La crema pasticcera, quanto è buona? Quella che avanza poi, ha un non so quale appeal che ti fa prendere un cucchiaio e mangiarla. Il “Posso lasciare questo po’ di crema nella ciotola? Neanche a sporcare un contenitore, per una simile quantità.” è più o meno il pensiero costante.
E’ di questi giorni una notizia che mi riempie di gioia: il maestro Massari offrirà al suo fan club un giorno di corso gratuito, in quel di Brescia. Se tutto va come deve (e gli scongiuri li faccio da ora), a Marzo parto e insieme a qualche amica e tantissime altre persone, conoscerò il maestro e passerò una bella giornata a Brescia, con annessa visita alla pasticceria Veneto: devo aggiungere altro?
La Pasionaria cresce, questa è la notizia. Cresce più in fretta di quello che riesco ad accorgermi. Succede che ogni tanto mi fermi all’improvviso a guardarla mentre cammina per strada. Di solito balla e saltella, perché il suo camminare coincide con quello: fa giravolte, mi mostra le cose imparate a danza, incurante dei sorrisi della gente o forse curante proprio di questo. E mi dice mamma, guarda come sono brava. Puntualmente mi viene da chiedermi: ma quella ragazzina alta e magra, è lei? Troppo alta e un filo troppo magra, nonostante l’appetito non le manchi. Ma è proprio lei? Mi chiedo mentre la vedo che si specchia nelle vetrine e mi indica tutte le insegne, perché ormai sappiamo leggere.
Natale è passato velocemente quindi approfitto di questo post per fare un augurio cumulativo: Buon Natale, Buon Capodanno, Buone Feste!
Natale è passato veloce, lasciando un carico di doni fra cui un bel cesto con dentro tante cose. Un pacchetto in particolare mi ha incuriosito: I Biscotti di Sassuolo, della Buratti e Milano. Sassuolo mi scuserà, ma non sapevo che esistessero dei biscotti tipici. Ho rimediato subito facendo onore e finendo la scatola.
In pratica, sono delle margheritine molto simili, ma molto, ai canestrelli.
Non sono un’amante delle torte in pasta di zucchero decorate con tanti personaggi. A questo mio commento mi è stato sempre ribattuto: non sei capace. Sicuramente. Ma spieghiamoci: non che è non mi piaccia decorare. Ogni tanto mi capita, è divertente, quelle tre quattro volte l’anno capita di fare, dalla a alla z, una torta decorata in pasta di zucchero, per qualcuno cui tengo e che la desidera così . Spesso penso a dei corsi da seguire e quelli cui penso sono: a) la fotografia, b) un corso con un pasticcere tipo Michalak, Fusto, De Carlo. Una cosa così. Un corso sul cake design potrebbe essere solo (molto) dopo aver frequentato tutti quelli di pasticceria possibili e immaginabili.
Girovagavo, al solito, su qualche sito francese di pasticceria. Gira che ti rigira, ad un certo punto mi sono bloccata: era lei. Dovevo averla. Non era difficile, anzi, ma gli ingredienti e la consistenza non potevano che dare luogo ad un dolce che mi avrebbe lasciato in pieno deliquio.
Voi capite: crema di marroni, cioccolato e nocciole. Fatemi morire qui e subito, è stato il mio pensiero.
I samizdat. Da quando ho scoperto il fenomeno dei samizdat ho cominciato ad amare la letteratura russa ancor di più, se possibile.
Cosa sono i samizdat? Un fenomeno particolare, unico al mondo, si è sviluppato in Russia fra le fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. E’ successo che, per sfuggire alla censura dello stato, che non permetteva di pubblicare certi libri nuovi o di far circolare certi libri vecchi, gli scrittori, quando scrivevano un libro, lo ciclostilavano e lo passavano agli amici.
Questo mese l’Mtc è difficile. Per la ricetta? Quella, dipende. I muffin sono praticamente i dolci più fatti e rifatti, quelli che tutti conoscono. Farli bene non è così scontato, perché il problema serio è che rischiano di essere troppo secchi, se non controllati in cottura, ma Francesca ci ha dato ottime versione, tanti consigli e la scelta fra dolce e salato. Alessandra, come se questo non fosse sufficiente, ha chiesto di abbinarli a un testo letteraio. Nelle discussioni su Fb, ha specificato “qualcosa che vi rappresenti”.
Domenica a pranzo da mamma, ma pranzo un po’ speciale, causa presenza di suo nipote (mio cugino) con la figlioletta al seguito. Era tanto che non veniva, quindi l’ansia di mia madre, nella preparazione del pranzo, era direttamente proporzionale a quella leggera pressione che le fa mio padre quando ha ospiti, fosse pure un parente, uno di casa insomma.
Presa dalla gioia generale dell’occasione propizia per preparare qualcosa, telefono a mamma e le dico: porto il dolce. Eh, risponde lei, anche io ne faccio uno. papà vuole un pan di spagna con la crema e il cioccolato, un dolce normale insomma.
Un dolce normale.
Arriva l’autunno e la voglia di mele si fa sentire. Alzi la mano chi non desidera ardentemente un ciambellone con le mele, una crostata che mostri orgogliosa tutti gli spicchi, una tarte tatin da far resuscitare i morti. E’ così, non c’è nulla da fare.
Le mele fanno sempre dolce: da quello più semplice a quello più complesso.