco”ovvero, sono stato al Bio parco, il grosso parco zoologico al centro di Roma. Io, lo ammetto, non ho mai amato gli zoo, neanche da piccola. Vedere gli animali in gabbia, o comunque in uno spazio chiuso, mi mette molta tristezza. Secondo me devono restare liberi ( e lo dice una che ha paura perenne degli animali). Vero è che un bimbo in città vede raramente degli animali veri e chi il bio parco a volte è l’unica possibilità.
Un pomeriggio da dedicare ai bambini: non capitava da tanto! Loro due ed io! Non potevo non fare qualcosa di buffo, goloso, divertente e a fatica-zero!Ed ecco a voi i BAFFI DI CIOCCOLATO!!! Collezione primavera/estate 2012! Perché mica ci siamo accontentati di fare un solo modello, che scherziamo???? I baffi di cioccolato vanno adattati a diverse occasioni e diversi umori! Verso il basso, verso l’alto, arricciati, con i ghirigori …. cambiano una faccia! Solo che quelli veri pizzicano..questi di cioccolato si fanno mangiare che è un piacere!
E’ nato un nuovo blog, elegante, colorato, ben fatto: il blog della Lube! Sissignore, la Lube, quella delle cucine-mega-galattiche, che ultimamente mi sogno anche la notte … ma non divaghiamo! La Lube mi ha chiesto di raccontare cosa significhi la Cucina per me e io l’ho fatto con piacere. Ho anche abbinato una ricetta tradizionale della mia famiglia (un dolce che mia nonna faceva sempre con amore infinito) e scattato delle foto che poi loro hanno montato in maniera davvero bellissima. Insieme a me hanno raccontato la Loro Idea di Cucina anche Tinuccia e Teresa e so che presto si aggiungeranno altri blogger.
Cosa si fa la prima Domenica del mese? Si sta a casa a curare i figli col raffreddore (come successo nelle ultime 5 domeniche)? Si stira la pila interminabile di panni? Si decide se prendere l’aspirapolvere in mano subito o aspettare una mezz’oretta, giusto il tempo di fare “ohmmmmmmmm” per caricarsi bene? NO, tutto questo si fa le restanti domeniche, non la prima….perchè chi abita nei pressi di Frascati, gioioso paesino dei Castelli romani, la prima domenica del mese se ne va un paio di ore al Mercatino, quello con la M maiuscola!
“Agatì, dammi la mano che t’insegno. Devi girare la forchetta in questo modo. Gira, non ti scantare, forte che diventa liscia……Lei voleva diventare la sposa di Gesù, aveva deciso di consacrarsi a lui e nessuno ci poteva a farle cambiare strada. L’atteggiamento di virginedda timida eccitò i sensi del console. Prima o poi te ne accorgerai anche tu che qui in Sicilia, isola di cruzzuni, i desideri delle donne non contano niente, mentre quello che vogliono gli uomini diventa destino.”
A volte capita che il periodo non sia dei migliori. Vuoi per una lettera giunta da lontano, un risultato che non doveva arrivare, un carico che la pazienza stenta a portare avanti..insomma, capita a tutti di dire un bel “non ce la faccio più”. Non è questione di non pensare e mettersi in cucina a sfornare una coccola culinaria…certe volte non basta e non serve. Però fortunatamente esiste qualcosa o qualcuno che un sorriso te lo strappa sempre.