Intenzioni e coincidenze. Intenzioni, perché volevo andare a Parigi da sempre e quest’anno era quello giusto, o forse quello sbagliato. Ma non importava: era quello in cui andarci.
Coincidenze: leggere Alla Ricerca del tempo perduto e trovarsi quasi alla fine del libro proprio mentre si è a Parigi. Quando le intenzioni e le coincidenze finiscono per collidere, succedono cose strane. E così potrei quasi giurare di aver visto Albertine uscire con l’autista, per dirigersi verso il Trocadero o, imbattendomi n un vestito rosso con stivaletti pendant, sono praticamente certa di aver incontrato la Contessa di Guermantes.
Loro, le ricce, son le mie preferite. Soprattutto calde, col guscio croccante e quel ripieno morbido e ricco mangiato tante volte in mezzo alla strada perché non potevo aspettare di arrivare a casa. Le frolle non le vedevo nemmeno se c’era una riccia una giro. Le ho scoperte dopo, con gli anni (ehhh..la vecchiaia porta saggezza, almeno limitato a questo caso).
Oggi, ricetta per un contest interessante: “dolcemente salato” di Emanuela di Arricciaspiccia, in collaborazione con l’azienda agricola Mariangela Prunotto e con Claudio Sadler come “Giudice Supremo”.
Mi piaceva l’idea di assaggiare, in particolare la gelatina di Dolcetto e la gelatina di balsamico (sarà che amo entrambi..) e poi dovevo creare una ricetta salata.
“Adesso basta, questa è la scrivaMIA, non la scrivaTUA! La tengo come mi pare..mica sempre mettere apposto, mettere apposto. Sono stanca io”
“su mamma, non la far Imbestiare (aka “andare in bestia”)! In effetti questa è la scrivaNOSTRA ma più sua che mia perché io ci sto poco…lasciala decidere no?”
Avviso ai lettori: per una migliore comprensione del post è assolutamente necessario ascoltare la canzone di cui ho messo il link di seguito! Buon ascolto!!
Link:Le cose che piacciono a me
…Sciarpe di lana, guantoni felpati,
più che il sapore il colore del tè,
ecco le cose che piacciono a me.
…keeps the doctor away!
“Donne, è arrivato l’arrotino!” Avete presente quella macchina ambulante, generalmente di un delizioso color bianco sporco, che gira in tutte le città, i paesi e le contrade, dicendo, appunto, “donne, è arrivato l’arrotino”? Quella voce riconoscibile a distanza, che invita ad arrotare coltelli o sistemare le macchine a gas? Da piccola (e per decenza non vi dico a quale età biologica corrispondesse il mio “da piccola”) non avevo capito che fosse una voce registrata. Credevo, invece, che quel pover’uomo girasse per giorni interi in tutte le città italiane, guidando e contemporaneamente gridando al microfono.
Scena numero uno: prima mattina
“Mamma, io ero nella tua pancia vero?”
“Sì certo” ho risposto di botto alla domanda fatta da La Pasionaria qualche giorno fa, pensando con tenerezza a lei che faceva il cavallino dentro la mia pancia 8avrei dovuto immaginarlo fin da allora che non poteva nascere che un peperino)
“ma allora lui era nella pancia di papà?” chiede questo indicando il fratello.
“No” rispondo sorridendo a questa ingenuità, “anche lui era nella mia pancia”
“ah” risponde lei mettendo automaticamente la manina sulla mia pancia “humm…grande eh?”
A volte mi capita ardentemente di desiderare, dopo cena o in sostituzione di essa, la mela cotta. Avete presente di inverno, quando fa freddo e l’unico desiderio è mandar giù qualcosa di dolce e caldo, che ci faccia riscaldare all’istante? Non c’è altro che una bella tisana..oppure la mela cotta. Non siamo più in inverno, direte voi..ma il fascino della mela cotta resta sempre (almeno per me)! Il problema è che sa sempre un po’ di ospedale. Questa povera mela, un po’ sgonfia, ammosciata, con quel colore che ha perso brillantezza, con quell’aria desolata che sembra dire “letto 3, stanza 106, reparto ortopedia” fa un pochino tristezza. Praticamente a casa eravamo rimaste solo io e mia nonna (nota frequentatrice di ospedali, ahimè) a mangiare con piacere una mela cotta.
Giuro che dopo queste la smetto. A me poi in genere le mandorle non fanno neanche impazzire nei dolci … le mangio ma non ci faccio follie. E invece questo mese giù a cucinare frangipane (qui e qui). Giro per i blog e trovo frangipane ovunque. Secondo me, un qualsiasi avventore della rete non vorrà più sentir nominare una frangipane per i prossimi anni. Ma ha ragione! E poi tutti a raccontare di questo fantomatico gruppo su FB in cui sarebbero presenti delle pazze scatenate che istigano alla preparazione delle frangipane per l’MT challenge di questo mese. Non sarà esagerato? Inoltre, da chi sarà composto questo gruppo? Da donne che non hanno un tubo da fare tutto il santo giorno e che si intrattengono con la cucina, neanche le peggiori puntate di Desperate Housewives???
Doveva essere una cosa semplice…”ne può venir fuori qualcosa di sontuoso” diceva l’Alessandra più esplosiva del web..ma io lo sapevo che mi sarei dovuta scervellare. Eh sì, perché l’MT challenge di questo mese (e non ditemi che non conoscete l’MT….) prevedeva, come piatto, proprio il patè! Certo, degnamente accompagnato da qualcosa di particolare, ma sempre di tirare fuori un patè si trattava!