Sweety è appena passato e ancora devo riprendermi dalle emozioni. Ci metterò un po’ ma poi vi racconto come è andata: per me, per le finaliste, per il pubblico, per i giudici. Per tutto insomma. Sono felice, nonostante il meccanismo sia tutto da oliare … ma le premesse sono talmente buone che dire “ne vale la pena” è poco.
A parte queste due cosette da nulla :), volevo prima di tutto dare spazio alla gara di una che è responsabile di avermi fatto fare tre tipi di gnocchi in una giornata: quelli rustici, quelli un po’ più snob e quelli pieni di sé ma con un’anima.
Non è che sia impazzita e che mi sia data alla presentazione di piatti minimal. Cinque gnocchi nel piatto sono davvero pochi, lo so. Ma noi abbiamo fatto uno gnocchi tour de force, per riuscire a provare tutte le versioni proposte da Anna Rita. Capitemi: tre tipi di gnocchi, di cui uno ripieno, le porzioni dovevano per forza essere, diciamo, moderate.
E allora ecco la seconda versione per l’mtc di questo mese.
Settembre è arrivato e, neanche a dirlo, si ricomincia con l’mtc. Che questo mese ha un tema che per me è peggio di una droga: gli gnocchi.
Io li amo. Ma tanto proprio. E su questo blog ogni tanto fanno capolino.
Quindi l’immensa felicità di sapere che Anna Rita avesse proposto gli gnocchi, neanche la potete immaginare.
Gnocchi di castagne con zabaione alla birra e Gruyere e speck croccante.
Non è che mi fosse avanzata della birra e fossi in vena di riciclo. E’ proprio che ultimamente la birra è entrata di prepotenza nella mia cucina (colpa di un libro, al solito).
Lo scorso mese ho saltato l’MTC. Prima o poi doveva succedere ed, in effetti, l’astinenza si è fatta sentire.
Quindi aspettavo con una certa ansia il nuovo argomento per questo. E che ti combinano quelle sciagurate della Serena e della raravissiana capessa? Non un piatto ma un ingrediente: la castagna.
Il sedano rapa, questo sconosciuto. La leggenda vuole che sia usatissimo dalla brava foodblogger, che ne conosca usi, costumi e tradizioni, lingua d’origine e regime sanitario.
Io invece nulla. Ne avevo solo sentito parlare e quindi avevo catalogato “sto coso strano” fra le meraviglie esotiche. Ed ecco che mia suocera mi regala un sedano rapa e me lo ritrovo nella mia cucina insieme ad una graziosa zucca.
Mi è stato fatto notare che ultimamente ho una “lievissima” propensione per il viola. Notizia falsa e tendenziosa..semplicemente perchè ho una vera e propria fissazione col viola! Stoffe, piatti, foto, pure vestiti va…mi capita tutto viola! Il mio colore preferito è l’azzurro ma per questo periodo non se la deve prendere se il mio mondo è violetto. Immaginate voi che faccia ho fatto quando lei mi scrive dicendomi che ha possibilità di farmi avere delle patate violette! Ho scritto “sì le voglio” senza neanche aver finito di leggere la mail..le dovevo avere/vedere/cucinare. C’è una ragazza, Giovanna, davvero molto carina, che le produce in piccole quantità in un paesinodella provincia di Piacenza..le ha trovate in un mercatino francese e ha deciso di coltivarle per passione! Qui un pò di notizie su questi tuberi dall’aspetto fantastico!
Dopo essermi messa d’accordo con Giulia, il fatidico giorno ho preso La Pasionaria e, complice il ritiro delle patate violette, le ho fatto affrontare il primo viaggio in metro. La sua reazione al viaggio è stata lapidaria:
“Non mi piace il treno, mi piace il fulman. Ora vojo andà a casa a dindolare il papuccetto” . Traduzione: “non mi piace la metro, preferisco il pullman (che poi il pullman non l’ha mai preso..). ora vorrei andare a casa a dondolare il mio pupazzatto preferito nella sua culla”.
Preso l’oggetto del desiderio..che ci ho fatto? Prima di tutto le ho guardate: bellissimeeee! Ditemi voi se non hanno un colore fantastico. Al che, dopo i racconti di Giulia, sono stata presa dal sacro fuoco della cucina tuberesca e ho fatto, nell’ordine:
RICETTA: STRUDEL ALLE PATATE VIOLETTE E FIOCCHI DI LATTE
Ingredienti
Per lo strudel
Per il ripieno
Procedimento
Mettere la farina a fontana in una scodella, mescolare con il sale, versare l’aceto, l’olio e l’acqua (fate attenzione che ne serve pochissima), mescolare prima con un cucchiaio e poi continuare con le mani; formare una palla e spennellarla con uno strato sottile di olio, farla riposare sotto una scodella riscaldata per almeno mezz’oretta (io ho usato la platenaria all’inizio). Grattugiare le patate e la cipolla grossolanamente, regolare di sale aggiungere noce moscata, mescolare bene. Tirare la pasta su di un panno infarinato molto sottilmente, cospargere con pangrattato i due terzi della pasta tirata, spalmare con un po’ di olio la parte restante, adagiare le patate, i fiocchi di latte. Chiudere lo strudel rotolandolo e finendo con la parte senza ripieno, foderare una teglia con carta da forno e mettere lo strudel sopra con l’aiuto del panno. Infornare in forno preriscaldato a 180° e cuocere finché non prende colore (il mio è stato un’oretta)
La sperimentazione è solo all’inizio…anche se ho paura di finirle troppo in fretta..però devo dire che mi piacciono molto..e non solo per il trendissimo colore ma proprio per gusto!
Ecco qui i risultati:
Qualche giorno fa ho visto che cose che voi umani non potete immaginare! :)
Eh sì….complice l’incoraggiamento di mio marito (che, diciamo la verità, non ha dovuto insistere molto), ho preso un bel treno la mattina presto e dopo due e ore e 20 minuti ero a Bologna, dove sono stata ospitata da una gennarina DOC (la Friggi delle 5 frolle) a casa sua. Lì, insieme a un gruppo di altre bravissime gennarine, ho passato una giornata bellissima, ricca di allegria e divertimento. Abbiamo mangiato che neanche fossimo a un matrimonio! Esempi? Ovis molis, pignolata, sfogliatelle ricce, taralli, Danubio (ricetta di Adriano e non dico altro), maccheroni al ferretto col sugo, piadine, squacquerone, mortadella, salame rosa, patè, pane toscano a lievitazione naturale, finocchiona e salami vari, formaggio toscano, carciofi, verdura, mozzarella e provola di bufala. Lo so, mi rendo conto che la lista è un pò scarna e che ho assaggiato tutto per educazione (e io sono notoriamente molto educata :) ) ma dovete anche considerare che quella era una giornata di studi matti e disperatissimi! Infatti, il vero scopo della giornata era di carpire tutti i segreti di Claudia nella preparazione della Grenoble. La GRENOBLE….! Non l’avevo mai assaggiata ma è diventata di botto la mia torta preferita. Un susseguirsi di strati buonsissimi che lasciano un ricordo netto e la voglia di mangiarne ancora…. me la sono sognata nel viaggio del ritorno. La Grenoble la rifarò: prenderò il coraggio a due mani, manderò Mimì e Cocò in qualche sperduto collegio svizzero e, in rigoroso silienzio, tenterò di riprodurla! E’ un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!
Ma veniamo a questa ricetta! A casa di Friggi ho assaggiato (3 volte) dei peperoni buonissimi, con uvetta e pinoli! Sono tornata a casa con l’idea di ripeterli al più presto. Sono un contorno strepitoso, però avevo voglia di creare un primo in cui fossero protagonisti. Avevo visto da Sigrid una cottura particolare della melanzana (geniale) e siccome in questo periodo mangerei solo gnocchi, gnocchi fortissimamente gnocchi, ho deciso di unire le due cose e ho creato gli gnocchi alle melanzane Xtreme! E come potevo condirli? Gli gnocchi alle melanzane mi danno troppo l’idea di un piatto mediterraneo e quindi niente di meglio che accoppiarli con quei peperoni strepitosi. Il risultato mi è piaciuto molto e quindi vi lascio la ricetta degli gnocchi Xtreme della Friggi!
RICETTA: GNOCCHI DI MELANZANE CON PEPERONI, UVETTA E PINOLI
Ingredienti
per gli gnocchi
Per i peperoni
Procedimento
per gli gnocchi
preso da Sigrid:
avvolgere ogni melanzana in carta stagnola (la versione originale prevede un rametto di rosmarino piantato nella melanzana, e qualche spicchio d’aglio in camicia chiuso nell’aluminio), accendere un bruciatore (ho usato quello più grande, di melanzane ne avevo tre) e disporci direttamente sopra, quindi sulla fiamma del gas, i pacchettini. Lasciar cuocere su due lati per 10/15 minuti almeno per lato (dipende da quando sono grandi le melanzane), finché non siano del tutto morbide.
Una volta cotta la melanzana, aprirla a metà, separare la polpa dalla buccia, farla scolare un pò per eliminare il liquido (la polpa è molto morbida e con una forchetta si disfa ma l’ho anche passata col minipiemer per ottenere una sorta di purè). Appena cotte le patate, schiacciarle con lo schiaccia patate, lasciarle freddare per un minuto, aggiungere la polpa della melanzana, la farina e un pizzico di sale. Impastare bene con una paletta di legno e far raffreddare. Il mio composto era un pò appiccicoso ma ho preferito non aggiungere altra farina per non coprire troppo il sapore della melanzana. Se doveste trovare eccessiva difficoltà nella formatura degli gnocchi, aggiungetene un pò ma senza esagerare! Una volta intiepidito, dividere il composto in cilindri e tagliare gli gnocchi.
Per i peperoni:
Tagliare i peperoni a tocchetti, eliminando i semi e la parte bianca (che è quella non digeribile), mettere un pò d’olio in una padella, aggiungere l’aglio, l’uvetta e i pinoli e dopo un minuto aggiungere i peperoni. Coprire con un coperchio e portare a cottura. Regolare di sale ( vi conviene cuocere i peperoni con anticipo).
Far bollire l’acqua, salarla, cuocere gli gnocchi e, appena vengono su, scolarli, metterli nella padella insieme ai peperoni e farli insaporire. Poi li ho messi in una piccola cocotte, spolverati con una grattata di Moliterno (un formaggio stagionato saporito) e messi un minuto in forno ma anche senza formaggio vanno benissimo ( a seconda dei gusti..). Servire caldi
Con questa ricetta partecipo al contest di Imma: