Il Pan di Spagna.
Buona Pasqua! Mai avrei pensato di avere l’occasione di augurarvela in questo modo. Tutto merito (o colpa) di Flavia e di Alessandra. Vorrei dire loro molto cose, compresa la gioia e l’emozione e anche, soprattutto, l’ansia che circonda i primi momenti dell’mtc. Ma mi scuserete, mi trattengo e non dico oltre perché già so che questo post sarà lungo e intenso.
Domenica a pranzo da mamma, ma pranzo un po’ speciale, causa presenza di suo nipote (mio cugino) con la figlioletta al seguito. Era tanto che non veniva, quindi l’ansia di mia madre, nella preparazione del pranzo, era direttamente proporzionale a quella leggera pressione che le fa mio padre quando ha ospiti, fosse pure un parente, uno di casa insomma.
Presa dalla gioia generale dell’occasione propizia per preparare qualcosa, telefono a mamma e le dico: porto il dolce. Eh, risponde lei, anche io ne faccio uno. papà vuole un pan di spagna con la crema e il cioccolato, un dolce normale insomma.
Un dolce normale.
Arriva l’autunno e la voglia di mele si fa sentire. Alzi la mano chi non desidera ardentemente un ciambellone con le mele, una crostata che mostri orgogliosa tutti gli spicchi, una tarte tatin da far resuscitare i morti. E’ così, non c’è nulla da fare.
Le mele fanno sempre dolce: da quello più semplice a quello più complesso.
L’avevo detto che ero solo la prima ricetta, quella degli gnocchi di castagne ripieni di zucca, che finiva all’MTC di questo mese. Fatevene una ragione. Esattamente come continuano a ripetere tutti, le castagne sono buonissime e quindi scatenano la fantasia e la voglia di fare. Vi tocca.
“Mamma, io vado in un’isola”
Frase d’esordio di Albertino, in un caldo ma non troppo pomeriggio d’estate.
“Ah. E dove?”
“In mezzo al mare”
“ottima scelta, un’isola in campagna non è comoda”
“ti devo avvisare quando ci vado?”
“sarebbe molto cortese da parte tua, ti ringrazio”
Una sorella che si specializza in ortopedia non capita tutti i giorni. Specie se è la sorellina più piccola, nonché zia d’America e portatrice sanissima di belle gambe. Oggi è stata una giornata in cui mi sono sentita davvero orgogliosa: ho visto una giovane donna bella, molto bella ma soprattutto brava e preparata.
…e non dite che non ve l’ho detto. Il binomio panna-fragola è collaudatissimo, si sa. Mi piacciono le fragole..per il loro colore, la loro forma, la dolcezza mista all’acidulo, il fatto (assolutamente straordinario per una che odia sbucciare qualsiasi cosa) che non hanno la buccia. Perché hanno pochissime calorie, diciamolo. Certo, se uno ci aggiunge la panna fresca e lo zucchero le calorie salgono. Ma sono di memoria corta e questo particolare, quando si tratta di fragole e panna, tendo a scordarlo.
A scanso di equivoci: quel paio di gambe che spuntano dalla foto non sono le mie (ahimè!). La torta che spunta dalla foto, quella sì che è la mia. Bella consolazione, direte voi, ma tant’è!
Qualche giorno fa ho telefonato a mia sorella, portatrice sana delle splendide gambe di cui sopra, per chiederle un favore. Faccio prima a riportare, in sintesi, la conversazione perché spiegarla è più difficile.
Sarà pur vero che l’abito non fa il monaco ma certamente lo chef sì. La saggia considerazione nasce dal fatto che, dopo anni e anni di onorato spignattamento, ancora riesco a sporcarmi di farina, impasti & co. che neanche se mi avessero messo all’interno della ciotola della Planetaria a girare insieme all’impasto.
“Il mare fa bene ai bambini”, continuano a ripetere imperterriti i pediatri e non potrei essere più d’accordo. Peccato che si dimentichino di aggiungere che spesso fa male alle mamme. La scorsa settimana, con un caldo umido che ci faceva invocare ad ogni ora un temporale (non siamo stati ascoltati), Albertino e La Pasionaria si sono scialati (per usare un termine saprese non facilmente traducibile! Diciamo che può essere inteso come un” si sono divertiti, rilassati e goduti l’atmosfera” ma non rende abbastanza l’idea di pura soddisfazione), facendo bagni al mare lunghi almeno un’ora e giocherellando sulla spiaggia
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