Alzi la mano chi non si ritrova, con questo caldo, ad avere della frutta che prende la scellerata decisione di maturare troppo in fretta, per i tempi di consumo medi presentati dalla famiglia? Il problema è che il consumo sì, d’estate aumenta in quantità e in frequenza (io per esempio potrei mangiare frutta solo d’estate..) però LEI è sempre un passo avanti!
Vi prometto che prima o poi smetterò di citare le cose buone che ho assaggiato qui…ma non posso trattenermi dal citare questo dolce. Ne ho mangiato più e più volte, andando a svaligiare loro (messaggio in codice: chiunque passi da Pietro Macellaro non può non fare una piacevole sosta!!!). Sto parlando delle monoporzioni di Torta Malaga.
Ho proprio voglia di fare un dolce complesso: mousse, biscuit, pralinati, croccanti, ganache..chi più ne ha più ne metta. Mettermi in cucina con sacrosanta pazienza e fare un dolce che abbia minimo 5 strati. Peccato che una cosa così richieda almeno una giornata di lavoro, se non di più..e avere in questo periodo tutto questo tempo libero è fuori discussione. Capita a tutti di non averne..figuriamoci quindi il progetto di dedicarsi ad un dolce. Però succede che una cara amica ti venga a trovare! E allora, che fare? Mi serviva una torta facile, veloce e con un buon sapore!!!Una torta da accompagnare ad un buon tè. E allora non potevo non consultare un libro il cui titolo è Tea with Bea (recipes from Bea’s of Bloomsbury). Ho già provato una ricetta e con molta soddisfazione, quindi ho deciso di continuare la sperimentazione!
Da due anni la nostra vita non è più la stessa. E’ arrivata lei e non si vive più! E non c’è verso: sono costretta a sentirla regolarmente.“Waka waka (It’s time for Africa)”, ovviamente. Io non so chi è il genio del male che si è inventato la canzone di Shakira dei mondiali in Sudafrica..fatto sta che da quando Albertino e la Pasionaria vi ci sono imbattutti è stato amore a primo ascolto e non solo: da quel momento il ballo di gruppo è entrato di prepotenza nella nostre vite. Le mani giunte prima a destra e poi a sinistra e via: in macchina, a scuola, durante i cartoni, alle feste.. questo benedetto waka waka è onnipresente.
E’ nato un nuovo blog, elegante, colorato, ben fatto: il blog della Lube! Sissignore, la Lube, quella delle cucine-mega-galattiche, che ultimamente mi sogno anche la notte … ma non divaghiamo! La Lube mi ha chiesto di raccontare cosa significhi la Cucina per me e io l’ho fatto con piacere. Ho anche abbinato una ricetta tradizionale della mia famiglia (un dolce che mia nonna faceva sempre con amore infinito) e scattato delle foto che poi loro hanno montato in maniera davvero bellissima. Insieme a me hanno raccontato la Loro Idea di Cucina anche Tinuccia e Teresa e so che presto si aggiungeranno altri blogger.
Nell’ultimo post vi avevo raccontato del primo giorno delle mie vacanze lampo…ora mi manca di raccontarvi la seconda parte. Dove siamo andati? Ad Ascoli Piceno, la città del travertino, delle 100 Torri, dei ponti, delle Chiese dalle pareti di pietra senza finestre… la bellezza di Piazza Del Popolo è indiscutibile. Questo cuore della città, di un travertino d’un grigio caldo,
Albertino ha un rapporto particolare con le favole: le impara, memorizzando gli eventi, i dialoghi, i personaggi e poi le rielabora a modo suo…molto suo. Ve lo ricordate il suo racconto, in pieno pranzo pasquale, di Cappuccetto Rosso? Ecco, un bell’esempio direi. Stavolta è stato il turno di Biancaneve. In realtà, ad un’occhio esterno si rivelava una scena classica e tranquilla: Albertino-mimì e la Pasionaria-cocò giocavano con le bambole di Biancaneve e di Cucciolo (regalo ricevuto da Cocò per il suo compleanno). Il regista era Albertino-mimì che teneva Cucciolo ma curava i dialoghi sia di Biancaneve che del nanetto: alla sorella aveva lasciato il compito di fare i rumori vari e lei svolgeva il compito con entusiasmo. Io ero seduta nelle vicinanze e leggevo la posta, avendo il solito orecchio puntato verso la lora zona, per intervenire in caso di emergenza (strilli, capricci, graffi e botte varie… normale amministrazione fraterna insomma). Così sentivo distrattamente i loro discorsi, che vi riporto fedelmente:
Albertino-Cucciolo: “tu, Biancaneve, piccola intrigante..hai provato a rubarmi ma non ce l’hai fatta”
paionsria-Cocò “pssssss (ha fatto un rumore a caso)”
Albertino-Biancaneve” Tu nano non ce la farai a distruggermi”
Albertino-Cucciolo “ecco la mia ascia -Pasionaria, dammi l’ascia- e io ti sconfiggerò con un calcio rotante e una botta in testa”
Paionaria” Bum bum nooooooo (simulava l’ascia…per lei faceva quel suono)
Albertino-Narratore” E biancaneve prese la botta in testa e urlò e poi..fiuuuuuu…..Cadde, conme corpo morto cade” (Inferno, Canto V)
Mia madre. Solo lei poteva essere la colpevole. Albertino, quasi 6 anni, che citava Dante per indicare lo svenimento di Biancaneve. Dovevo aspettarmelo. D’altronde, se io a 9 andavo in giro recitando le terzine iniziali della scritta della porta dell’Inferno (per me si va nella cottà dolente, etc. etc.), mio figlio poteva pur citare il semplice svenimento. Lo so, la nostra è un’infanzia difficile….ormai chi ne verrà più fuori????
E meno male che non mi ha chiesto nulla di dantesco per la sua torta di compleanno! Anzi, ha voluto un comunissimo “Leone Cane Fifone” sulla sua torta, con la minaccia di non compiere gli anni se non ci fosse stato il simpatico cane rosa come personaggio tortesco!!! Potevo forse non fargli compiere gli anni??? Direi di no..così, dato che non era affatto interessato all’interno della torta, ho fatto un dolce di Salvatore De Riso (complice una bella quantità di fichi bianchi del Cilento regalati a mio nonno da un caro amico!) e il personaggio del suo cuore in pasta di zucchero (che poi, secondo la migliore tradizione..si è mangiata la Pasionaria!!!!)
RICETTA: DOLCE PASSIONE
Ingredienti
Per la pasta frolla alla nocciola:
Per il ripieno di fichi bianchi del Cilento e cioccolato
Per la crema di ricotta di bufala
Per la confettura di fichi bianchi del Cilento
Procedimento
Per la pasta frolla, inserite tutti gli ingredienti in un robot da cucina ed emulsionate per circa un minuto. Quando la pasta risulterà compatta toglietela dal robot e conservatela in frigorifero per circa 30 minuti. Poi stendetela spessa circa 5 mm su una teglia da forno. Ricavate un cerchio di circa 20 cn di diametro e cuocete in forno a 180° C per 20 minuti. Lasciate raffreddare a temepratura ambiente. Per il ripieno di fichi bianchi, frullate i fichi con il atte e l’amido fino ad ottenere una miscela omogenea. Versatela in una pentola e cuocete a fuoco dolce fino a 90° C. togliete la crema dal fuoco e aggiungete il cioccolato fondente. Mescolate fino a completo scioglimento del cioccolato e versate in uno stampo di 20 cm. Trasferite in freezer fino a completa congelazione. Per la crema di ricotta: con una frusta elettrica, mantecate la ricotta con lo zucchero a velo per circa 4 minuti. Aggiungete i gherigli di noce a pezzettini. Per la confettura, frullate i fchi con lo zucchero e grappa. Fate cuocere in una casseruola fino a 104°. Aggiungete il succo di mezzo limone. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Componete la tortaq: su un piatto da portata sistemate un anello di acciaio di 22 cm di diamtero e lato 4 cm e all’interno mettete il disco di pasta frolla alle nocciole. Sopra stendete uno strato di circa 5 mm di crema di ricotta. Al centro adagiate il disco congelato di crema di fichi e cioccolato. Ricoprite con la rimanente crema di ricotta e lisciate la superficie con uan spatola di acciaio. Trasferite la torta in freezer per 3 ore. Poi con una spatola di acciaio glassate la superficie con la confettura di fichi. Togliere il cerchio di acciaio e decorare la torta con delle gocce di cioccolato fondente e noci.
Stavo leggendo un testo sull’Ikebana quando mi ha colpito una frase di un maestro Zen “gli uomini si comportano come dei fari: illuminano lontano ma rimangono bui proprio ai loro piedi”. Con molto poco aplomb zen ho pensato “bingo!”. Spesso, non dico che me lo scordo ma proprio non ci penso a” illuminare” me stessa. Il testo continuava suggerendo di trovarsi degli spazi per ritrovare equilibrio interiore e per fermarci ad ascoltare la parte più profonda di noi stessi. In questo, l’Ikebana therapy l’arte giapponese di ricreare su scala ridotta la natura e i materiali vegetali, poteva essere un ottimo aiuto.
I fiori. Senza andare a scomodare la filosofia orientale, devo ammettere che guardare con attenzione i fiori ha un immediato effetto rilassante, a prescindere dal fiore che si guarda. E quando posso, metto un centrotavola perchè rappresenta un pensiero per me stessa ma anche una forma di ” rispetto estetico” per gli ospiti..sempre come direbbe il saggio zen. Un esempio classico è la tavola di un matrimonio: sto a lì ad aspettare di vedere il centrotavola e la curiosità è alta! E, lo posso dire??? Spesso rimango delusa, non perchè non siano belli i fiori ma perchè li ritrovo perennemente sistemati in serie, matrimonio dopo matrimonio. Sono anni che vedo centrotavola con rose e lilium (se va bene) o con gerbere (i grooossi margheritoni) che mi sembrano messi lì non tanto per rendere più bella una tavola ma perchè si debba sistemare qualche cosa che riempia lo spazio fra un bicchiere e l’altro. E vogliamo parlare dei girasoli? Anni fa qualcuno ha pensato all’originalià dei girasoli e quindi, 9 volte su 10, ti ritrovi dei girasoli sempre più grandi a tavola e quello che era originale una volta, ora non lo è più. Ma gli altri fiori esistono? Mi ero messa in testa di imparare un pò a creare dei centrotavola diversi (ditemi voi dove mi doveva portare la lettura dell’ikebana therapy..ma ormai lo sapete che la mia mente non è che vada per vie regolari quindi prendetela per i giri che fa :) ) e, pensa che ti ripensa, ho deciso di chiedere informazioni a esperti del settore! Tempo fa, in questa occasione, avevo conosciuto Anita una wedding planner: la chiamo e le chiedo se avesse delle idee da mostrarmi!
E lei è stata tanto gentile che non solo ha contatto Giovanni, il suo floral design di fiducia ma anche un delizioso ristorante sul lago, la Gardenia a Castelgandolfo (bellissimo..ci tornerò) per mostrarmi tre esempi diversi di centrotavola e mise en place…. Voi lo sapete che io ci vado a nozze con queste cose..quindi ho deciso di fare delle mini cake decorate (non ci potevo arrivare a mani vuote, suvvia…..) e di andarmi a vedere come poter creare qualcosa di particolare con i fiori! E ne è valsa la pena, mi sono divertita molto! Siamo stati lì a chiacchierare di fiori, matrimoni, modi di decorare la tavola, etc…E’ una meraviglia trovare qualcuno con cui parlare di una cosa per il semplice fatto che è bella, creativa, divertente…quello dei fiori è un mondo! E vi avverto che il prossimo corso che Giovanni organizzerà per la decorazione della tavola sarà mio!!! Aggiungo il floral design alla lista delle cose desiderabili!!! In fondo il loro è un lavoro che invidio: si impegnano nel cercare di organizzare al meglio un ricevimento, un evento, una festa, mettendo a frutto la loro creatività e fantasia e cercando di valorizzare il più possibile il gusto di un cliente, indirizzandolo però su possibilità originali e meno viste. E, mi spiegava Giovanni, ultimamente non è semplice accontentare le richieste delle spose, dato che tutte conoscono benissimo le trasmissioni televisive dei Wedding Planner, quindi arrivano con l’idea di quello che vogliono senza però avere il corrispettivo ordine di grandezza di quanto costi realizzarla. Però entrambi mi hanno parlato con molta passione dell’attività che svolgono! E’ bello poter rendere unico un giorno speciale, anche nella scelta di un fiore o nel colore della tovaglia (se ci pensate, vale anche nel nostro quotidiano se dobbiamo apparecchiare una bella tavola di natale, o se dobbiamo realizzare un battesimo a casa e così via). E poi, sono sincera..non sapevo che una wedding planner non costasse nulla a un cliente o che esistessero dei corsi per imparare l’arte dei fiori!!! Ma ben venga!
Volete vedere allora, dei modi diversi dal solito di apparecchiare una tavola e dei centrotavola con forme alternative??? Quale preferite? I fiori non ve li dico..vediamo se indovinate!
Per questo piacevolissimo pomeriggio, ho preparato ( e con non poche difficoltà, dato che avevo la mano destra fuori uso, causa ustione..poi vi racconterò) delle mini cake al pistacchio e le ho decorate con pasta di zucchero (fatta, colorata, stesa e rifinita con la mano sinistra..una tragedia..). Ho fatto una torta intera e poi ritagliata, con dei coppa pasta, delle forme che desideravo!
RICETTA: TORTA ALLA CREMA DI PISTACCHIO DI BRONTE
Ingredienti
Procedimento
Preriscaldare il forno a 170°. Montare in planetaria (o con lo sbattitore) le uova e lo zucchero. Aggiungere l0olio e l’acqua e mescolare dolcemente. Aggiungere lo yogurt, la crema di pistacchio e mescolare ulteriormente fino ad amalgamare il tutto. Setacciare la farina e il lievito e aggiungerli al composto. Far amalgamare bene senza mescolare troppo a lungo(io ho usato ad intermittenza la planetaria al minimo..anche a mano va benissimo!). Imburrare una teglia da 24/26 cm e versarci il composto. Infornate per 50 minuti e comunque vale sempre la prova stecchino per verficare il gardo di cottura (deve uscire asciutto!).
Un torta molto buona per augurarvi Buona Pasqua: la Marronier di Felder.
Ho visto la ricetta qui e me ne sono innamorata! Voi direte: una torta di castagne ad Aprile??? Sì, se la mousse è fatta con la crema di castagne, che si trova in qualunque stagione e la torta è di uno come Felder, che è sempre una garanzia! A me è piaciuta tanto! Fresca e con una consistenza della mousse meravigliosa!!! Vi auguro una Pasqua ricca di serenità e gioia, da trascorrere con le persone più care!
RICETTA: LA MARRONIER (DI C. FELDER)
Ingredienti
(Circa 20 persone)
Per lo sciroppo alla vaniglia e rhum
Per il biscotto al cioccolato:
Per la mousse di marroni
Per guarnire
Procedimento
Preparate lo sciroppo al rhum miscelando con la frusta l’acqua calda, lo zucchero, il rhum e la vaniglia.
Preriscaldate il forno a 180°; in un recipiente, lavorate leggermente i tuorli con una forchetta; setacciate insieme la farina ed il cacao; iniziate a montare gli albumi, aggiungendo poco a poco lo zucchero fino ad ottenere una neve ferma; incorporate delicatamente i tuorli, facendo girare la frusta a bassa velocità; mischiate dolcemente e incorporate farina e cacao setacciati assieme; rivestite due placche con fogli di carta forno 40 cm x 30 cm e versatevi l’impasto, livellandolo con una spatola in acciaio; cuocere una buona decina di minuti e lasciar freddare su una griglia.
Mettete a bagno in acqua ben fredda i fogli di gelatina; versate la crema di latte in un recipiente che porrete in frigorifero; mescolate la crema di marroni con l’acqua (5 cl); versate i tuorli d’uovo nella ciotola dello sbattitore e iniziate a mescolare a bassa velocità mentre preparate lo sciroppo; in una casseruola a fondo spesso, mescolate 4 cl d’acqua e lo zucchero semolato; fate cuocere a fuoco medio; pulite i bordi interni della vostra casseruola con un pennello bagnato d’acqua fredda, per eliminare le tracce di zucchero dalle pareti, la temperatura dovrà raggiungere i 115°. Ritirate velocemente la casseruola dal fuoco; versate quindi rapidamente lo sciroppo sui tuorli, avendo cura di farlo colare sui bordi della ciotola per evitare qualsiasi schizzo e avviate lo sbattitore ad alta velocità fino a raffreddamento del composto; estraete la crema di latte dal frigorifero e montatela con le fruste fino a che abbia raddoppiato il suo volume; fate scaldare dolcemente il rhum, incorporatevi la gelatina ammollata e mescolate bene per scioglierla; versate il rhum con la gelatina nella crema di marroni e mescolate energicamente; incorporate anche i tuorli montati; infine aggiungete la panna montata e mescolate il tutto delicatamente.
Ponete un quadrato d’acciaio 40 cm x 30 cm o di cartone spesso che avrete preparato da soli sui fogli di biscotto; con un coltello, eliminate l’eccedenza dei bordi; con l’aiuto di un pennello, imbibite uno dei biscotti con lo sciroppo al rhum e vaniglia; distribuite con una spatola la crema di marroni sul biscotto; poi versate metà della mousse ai marroni e ricoprite con il secondo biscotto; imbevetelo di sciroppo e versate la rimanente mousse che liscerete con una spatola; l’altezza del dolce sarà di circa 4 cm; ponete il dolce nel congelatore per un’ora almeno, per farlo rassodare; con l’aiuto di un coltello seghettato, grattugiate del cioccolato fondente sulla superficie del dolce, fino a ricoprirlo di sfoglie sottili. Tagliate il dolce in quadrotti con un coltello fine e seghettato.