Era il 2015, numero 14 di So Good, che Christophe Renou pubblicava la ricetta della sua Fraiser Rivisitè.
Lui, un ragazzo dall’aria per bene, tranquilla , quasi timida, aveva creato questo dolce per il Meilleurs Ouvriers de France. La sfida era immaginare un dolce senza anelli e stampi e lui ha pensato ad una spirale. Inutile dire che fu un enorme successo. Questo dolce è praticamente diventato il pallino di molti pasticceri di tutta Europa. Ne ho anche visti degli esemplari riprodotto in Italia ma rendiamo merito a Renou perché è suo. Punto.
Ho scoperto i dolci del medio oriente e della Persia grazie ad una cara amica e ancora ringrazio la mia buona stella per questa fortuna. Grazie a Rossana mi si è aperto un mondo incredibile. Poi devo dirlo, ho studiato i libri di Ottolenghi, provato vari dolci (ma’amul e NAAH NOKHODCHI), parlato con persone del luogo: insomma, il danno è fatto. Metteteci anche che sono follemente dell’acqua di rose e il quadro è completo. Quando mi capita di usare l’acqua di rose in un dolce, so già che mi sarà difficile staccarmene (e infatti non riesco).
Avevo in testa questa combinazione da non so quanto. E volevo proprio farci una torta di stampo moderno. Ma, come sempre succede, non ero mai riuscita a realizzarla, per molli motivi, probabilmente tutti non importanti.
Poi sono arrivati loro, Eleonora e Michael, che hanno vinto l’ultimo MTC e che hanno proposto una sfida basata su un solo ingrediente: il miele. Solo un’altra volta era successo, con la castagna e mi ero divertita moltissimo. Anche se affronto questa sfida con un sentimento particolare perché amo molto il miele e mi ispira sempre una sensazione di intimità e calore. Sarà che uno dei miei confort food preferiti, quando fuori si scatena il freddo, è e sempre sarà il latte con il miele. Ma a parte questo amore dichiarato per il miele, io volevo proprio farla, questa torta e il caso (il caso?) vuole che sia capitata questa sfida.
Torta fatta durante le feste, per la precisione per la sera del trentuno. Avevo, come eredità della cena della Vigilia di Natale, due dita della mano destra fuori uso: ferita indecente, portata dietro per dieci giorni e vorrei poter dire “incidente del mestiere” ma quello che mi è successo è talmente assurdo che non posso neanche consolarmi così.
Le feste sono lì per terminare, siamo reduci (ditemi che è un siamo e che vale anche per voi) di mangiate epocali e di pomeriggi passati con i parenti davanti a qualcosa di più di un ben di Dio. Ma manca la Befana e, diciamolo con franchezza, l’ultima domenica prima di cominciare la famosissima dieta di Lunedì-prossimo.
A casa nostra, Marzo e Aprile sono due mesi ricchi di compleanni.
Feste di qua e di là, una dietro l’altra. Tutti parenti stretti, sembra abbiamo deciso di concentrare gli stravizi in questi due mesi. Una pausa a maggio e giugno (quando notoriamente le comunioni e i matrimoni la fanno dai padroni) per poi riprendere con i mesi estivi che, per me, hanno il culmine in Agosto, dove si concentrano i tre compleanni degli altri appartenenti di questa famiglia (marito e due figli) e, come se non bastasse, anche il compleanno del cane e il gatto, ai quali non faccio una torta solo perché non possono mangiarla. Poi mi chiedete perché faccio sempre dolci!
Non sono un’amante delle torte in pasta di zucchero decorate con tanti personaggi. A questo mio commento mi è stato sempre ribattuto: non sei capace. Sicuramente. Ma spieghiamoci: non che è non mi piaccia decorare. Ogni tanto mi capita, è divertente, quelle tre quattro volte l’anno capita di fare, dalla a alla z, una torta decorata in pasta di zucchero, per qualcuno cui tengo e che la desidera così . Spesso penso a dei corsi da seguire e quelli cui penso sono: a) la fotografia, b) un corso con un pasticcere tipo Michalak, Fusto, De Carlo. Una cosa così. Un corso sul cake design potrebbe essere solo (molto) dopo aver frequentato tutti quelli di pasticceria possibili e immaginabili.
Ditemi quel volete ma stare a dieta non è bello. Lo devo fare, lo faccio ma non sono contenta. E il mio fisico lo sa. Fosse per me mangerei ben altro e per altro, di questo periodo, intendo casatiello, torta ai carciofi, cioccolato e pastiera (perché io, ad un alimentazione leggera, ci tengo).
Il problema sta anche in quello che ti dice la gente e io, a questa entità strana che si chiama Laggente, prima o poi gliene dico quattro.
Una sorella che si specializza in ortopedia non capita tutti i giorni. Specie se è la sorellina più piccola, nonché zia d’America e portatrice sanissima di belle gambe. Oggi è stata una giornata in cui mi sono sentita davvero orgogliosa: ho visto una giovane donna bella, molto bella ma soprattutto brava e preparata.
Puoi cucinare le cose più buone, genuine, salutari ma per tua madre cucinerai sempre cose inadatte ai suoi nipoti (che siano figli tuoi è, in ogni caso, secondario).
Per la mia poi, il mio stile di cucina non va mai bene. La telefonata serale ha un unico argomento finale, argomento che ha un nome del genere: “che hai fatto mangiare a quelle povere creature?”.