E’ nato un nuovo blog, elegante, colorato, ben fatto: il blog della Lube! Sissignore, la Lube, quella delle cucine-mega-galattiche, che ultimamente mi sogno anche la notte … ma non divaghiamo! La Lube mi ha chiesto di raccontare cosa significhi la Cucina per me e io l’ho fatto con piacere. Ho anche abbinato una ricetta tradizionale della mia famiglia (un dolce che mia nonna faceva sempre con amore infinito) e scattato delle foto che poi loro hanno montato in maniera davvero bellissima. Insieme a me hanno raccontato la Loro Idea di Cucina anche Tinuccia e Teresa e so che presto si aggiungeranno altri blogger.
Come dicevo nello scorso post, ho preso a fare una certa quantità di crepe: dopo quelle con la farina di fave, sono passata a quelle con la farina di castagne e ho terminato, oggi, con quelle con la farina “normale”! Ho fatto il percorso inverso ma alla fine ci sono arrivata! Volevate che, dopo una preparazione salata, non facessi un dolce?? Impossibile, è più forte di me! E una serie di fattori mi hanno costretto: non volevo ma non ho potuto fare altrimenti.
Il momento è arrivato, inaspettato, un po’ crudele, definitivo. In passato ci avevo anche pensato ma lo svolgersi dell’azione è stato..dirompente, oserei dire, e anche con un finale spiazzante. Parlo dell’innamoramento e relativo fidanzamento. Non di uno solo ma di entrambi i miei figli.
Cosa si fa la prima Domenica del mese? Si sta a casa a curare i figli col raffreddore (come successo nelle ultime 5 domeniche)? Si stira la pila interminabile di panni? Si decide se prendere l’aspirapolvere in mano subito o aspettare una mezz’oretta, giusto il tempo di fare “ohmmmmmmmm” per caricarsi bene? NO, tutto questo si fa le restanti domeniche, non la prima….perchè chi abita nei pressi di Frascati, gioioso paesino dei Castelli romani, la prima domenica del mese se ne va un paio di ore al Mercatino, quello con la M maiuscola!
Anni fa mi capitò di mangiare per la prima volta la creme brulée (o meglio, quella che io pensavo essere una creme brulée) e alla domanda “cos’è e come la fate” l’incauto cameriere rispose: “ Signorina..e come vuole che si faccia? Prende un po’ di crema pasticcera, ci mette lo zucchero e fa il caramello”. Non metto in dubbio che avessero fatto proprio così, considerando che mi sono mangiata una mappazza di crema pasticcera tanto soda che il cucchiaino stava in piedi comodamente senza appoggio e che, in pratica, per mandare giù il boccone di crema dovevo masticarlo…fatto sta che quella non era affatto una creme brulée (come poi ho scoperto negli anni avvenire).
Anni fa , non ricordo dove fossi, vidi la copertina di un libro che mi colpì profondamente: fondo nero e, su un’alzatina trasparente, delle splendide pesche di prato. La scena era tutta per loro: erano semplicemente perfette. In molte pasticcerie si trovavano (e si trovano) le pesche (la denominazione “di Prato” non viene quasi mai aggiunta qui a Roma)…ma si vedeva lontano un miglio quanto quelle della copertina fossero diverse. Ho sfogliato quel libro velocemente, ricordo che avevo pochissimo tempo. Poi all’epoca non avevo ancora la passione per tutti i libri di cucina..quindi lasciai il libro. Me ne sono pentita quasi subito, anche perché non l’ho più ritrovato. Potete quindi immaginare cosa ho provato quando me lo sono ritrovata fra le mani, complice la partecipazione al contest di Simona, cib’arte.
Questa è stata una settimana cruciale e giornali, televisioni e radio hanno dato grande spazio alle due domande che hanno attanagliato i pensieri della maggioranza degli italiani, la seconda delle quali continua a non avere risposta certa: chi è meglio, la Canalis o Belen? Fortunatamente, alla prima abbiamo avuto invece una risposta più che esaustiva, che non lascia adito a dubbi. Ora sappiamo se Belen porti o meno la biancheria intima e, accertata la verità, siamo tutti più tranquilli, a maggior ragione che a fornirci la risposta è stata la protagonista stessa, che ha ritenuto opportuno darci spiegazioni con dovizia di particolari.
Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
“Agatì, dammi la mano che t’insegno. Devi girare la forchetta in questo modo. Gira, non ti scantare, forte che diventa liscia……Lei voleva diventare la sposa di Gesù, aveva deciso di consacrarsi a lui e nessuno ci poteva a farle cambiare strada. L’atteggiamento di virginedda timida eccitò i sensi del console. Prima o poi te ne accorgerai anche tu che qui in Sicilia, isola di cruzzuni, i desideri delle donne non contano niente, mentre quello che vogliono gli uomini diventa destino.”
A volte capita che il periodo non sia dei migliori. Vuoi per una lettera giunta da lontano, un risultato che non doveva arrivare, un carico che la pazienza stenta a portare avanti..insomma, capita a tutti di dire un bel “non ce la faccio più”. Non è questione di non pensare e mettersi in cucina a sfornare una coccola culinaria…certe volte non basta e non serve. Però fortunatamente esiste qualcosa o qualcuno che un sorriso te lo strappa sempre.