Il bignè di San Giuseppe, ovvero quello che, per un romano, rimane l’indiscusso dolce della festa di San Giuseppe.
Capiamoci: so benissimo che la zeppola napoletana è famosissima (ottima senza dubbio) e ormai diffusa in tutta Italia. Ma a Roma, da fine febbraio e fino al 19 Marzo, i bignè di San Giuseppe la fanno da padroni. Per me, pur figlia di un papà con origine campane, la zeppola era addirittura qualcosa di esotico, mangiato solo se capitavamo giù in quel periodo. Immaginate lo sconforto nel vedere, molti anni dopo, così trascurato questo gioiello della pasticceria.
E allora rivalutiamolo, il bignè per antonomasia.
Che io adori i formaggi, è cosa risaputa. Mi piacciono un po’ tutte le categorie, da quelli stagionati a quelli molli, dagli erborinati alla mozzarella. Certe volte devono togliermeli dalle mane.
Per il parmigiano ho, in tutta sincerità, una passione notevole e spesso, in questo blog, si trovano ricette che lo prevedono. Quando mi hanno chiesto di partecipare a 4cooking, considerando che mandavano tre diverse tipi di stagionature del Parmigiano Reggiano, che non è semplice da reperire, ho accettato con molto piacere!
Intenzioni e coincidenze. Intenzioni, perché volevo andare a Parigi da sempre e quest’anno era quello giusto, o forse quello sbagliato. Ma non importava: era quello in cui andarci.
Coincidenze: leggere Alla Ricerca del tempo perduto e trovarsi quasi alla fine del libro proprio mentre si è a Parigi. Quando le intenzioni e le coincidenze finiscono per collidere, succedono cose strane. E così potrei quasi giurare di aver visto Albertine uscire con l’autista, per dirigersi verso il Trocadero o, imbattendomi n un vestito rosso con stivaletti pendant, sono praticamente certa di aver incontrato la Contessa di Guermantes.
Doveva essere una cosa semplice…”ne può venir fuori qualcosa di sontuoso” diceva l’Alessandra più esplosiva del web..ma io lo sapevo che mi sarei dovuta scervellare. Eh sì, perché l’MT challenge di questo mese (e non ditemi che non conoscete l’MT….) prevedeva, come piatto, proprio il patè! Certo, degnamente accompagnato da qualcosa di particolare, ma sempre di tirare fuori un patè si trattava!
In un momento così particolare per me, ricco di preoccupazioni ma anche di speranza ( a proposito, grazie ancora per la vostra partecipazione e per il vostro sostegno per la raccolta) mi è stato naturale pensare ad un dolce fatto “col cuore”…nel vero senso della parola! :)
Tempo fa ho letto questo bellissimo post di Lydia. Mentre scorrevo le immagini e mi immaginavo scorrazzare per quella pasticceria facendo danni che neanche l’invasione dei Lanzichenecchi, ecco che vedo loro: i bignè perfettamente cubici! Voi capite che, per una che ama dolci dalle forme inconsuete, quella foto era un’istigazione a delinquere, non solo per la bellezza ma, soprattutto, per la tecnica di cottura! Mi sono chiesta per giorni, e per notti, come poteva aver fatto Conticini a fare dei bignè con una forma precisa e così ho deciso di provare a realizzare qualcosa di simile con i normali mezzi casalinghi (anche un pò scarsini, diciamo la verità..nonostante mio marito mi guardi insofferente ogni volta che torno a casa con un nuovo “ferro del mestiere”). Sicuramente Conticini avrà degli stampi con quella forma e con un “tappo” adeguato, ma io una cosa del genere me la sogno..come fare? pensa e ripensa sono a giunta a questa “tecnica altamente specializzata”, con cui ho sfornato un Paris brest” a forma di cuore. L’unico cruccio è che io sono dotata solo di stampini di alluminio bassi e quindi l’altezza del mio prodotto è sicuramente inadeguata! Inutile dire che la prossima missione sarà trovare uno stampino-coppa-pasta-formina etc etc..con un’altezza decente e, prima di portarlo dentro casa, mi accerterò di nasconderlo ad occhi indiscreti ;) Veniamo a noi: mi sono detta che mi serviva uno stampo (va beh..banale, ho un cuore di allumio di forma media per fare i biscotti e quindi ho usato quello), poi mi serviva un tappo e lì ho pensato di cuocere in modo da costringere il bignè a crescere come volevo io e non liberamente!
Ho preso una teglia, l’ho coperta di carta da forno, ho imburrato lo stampino (anche se ritengo la cosa un pò inutile ma non volevo rischiare!), ho messo l’impasto del Paris Brest, ho coperto con altra carta da forno e appoggiato sopra una teglia, abbstanza pesante, col doppio fondo. Ho messo a cuocere il cuore e dato che c’ero, altre 3 forme: un fiore, una stella e una stella cometa (riconosco che Natale è un pò lontano…ma la stella cometa è fantastica!). Ebbene, ho scoperto una nuova forma di energia alternativa: dopo 10 minuti, passo per curiosità a guardare e vedo che l’impasto strabordava e stava riuscendo a spostare verso l’alto tutta la teglia! Economica e non inquinante, la bignè-energia era in grado di agire da stantuffo! Peccato che non sia rinnovabile (ce li siamo mangiati tutti!). Mi sono precipitata a mettere sopra la teglia una pentolona col triplo fondo e a quel punto i 4 bignè si sono riportati sulla retta via e si sono cotti secondo le mie indicazioni! Bravi ragazzi!
Per quanto riguarda l’impasto ho provato la ricetta di Tuki e ho deciso di servirli accanto a della semplice panna montata con delle scaglie di cioccolato fondente e un bel filo di caramello salato. Premetto che, con questa ricetta partecipo al contest di ElyFla hart-to-hart e mi sembra giusto battezzarli con il nome del contest!
RICETTA: PARIS BREST HART-TO-HART
Ingredienti
Per i Paris Brest
Procedimento
In una casseruola portare a bollore l’acqua, il sale e il burro; togliere dal fuoco e unirvi la farina setacciata, amalgamare bene il tutto e rimettere sul fuoco continuando a mescolare, in questo modo l’impasto si asciugherà. Quando l’impasto sfrigola e si stacca dalle pareti, formando una palla, togliere dal fuoco e lasciar raffreddare completamente. Versare l’impasto in un robot ed unirvi le uova, una alla volta, impastare in modo da ottenere un impasto liscio. Trasferire l’impasto in un sac à poche e formare i bignet come precedentemente descritto. Preriscaldare il forno a 180°C (statico) e infornare per 20 minuti, alzare la temperatura a 200°C e cuocere ancora per circa 10–15 minuti, sono pronti quando l’impasto risulta asciutto e dorato.
Ingredienti
Per il caramello salato (leggetevi questa interessante discussione)
Procedimento
Mettere 3 cucchiai di acqua e lo zucchero in una padella fino ad ottenere un caramello rosso brunito. Togliere dal fuoco
Nel frattempo scaldare la panna. Aggiungerla poco per volta al caramello mescolando. Aggiungere il sale e mescolare ancora fino a quando si stabilizza.
Appoggiare il Paris Brest sul piatto da portata, spolverizzarlo di zucchero a velo e cacao amaro, mettere una cucchiata di panna montata mescolata a scaglie di cioccolata e versare a filo il caramello salato! Mi sembra un dolce molto carino per San valentino! Con un’altezza maggiore, avrei riempito direttamente il Paris Brest all’interno e versato il caramello fuori!