Questa volta doveva essere vintage, che più vintage non si può.
Vista la ricetta proposta da Marina per questa mese, mi è venuta improvvisa voglia di quelle decorazioni che faceva mia nonna, che ricordo da lontano e che avevano, su di me, l’effetto di pieno stupore.
Il sartù di riso, ecco la ricetta proposta per questo mese per l’Mtc.
Prima che gli ingredienti non si trovino più, è il caso che posti questo benedetto risotto. E’ un po’ che l’ho preparato, diciamo verso il primo Maggio. E quindi procrastinare non era più possibile, pena il non riuscire a trovare più gli ingredienti! L’asparagina, a dire il vero, viene direttamente dalle fruttuose uscite di mio suocero per boschi, campagne e campi. Ma si trovano dai buoni fruttivendoli, dai.
Cristian, per l’MT challenge di questo mese, ha scelto una ricetta da far tremar le vene ai polsi. O almeno, far tremare le mie vene e i mie polsi. Il fatto è che ha scelto la tiella di riso patate e cozze…piatto di riso quindi. E, tanto per fugare ogni dubbio, il riso e i piatti che ne possono derivare sono estremamente difficili.
Prima che finisca il periodo dei piselli freschi, ho deciso di godermeli il più possibile. Stava diventando un incubo: ho provato per 3 settimane di seguito a comprare i piselli freschi, memore del loro sapore, del loro colore e del divertimento provato lo scorso anno nello sbucciarli (il rumore che si produce è inconfondibile)..ma nulla. O non c’erano o erano appena terminati. Stava diventando una barzelletta ma mentre la fruttivendola rideva mezza divertita e mezza imbarazzata, io passavo da uno stato di delusione a uno di rassegnazione: l’amaro destino mi impediva di trovare i piselli freschi.
Se si prova a dare un’occhiata ai negozi, già tutto il vestiario primaverile fa bella mostra di sé dalle vetrine e tu, che eri magari entrato per vedere se riuscivi a comprarti un caldo maglione a prezzi accettabile, complici i saldi, stai lì con la tentazione di tornare a casa con un vestitino leggero e impalpabile, da far venire l’influenza solo a guardarlo. Ci si auto-convince: la primavera è alla porte, l’estate ci saluta da non molto lontano e io mi compro una cosa fatta di lana? Naaaa.
Mi sono segnata in palestra (anzi, centro sportivo che fa più trendy). Mi rendo conto che la notizia è di quelle sconvolgenti ma era cosa che andava fatta. Non si poteva più procrastinare. Prima o poi succede e anche io ho dovuto cedere all’esigenza di andare in palestra, non fosse altro per riuscire a fare due rampe di scale senza arrivare col fiatone a casa. La sportiva di famiglia è mia sorella più piccola, la zia d’america, tornata in Italia da quel dì, che di fitness, palestra e sana alimentazione ne fa una bandiera. Oltretutto èp medico..quindi la rottura di scatole è completa. Come faccio a non seguire i suoi dictat consigli??
Ogni estate la stessa storia. Vi capita mai che qualcuno vi inviti dicendo “facciamo una bella insalata di riso fresca e leggera, che fa troppo caldo!” e vi ritrovate con un piatto di riso condito con sottaceti e condimenti pronti e farcito con svariati cucchiai di maionese, che tutto fanno tranne rendere leggero il piatto? Quella che doveva essere una cena all’insegna della freschezza diventa un piccolo macigno nello stomaco che vi farà rimpiangere un bel piatto di lasagne o peperonata per tutta la notte!
Certe ricette nascono in maniera particolare e proprio per questo sono quelle a cui tieni di più. Si comincia con un’idea, poi c’è un suggerimento, poi si continua, si chiede se va bene, cosa ne pensi, come faresti e questo sì, questo no…. Bello creare una cosa unica da idee diverse, da pensieri che si completano. Non capita spesso ma quando capita ne sei contento…specialmente se poi il risultato è buono.
Come per questo risotto. Un risotto con le mele…ho preso spunto da una ricetta trovata su un giornale e ho chiesto consigli per modificarla! Ed è stato tutto un “io farei così” “davvero? non sono convinta però..” “si guarda, il burro, usa il burro..”. Ognuno ha i suoi consulenti :)….poi se, come nel mio caso, sono bravissimi si è moolto fortunati perchè è divertentissimo stravolgere qualcosa e crearne di nuove.
Il caso (?) vuole che in questi giorni sia un gran parlare di mele, per ragioni diverse però. Penso a Steve Jobs. A quello che ha detto nel suo discorso a dei ragazzi appena laureati, che hanno la vita davanti. Penso a quanto le sue parole siano commoventi e soprattutto giuste….penso a quanto andrebbero seguite e a come sarebbe la vita se se ne applicassero solo una parte.
“Stay Hungry. Stay Foolish” dice Jobs. E ha ragione….lascio qui parte del suo discorso (la traduzione è presa da qui)..lo faccio per me. E per chi avrà voglia di farle proprie.
“…….Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E’ stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E’ stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fato con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E’ stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni.
Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.”
Non avevo certo pensato ad un piatto con le mele per ricordare Steve Jobs, ci mancherebbe….ma per come è nata questa ricetta, per l’idea un pò fuori dal normale, perchè siamo affamati di cibo e di amore, e si è folli tanto da seguire il proprio cuore…. mi sembra adatto, in questa giornata, aver cucinato qualcosa di questo tipo!
RICETTA: RISOTTO ALLE MELE E PANCETTA AFFUMICATA
Ingredienti
Procedimento
In una casseruola, far fondere il burro, unire il riso e la pancetta. Far tostare bene il riso e sfumare col vino bianco e, appena asciugato, bagnare con il brodo poco alla volta, mescolando tra un’aggiunta e l’altra. Nel frattempo, sbucciare la mela e tagliarla a pezzetti, saltarla in una padella antiaderente per 3-4 minuti. Tagliare il pane a dadini piccoli e tostarlo in una padella dove si è fatto precedentemente sciogliere un pò di burro. Cinque minuti prima di terminare la cottura, aggiungere le mele e, infine, regolare di sale.
L’idea della monoporzione era imprescindbile da questo risotto :) quindi ho usato un coppapasta per formare un cilindro di riso, metterci sopra il pane tostato e due fettine di mele per decorazione.
Ieri sera eravamo a cena dai miei, per quella che si potrebbe, o meglio dovrebbe, definire una tranquilla e classica serata in famiglia. Mancava poco alla messa in tavola, quando Albertino-mimì ha manifestato l’improvviso bisogno del bagno. L’ho aiutato nella “sistemazione”, comprensiva dell’avvicinamento del cesto della baincheria usato come supporto per il posizionamento del libro-con-tutti-gli-animali, da sfogliare con calma e concentrazione durante la “seduta di gabinetto” (mai espressione fu più appropriata!).
La Pasionaria-cocò era abbastanza su di giri per il nuovo arrivo a casa dei nonni (arrivo ahimè, travagliatissimo): Oscar.
Oscar è la tartaruga di mia sorella, (la famosa zia d’america!) affidata dalla fuggitiva padrona a mio padre. Il povero Oscar, ha passato un brutto periodo: dato che non si decideva ad andare in letargo, mio padre l’ha portato dal veterinario, il quale ha non solo dato una cattiva diagnosi sulle condizioni di salute del malato, ma l’ha addirittura trattenuto in ospedale (!). Oscar è stato ricoverato 10 giorni, sotto flebo intensiva (ed io continuo a chiedermi dove diamine infileranno l’ago di una flebo ad una tartaruga di terra di 5-6 cm..mah!). Da quando oscar è tornato a casa, riceve le amorevoli cure del suo tutore legale (mio padre mi ha anche telefonato per chiedermi il vecchio termometro per misurare la temperatura dell’acqua del bagnetto dei bambini, perchè il dottore è stato inflessibile sulla necessità di immergere il convalescente in acqua a 38° e papà non aveva mezzi sufficienti per misurare la temperatura con precisione..”Sai, è una responsabilità“).
Il malato, dopo 10 giorni di ricovero ospedaliero costati 200 euro, sembra essersi ripreso: si muove nel suo tarta-village e mangia erba medica e mandarini. La pasionaria quindi, era tutta interessata ma sapeva di non dover toccare la “tattuga” quindi ha passato buoni 10 minuti a tentare di convicermi a mettere il mio dito nella bocca di Oscar (speranza vana!). Dato che mia madre apparecchiava per la cena, ho pensato che fosse il caso di ricordare ad Albertino di sbrigarsi: lui era lì, col libro aperto e lo sguardo concentrato che puntava verso l’alto e al mio brusco: “Hai finito, sì o no?” ha risposto con un “Dopo, voglio studiare Anubi”. Facendo appello al mio autocontrollo per evitare di ridere, ho risposto “Sì, dopo cena”: non credevo che una “seduta di gabinetto” potesse portare un bimbo di 5 anni a voler studiare le divinità egizie ma tanto si sa, Albertino è avanti!
In tutto questo, i miei si sono lanciati nella solita dieta post-feste natalizie e quindi, dopo essermi beccata il rimprovero di mia madre per aver visualizzato sul pc la foto della pizza croccante in teglia di Adriano, ho ricevuto anche da parte sua la gentile richiesta: ” metti qualche ricetta light sul blog, noo?”
Continuiamo quindi la light session:
-per tartarughe di terra convalescenti: mandarini (“mi ha detto il dottore che sono ricchi di calcio“..) e erba medica, associati a bagnetto a 38°
-per tutti gli altri: sformatini di melanzane e ricotta su coulis di pomodoro fresco e tortini di riso venere con zucchine e peperoni su vellutata di piselli.
RICETTA: SFORMATO DI MELANZANE CON RICOTTA, PROVOLA AFFUMICATA E COULIS DI POMODORI
Ingredienti:
Procedimento
Tagliare la melanzana a fette sottili. Qui avete due scelte: per una versione più saporita, friggere le fettine in olio evo. Per una versione totalmente light passarle sulla griglia. In una terrina, mescolare la ricotta ben scolata, la provola tagliata a cubetti e regolare di sale (chi lo gradisce, anche di pepe). Si può omettere la provola se proprio il dietologo ci perseguita :). In uno stampino di alluminio monoporzione, adagiare le fette di melanzane per coprire lo stampino, facendo in modo che parte delle fette esca da bordo, riempire con il composto di ricotta e ripiegare la parte di fette sulla base. Mettere in forno a 180° per 15 minuti. Nel frattempo sbollentare i pomodori per un minuto nell’acqua bollente. Scolarli, togliere la pelle e i semi e frullarli regolando di sale e olio. Versare il coulis di pomodoro fresco nel piatto. Togliere dal forno lo sformato di melanzane e adagiarlo sul coulis. Servire subito.
RICETTA: TORTINO DI RISO VENERE CON ZUCCHINE, PEPERONI E CREMA DI PISELLI English Version
Ingredienti:
Procedimento
Ho modificato, secondo il mio gusto, una ricetta trovata sul libro cocktail & finder food, editore Giunti. Cuocere il riso venere in acqua bollente (se usate quello del mulino la cottura è molto lunga, 45 minuti. Con quello del supermercato impiegherete i soliti 15 minuti). Nel frattempo tritare lo scalogno, stufarlo in una pentola insieme a poco olio, aggiungere i piseeli e un bicchiere acqua e portare a cottura (aggiumngere acqua se necessario). A cottura ultimata, regolare di sale e frullare il tutto. Lavare le verdure, tagliare a pezzetti i peperoni e la zucchina (io ho usato la grattugia a fori larghi). In una padella con un filo d’olio versare i peperoni e farli andare per qualche minuto. Aggiungere le zucchine e terminare la cottura regolando di sale. Spegenere il fuoco. Scolare bene il riso e aggiungerlo alle verdure. Saltare il tutto. Sistemare nei piatti la crema di piselli, poggiare un coppapasta circolare e mettere due o tre cucchiai di riso fino al bordo del coppapasta. Lasciar intiepidire un minuto o due, di modo che il riso trattenga la forma. Togliere delicamente il coppapasta e servire.
Il risotto è il classico primo che viene normalmente inserito in una cena o pranzo importanti…non si sbaglia mai: piace genericamente a tutti, è un primo raffinato e, perchè no, ha un bell’impatto estetico. Il problema è che mi capita di ritrovarmi a mangiare due, al massimo tre tipi di risotti: ai funghi porcini, al radicchio e provola e allo zafferano. Intendiamoci, sono molto buoni ma il riso è talmente versatile che ci si può permettere di abbinarlo a tantissimi ingredienti, ottenendo mille combinazioni originali e altrettanti gusti particolari, in special modo per una sera di festa come quella che sta arrivando.
Questa ricetta si ispira ad una che trovai su un vecchio numero di Sale & Pepe e non l’ho più lasciata, perchè adoro il sapore della zucca combinata col Marsala e col rosmarino: un risotto semplice, ma con un tocco speciale.
Ricetta: Risotto alla zucca, marsala e rosmarino:
Ingredienti:
Procedimento:
Tagliare a tocchetti la zucca, la carota e la cipolla. Riunire tutto in una casseruola, coprire con acqua fredda e portare ad ebollizione. Continuare la cottura per una ventina di minuti fino ad ottenere la zucca molto morbida.
Rosolare in una padella, con un pò di olio, la cipolla tagliata a fettine sottili. Unire il riso e farlo tostare, poi sfumare con il Marsala. Aggiungere gradualmente il brodo vegetale a base di zucca e portare il risotto a cottura. Due minuti prima di togliere il riso, unire la zucca frullata insieme alla carota, mantecare con un cucchiaio di burro, il parmigiano e regolare di sale. Impiattare e cospargere con una manciata di aghi di rosmarino (io ho usato quello secco).
Se non sapete cosa fare della zucca svuotata, questo centrotavola l’ho visto in un fioraio vicino Piazza di Spagna: un artista, secondo me!