Avevo in testa questa combinazione da non so quanto. E volevo proprio farci una torta di stampo moderno. Ma, come sempre succede, non ero mai riuscita a realizzarla, per molli motivi, probabilmente tutti non importanti.
Poi sono arrivati loro, Eleonora e Michael, che hanno vinto l’ultimo MTC e che hanno proposto una sfida basata su un solo ingrediente: il miele. Solo un’altra volta era successo, con la castagna e mi ero divertita moltissimo. Anche se affronto questa sfida con un sentimento particolare perché amo molto il miele e mi ispira sempre una sensazione di intimità e calore. Sarà che uno dei miei confort food preferiti, quando fuori si scatena il freddo, è e sempre sarà il latte con il miele. Ma a parte questo amore dichiarato per il miele, io volevo proprio farla, questa torta e il caso (il caso?) vuole che sia capitata questa sfida.
Non avevo calcolato di scrivere un altro post.
Però.
Non mi piace scrivere un post più velocemente di quanto non faccia di solito.
Però.
Sta per finire Carnevale e c’è solo un paio di giorni per friggere.
Però.
Fateli.
Vi ho detto che sono arrivata in finale a Le strade della mozzarella con la mia Brioche? Che sono andata a Napoli, ho visitato il Mulino Caputo, visto farine, ascoltato le spiegazioni insieme agli altri finalisti? Che sono arrivata al secondo posto pari merito con Cristiana e che sono ritornata a casa con una madia in legno del Mulino Caputo, oltre le mozzarelle di bufale e le sfogliatelle ricce..ma va be, è un dettaglio? Che alla metro di Roma i militari mi hanno fermata perché volevano sapere cosa trasportassi..e non vi dico la scena.
Mancano davvero pochissimi giorni, avevo un altro formato di pasta straordinario, una mozzarella di bufala dop appena arrivata a casa e la notizia di essere entrata fra i tre finalisti dell’altro contest: potevo non fare un altro piatto per il concorso de Le strade della Mozzarella sulla pasta?
Dai, no!
Che un fratello dia dei nomignoli, nulla di strano.
Che il fratello, minore, prenda in giro la sorella, maggiore, ci sta.
Che il fratello e il cugino comune siano irriverenti, eh, con dieci anni di differenza.. son gli inconvenienti del mestiere.
Però il mio caso è leggermente diverso. Leggermente.
Torta fatta durante le feste, per la precisione per la sera del trentuno. Avevo, come eredità della cena della Vigilia di Natale, due dita della mano destra fuori uso: ferita indecente, portata dietro per dieci giorni e vorrei poter dire “incidente del mestiere” ma quello che mi è successo è talmente assurdo che non posso neanche consolarmi così.
Come dicevo nel post delle lagane e ceci, la proposta di questo mese della Vitto mi ha entusiasmato: minestroni e zuppe. Nel primo post ho presentato un piatto legato allì’origine della mai famiglia, quello che mi faceva spesso mio nonna e che lasciava un’aria con una densità specifica diversa, ovvero con una densità dilagane e ceci. Chiunque abbia avuto una nonna o una mamma che cucinava zuppe e minestre, sa di cosa parlo.
Qui ho fatto una zuppa che ricorda, ancora una volta, il Cilento, anche se modificato qualcosa della ricetta originaria.
Esiste una versione di minestrone con fagioli e castagne, a cui ho pensato di aggiungere una verdura, come il cavolo nero e un po’ di salsiccia , per renderlo un piatto unico.
La fetta di pane semplice o bruscata è sempre un piacevole accompagnamento. Non ho voluto mettere pasta perché con le castagne mi sembrava completo così.
Per dovere di cronaca, (perché se c’è un dovere, è di cronaca) ho fatto la prova del nove (perché se c’è una prova, è del nove). Era una bella porzione di zuppa, per una che si apprestava ad una bella dieta depurativa post Natale, allora ho chiamato il fratello minore, il ventisettenne di casa, quello che ogni tanto fa le sue incursioni su questo blog, l’ho messa in un contenitore e gli ho detto di mangiarla calda con un crostino. Bene, il ragazzo è venuto a casa, l’ha presa e se nìè andata.
Dopo un po’ mi ha mandata un messaggio su wa, in cui mi diceva che era molto buona (no, lui ha usato ben altre espressioni, che non mi azzardo a presentare alle vostre delicate orecchie) e non solo: subito dopo mi è stato mandato un messaggio audio dei suoi amici, tutti entusiasti della zuppa.
Un gruppo di ventisettenni, con tanto di cappelli new era (ho anche imparato questa cosa), con qualche tatuaggio sparso, magari davanti alla play station, che si mangia la zuppa di fagioli e castagne e mi dice pure che è buona.
Miracoli dell’mtc.
Con questa ricetta partecipo all’mtc di Gennaio!
Ingredienti
Procedimento
Non potete immaginare la mia felicità quando ho saputo che la Vitto aveva nuovamente vinto l’mtc.
Punto primo: è di una simpatia travolgente. Incarna tutto ciò che un genovese deve essere, belin nel parlare compreso.
Punto secondo: è l’autrice di una delle gare dell’mtc che ho amato di più. Ovvero quella sua Pasqualina, torta che rimane fra le mie preferite
Punto terzo: sapevo che avrebbe tirato fuori una gara di sostanza.
Durante il periodo delle feste (ma anche durante tutti gli altri periodi dell’anno) mi viene abbastanza naturale regalare dolci: al fratello e alla sua combriccola, ad una cena di amici, al parente cui tengo, etc etc. Sembra strano ma sì, ho regalato tutto: io mi diverto a farli, i dolci, ancor più che mangiarli. O meglio, quelli degli altri li mangio con immenso piacere e a Parigi non mi son fatta mancare nulla ( non ve l’ho ancora raccontato, vero?)…ma quando spignatto io, la massima soddisfazione è regalarli.
Le feste sono lì per terminare, siamo reduci (ditemi che è un siamo e che vale anche per voi) di mangiate epocali e di pomeriggi passati con i parenti davanti a qualcosa di più di un ben di Dio. Ma manca la Befana e, diciamolo con franchezza, l’ultima domenica prima di cominciare la famosissima dieta di Lunedì-prossimo.