Non era prevista, non ci avevo proprio pensato e poi invece mi sono ritrovata a dover organizzare velocemente una breve vacanza: due giorni nelle Marche, destinazione Castel di Lama, paesino nei pressi di Ascoli Piceno. Nelle Marche non ero mai stata (sì…lo so, una vergogna, ancor di più lo dico ora) e il luogo scelto come “fuga” dalla città era un borgo storico. Se c’è una cosa che mi piace, è poter alloggiare in un posto con una storia, con una atmosfera che mi riporti indietro o comunque che mi trasporti in epoche diverse dalle mie e il Borgo Seghetti Panichi è stata una delle sorprese più belle di queste weekend. Dal sito pensavo che mi sarebbe piaciuto.. ma non avrei mai immaginato che me ne sarei innamorata. All’arrivo ci ha accolto Maria Rita Giovannelli, gentile e disponibile che con un bel sorriso ci ha comunicato che la nostra stanza sarebbe stata “la suite blu”. E già qui, considerando che l’azzurro (con tutte le sue declinazioni dal celestino al blu scuro) è il mio colore preferito, il relais ha catturato la mia benevolenza.
Ci provo, incessantemente e con tenacia…ma, a parte la schiacciante superiorità numerica di due figli contro una mamma, devo riconoscere che loro sono indubbiamente dotati di forze superiori alle mie. Me la fanno sempre. Ammettiamolo: Mimì e Cocò sono due ribaldi e furfantelli che, in un modo o nell’altro, non solo si fanno perdonare tutto ma mi mettono in quello stato di grazia, chiamiamolo pure di giuggiolamento materno per cui la punizione/ comportamento severo/disciplina ferrea spesso vanno beatamente a farsi friggere.
In questi giorni si sta consumando una piccola battaglia della serie: “vadiamo quanto ci mettiamo per far esurire mamma” e si stanno comportando egregiamente: le fila sono serrate, i due fanno comunella per litigare il più possibile sulle peggiori stupidaggini che un adulto possa immaginare (solo un adulto però…. per i bambini litigare su chi debba sedersi più vicino ad un plasma di 52 pollici è essenziale, sia mai che si dovesse vedere poco). Ll’adulto medio si imbestialisce a sentirsi chiamare con una frequenza di 3 volte al minuto (per ciascun figlio, per un totale di 6 volte a minuto) e per di più, quando gli viene in mente di guardarli in cagnesco, uno dei due se ne esce con la frase: “che sei arrabbiata con me? lo vedo da come metti la bocca!”. Il senso di colpa che mi assale è vergognoso.
Io sinceramente resisto. Insomma, è mio dovere cercare di educarli e siccome vengo accusata dal parentado di essere o troppo remissiva o troppo severa a seconda dell’argomento educativo, cerco almeno di salvare la faccia con loro e, nella migliore tradizione, quando la situazione diventa ingestibile, urlo la frase che ogni buona mamma impara essere quella giusta, netta e definitiva :” adesso chiamo papà”. Per ora funziona. In futuro chissà. Ma la vera domanda è: ai bambini fanno un corso specifico? come fanno a imparare queste cose?
L’altra sera avevamo previsto la solita fuga domenicale dal caldo afoso della città e la meta era altrettanto solita: noi andiamo a Frascati! Cittadina deliziosa, allegra e fresca..iresistibilmente fresca. Si trova nel cuore dei Castelli Romani e la sera è una salvezza..anche se è presa d’assalto da tutti i romani..ma fa niente! Adoro lo “struscio” vacanziero anche se non sono in vacanza! Poi per frascati ho un debole, quindi ci vado sempre volentierissimo! A differenza del solito però ci ero arrivata piuttosto nervosa perchè Albertino e la Pasionaria avevano dato il meglio di loro durante un litigio quindi non stavo un granchè quanto a disposizione d’animo e avevo deciso che non si meritavano gelati/ricordini sulle bancarelle, giostre o robe varie. Niente di niente, dovevano assumersi le loro responsabilità. Poi arrivati lì, mentre scendiamo dalla macchina Albertino mi guarda, mia abbraccia e mi dice: “tu sei più bella di tutte le mamme”. Hummm…ho cominciato a sentirmi un cane ma dovevo resistere, mica potevo cedere così. Avevo detto niente e niente sarebbe stato. Poi, mentre guardavamo le bancarelle ho deciso che almeno potevo chiacchiarare con i miei pargoli, e così Albertino, dalla sua carrozzina-ufo (quella sera era troppo stanco per il carrellino) si è messo a leggere tutte le insegne dei negozi che vedeva. Faceva un ottimo spelling, da esserne proprio fieri per i suoi 5 anni. Ari-hummmmmm..magari una cosetta piccola gliela potevo pure comprare….no, e altrimenti che senso ha una punizione? Poi, ingenua come sono, gli ho fatto la solita domanda scema (e pericolosa) che un genitore fa con frequenza regolare ” a chi vuoi più bene tu?”
Lui ci pensa 10 secondi e mi fa “Fra tutte le mamme voglio più bene a te. Fra tutti i papà voglio più bene a papà. Fra tutti i nonni voglio più bene a..(e qui non avrete mai la sua risposta per mia pace: lo sappiano da subito i nonni che leggono). Fra tutti gli zii voglio più bene a (..stesso discorso, niente risposta..resterà un mio segreto! :P)” E non ancora soddisfatta ho domandato ” e fra tutti questi qui?” “fra tutti questi qui vinci sempre tu“
Ho deciso di comprare a lui e Cocò (per par condicio) un animale di legno: una balena e un micio. Insomma, con che cuore potevo riportare a casa quei due senza nulla? In fondo è scientificamente dimostrato che l’eccessiva severità non fa ottenere i migliori risultati. Poi si vedeva lontano un miglio che quel bimbo aveva un’intellegenza notevole (o, quantomeno, un’ottimo gusto in fatto di mamme).. sì sì. Però il gelato no…non potevo mica esagerare. Il punto su qualcosa dovevo tenerlo. Peccato che io e mio marito abbiamo fatto cambio bimbi: io mi sono presa per mano la Pasionaria e lui andava in giro con Albertino, tanto le bancarelle l’avevamo superate e stavamo passeggiando per la via centrale. A un certo punto mi accorgo che lei si era fermata. Era in mezzo alla gente, col visetto completamente reclinato verso l’alto e la bocca un pò aperta e sorridente. “Che fai?” le ho chiesto (questo maledetto vizio di fare domande me lo devo togliere!). Lei tira su piano piano il suo ditino e lo punta verso l’alto, spostando il piccolo braccio (un pò alla E.T.-telefono casa ma senza nessuno con cui congiungere il dito). Senza spostare il viso di una virgola ride e mi dice “io guardo il cielo”. Era deliziosa. Una bimbetta biondina e riccioluta che camminava a testa in su fra un mare di persone guardando il cielo con un sorriso..e nel cielo non c’era nemmeno una stella. La mia “guardatrice di cielo” era felice di guardarlo , purtroppo, e io questa cosa la facevo spessissimo da piccola (e non solo da piccola) quindi capico molto bene come si sentisse.
Coppetta alla nocciola per lui, coppetta al cioccolato e stracciatella per lei, cono cocco-cioccolato e panna per mio marito e fragole per me. La disfatta. Appunto. Ma come si fa?
La ricetta di oggi nasce da due cose: la prima è che mentre tornavamo alla macchina Albertino si è messo a gridare di gioia nel vedere le palme altissime che ci sono a Frascati e dire tutto felice ” mamma, mi sembrano gli alberi dell’estate” (alias palme con i relativi frutti: gli ananas) e dal fatto che dovevo terminare la scorta di latte di cocco (dopo la terza ricetta col cocco e affini giuro che poi non ne uso più per un pò)
RICETTA: MAIALE AL LATTE DI COCCO, ZENZERO E ANANAS
Ingredienti
Procedimento
Versare il burro chiarificato in un tegame. Infarinare leggermente i pezzi di maiale e versarli nella pentola. Far rosolare per un paio di minuti e rigirare bene ogni pezzo. Versare il latte di cocco e far cuocere a fiamma bassa. Dopo una decina minuti e quando si è pressocchè asciugato il latte di cocco, aggiungere i pezzi di anas, lo zenzero e il sale. Lasciar cuocere per altri 5 minuti. Servire caldo o tipiedo.
Uscita dall’ufficio, stavo facendo il mio solito viaggio in metro, “pregustando” il ritorno a casa e pensando inevitabilmente, a cosa preparare a Mimì & Cocò. Gli “spaghetti di Kung fu panda” (ovvero minestrina con bordo vegetale e spaghetti spezzettati)? “la pasta di Hulk” (ovvero pasta al pesto)? Le onnipresenti polpette di nonna ( quella bustina piena di polpette fritte che ormai fa parte del corredo che riportiamo a casa dopo una visita a mia madre)? Immersa in questi nobili pensieri, sentivo solo in lontananza la presenza degli altri viaggiatori: vicino a me c’era una mamma col suo bimbo di 5-6 anni (capelli a spazzola e occhiali fondi), un signore leggeva un giornale, un ragazzo studiava degli appunti, etc etc. A un certo punto, il mio sguardo è stato attirato, direi bloccato, da questa immagine: una ragazza sui 18 anni, senza un filo di trucco ma col viso giovane e dall’aspetto genuino, skateboard alla mano, maglietta corta e pantaloni al ginocchio da skateborder…insomma, aveva l’aria della classica ragazza sportiva, carina..magari poco femminile ma un bel fisico davvero. Questo fino al ginocchio. Dal ginocchio in giù sembrava di essere in un’altra dimensione: c’erano delle gambe. Eh, direte voi, sai che novità. Peccato che le gambe in questione fossero ricoperte da una lunga coltre di peli, che neanche un 16 enne in pieno scompenso ormonale. Quelle gambe lì, di sicuro non avevano mai visto non dico un’estetista, ma neanche la porta di un centro estetico. Sembrava uno strano essere mitologico, per 2/3 ragazza sportiva acqua e sapone, per 1/3 ragazzo in pieno sviluppo, con gli ormoni che si prendevano a cazzotti, per quanti erano. Con un filino di perplessità, ho pensato che in fondo, per il principio di autodeterminazione del bulbo pilifero, ogni donna ha il diritto di scegliere se provare o meno l’ebrezza di una ceretta, il profumo delicato delle varie creme depilatorie e perchè no, il dizionario del nome di tutti i santi che si richiamano alla mente quando solo si avvicano quegli aggeggi infernali tipo Silke pil (o come diamine si chiama)…certo era che, nelle sue condizioni, probabilmente avrei evitato pantaloni corti ma in fondo poteva essere una mia sovrastruttura mentale, imposta dalla società consumistaica modaiola, etc etc… A interrompere queste considerazioni, sento la voce del bimbetto coi capelli e spazzola e gli occhiali che dice ad alta voce, rivolgendosi alla ragazza:
” Ma perchè tu hai i capelli sulle gambe??”
Per una volta tanto, una frase simile non veniva pronunciata da uno dei miei figli e ho provato simpatia e profonda comprensione per la mamma vicina che, lo so, ha avuto un piccolo colpo al cuore. La gente attorno ha cominciato a guardare verso l’altro e a leggere con interesse tutte le fermate della metro, gli adesivi con le spiegazioni anticendio, i giornali gratuiti, guardando di sottecchi la ragazza prima e la mamma poi, la quale, annaspando un pò ha fatto solo in tempo a sibilare un “Filippo!!!!” per poi guardare verso la destinataria di tale richiesta pensando a una profondissima frase di scusa. La cosa più bizzarra però, è stata la fulminea risposta dell’essere mitologico (in lingua tedesca/svizzera/austriaca..non saprei dire con precisione).
“eheh, pampino, noi nel mio paese, mangiare tanto pollo e quello fa crescere peli sani e forti”
Se la risposta del bambino ci aveva fatto fermare un attimo il cuore, qui tutti abbiamo sgranato gli occhi e ci siamo voltati verso la fonte di tale rivelazione. Mentre cercavo di ripercorrere la correlazione fra visita all’estetista e mangiata stratosferica di pollo al forno, la mamma, ormai mia complice, fa sottovoce ” e meno male che i polli italiani non fanno quest’effetto”. Effettivamente, questa non l’avevo mai sentita. Non so a che tipo di pollame fosse abituta la crucca-girl..ma istintivamente ho pensato che sarebbe troppo semplice, per evitare l’annoso problema dei peli in eccesso, quello di smettere di mangiare pollo. Non può essere, in base a uno dei prinicipi di Murphy, per cui se una cosa ha una soluzione semplice, certo non capita a te! Detto questo, le varie persone hanno ripreso le loro attività, scuotendo un pò la testa, la mamma ha preso Filippo per una mano sussurrandogli un minaccioso “poi facciamo i conti” e io ho trovato di colpo la soluzione alla mia cena quotidiana, decidendo di sfidare la sorte:
Polpette di pollo al limone. Se mai dovessi avere strani effetti collaterali, sarà mia cura informarvi.
RICETTA: POLPETTE DI POLLO AL LIMONE SU COULIS DI BASILICO
Ingredienti
Procedimento
Mettere a bagno il pane col latte e aspettare che si ammorbidisca. Mescolare la carne macinata, l’uovo, la buccia grattugiata del limone, il sale, il vino bianco (io l’ho fatto con la planetaria e la foglia). Fare delle polpette e passarle nella farina (avere le mani un pò bagnate può essere utile per formare le polpette: usare un pò di vino bianco o di latte avanzato prima). Mettere sul fuoco una pentola con olio d’oliva., Quando è ben caldo, sistemare le polpette e sigillarle un pò in cottura. Aggiungere il succo di limone spremuto. Far evaporare bene, aggiungere l’acqua fino a coprire le polpette e lasciar andare a fiamma bassa fino a cottura (dopo 15 minuti ho chiuso).
Le polpette possono essere anche servite come finger food, magari appoggiate su un cucchiaio di basilico tritato con olio e un pizzico di sale. Estivo e comodo!!!
P.S.: COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Il termine del contest Metti uno stilista a cena, causa forza maggiore (cioè mia assenza!) viene prolungato fino al 15 Luglio
Cosa regalate a parenti e amici per Pasqua? A casa mia, solitamente si regala la pastiera. Praticamente Pasqua non arriva se almeno una pastiera non è presente dentro casa..ma non quella comprata, quella fatta in casa (ovviamente!). Mia nonna paterna era un pastierificio vivente: quando arrivavamo a Sapri per le vacanze di Pasqua, trovavamo sparse per la cucina, almeno un quindicina di pastiere: una per il dottore di famiglia, una per il Parroco, una per la commare e via di questo passo..fino a giungere a quella per noi! Ricordo che negli ultimi anni, ne faceva talmente tante che ne cuoceva una parte nel suo forno e una parte nel forno della pasticceria di un parente (questo in città sarebbe impensabile..purtroppo!). Da quando non c’è più lei, le faccio io. Non credo che raggiungerò mai il suo livello di bontà, pur utilizzando la sua ricetta, perchè lei le faceva in modo davvero speciale, e fatte su misura per il nostro gusto! Sta di fatto che, per me, l’arrivo di Pasqua vuol dire “pastierare” e lo faccio sempre con enorme piacere, per portare avanti il ricordo di nonna Grazia, le sue pastiere e la nostra tradizione. Quest’anno, finora ne ho fatte 6…ma domani proseguirò! Però, lo ammetto, pensare di regalare pastiere a tutto il parentado è una gran fatica, se non altro per i tempi di cottura biblici e per il numero elevato di zii e cugini…così quest’anno ho provato a fare qualche regalino dell’ultimo minuto in tema pasquale, veloce, facile e “scenografico”. Quando le ho viste su una rivista, Sale & Pepe, è stata grossa simpatia a prima vista! Le uova sode sott’olio mi ispiravano tanta allegria! E così ho deciso di provare e questo è quello che ne è venuto fuori! Considerando che manca una settimana, se volete fare un piccolo presente homemade, che non vi tenga incollati alla cucina, queste uova sono quello che fa per voi!
RICETTA: UOVA SODE PROFUMATE ALLE ERBE
Ingredienti
Procedimento
Cuocere le uova per 8 minuti dall’ebollizione, scolarle, passarle in acqua fredda e sgusciarle. Riporle a freddare e nel frattempo sterilizzate i barattoli. Il metodo che ho trovato più comodo, spiegato da Azabel, è quello di lavare bene i barattoli e passarli in microonde per 4/5 minuti. Riempire con le 6 uova il barattolo, alternandole con qualche peperoncino. Scaldare l’olio (per la quantità sono andata ad occhio..e quel poco che è avanzato, dato che è profumatissimo, l’ho messo in una bottiglia e lo userò per altre preparazioni..o altri regali :) ) con l’aglio a fette, le erbe, il pepe. Spegnete il fuoco (deve solo scaldare, mi raccomando), lasciate raffreddare l’olio e versatelo sulle uova senza filtrarlo.Chiudete il barattolo e lasciate riposare per almeno 24 ore. Potete gustare le uova con una fresca insalata e con i tanti salumi di stagioni!
Per andare in vacanza a Sapri (Sa), dobbiamo prendere la Roma-Napoli, con tutto quello che può significare: traffico, file interminabili, partenze intelligenti alle 10 di sera o alle 3 del mattino, il tutto sperando di non trovare ingorghi, non solo sulla Roma-Napoli ma soprattutto sulla Salerno-Reggio Calabria, croce e delizia dei tanti turisti (croce perchè i lavori ventennali sono ancora lì, e delizia perchè quella strada è quella che conduce in posti meravigliosi!). Cosa c’entra questo con la ricetta? Ebbene, quando proprio vediamo che la fila comincia ancora prima del casello di ingresso, in genere scegliamo di aggirare l’ostacolo dei primi km percorrendo la Casilina e attraversando i suoi paesini per poi immettersi successivamente sull’autostrada. Si dà il caso che uno di questi paesini sia Labico e sempre il caso vuole che si passi davanti una porta rossa scura, bellissima, senza vetri e mio padre ogni volta mi diceva che quella porta nascondeva un ristorante bellissimo (ma ahimè, non alla nostra portata!). Solo anni dopo, con la mia passione per la cucina, ho scoperto che quello era il ristorante di Antonello Colonna e tuttora, quando ci passo davanti ho la voglia di fermarmi e bussare…o anche di farmi una foto, tanto per fermare il momento. Io non ho mai avuto modo di assaggiare i suoi piatti ma ne ho sempre sentito parlare come uno dei migliori chef di Roma e d’Italia. Poi prima dello scorso Natale, cosa vedo in uno dei miei classici agguati alle librerie? Il suo libro: I segreti della cucina italiana. E non potevo non regalarmelo. Perchè adoro i libri di carta, sfogliarli, guardare le foto..mi sembrano più belle dal vivo. E avere un libro di un grande chef, che se ne condivida o meno la filosofia, il modo di fare e di interpretare la cucina, è comunque importante perchè dà la possibilità di ragionare su un piatto e di scoprire cose nuove a cui magari non avresti pensato. Finalmente sono riuscita a provare una delle ricette che mi ha colpito (e sono tante!!): ajo e ojo di mare.
“Un piatto per non vedenti”, lo definisce Colonna, mettendo in evidenza il fatto che secondo lui, questo piatto non è bello esteticamente ma non ne ha bisogno per la bontà. Sarà..io quando guardo la foto del suo libro,questi spaghetti li trovo “poetici”: un nido di spaghetti su un laghetto di salsa liscia e vellutata color rosa antico. Nelle mie foto noterete che la salsa non è affatto così morbida ma purtroppo non ho un buon cutter e ho dovuto accontentarmi..ma ho pensato di mostrarvelo lo stesso perchè ne vale la pena!
Vi lascio con vero piacere la ricetta con una sola annotazione: mi è stato gentilmente chiesto di provare un prodotto dell’Ariosto, il preparato con erbe fresche. La prima cosa che ho fatto è guardare l’etichetta e questi sono gli ingredienti: sale marino, rosmarino, aglio, salvia, ginepro, alloro, origano, prezzemolo e piante aromatiche. Null’altro, niente coloranti, conservanti, glutammato monosodico, esaltatori di sapidità etc etc e se ci fossero stati ve l’avrei detto. L’ho usato in questo piatto perchè non avevo tutte le erbe fresche e ha dato un aroma molto gradevole al pesce. Mi ha fatto piacere scoprire un prodotto comodo e senza ingredienti che entrerebbero di corsa nella lista delle cose che non esistono :)).
RICETTA: AJO E OJO DI MARE DI ANTONELLO COLONNA
Ingredienti (per 4 persone)
Procedimento
Soffriggere un trito di cipolla, sedano, carota, aglio e prezzemolo in olio evo. Aggiungere i pomodori e di seguito la rana pescatrice spellata e tagliata a pezzi (in questa fase ho aggiunto due cucchiaini delle erbe aromatiche adatte per il pesce). Cuocere per circa due ore (ho messo a fiamma bassa e dopo un’ora e un quarto ho aggiunto mezzo bicchiere di acqua perchè si era asciugato un pò). Frullare il tutto, anche la carcassa e passare al setaccio per ottenere una crema (qui ho avuto il problema che il mio cutter non ha reso la crema abbastanza fine…spero di rimediare presto …comprandomi un cutter!). A parte mettere a bollire la pasta e poi condirla con un soffritto di aglio, olio, peperoncino e una spolverata di prezzemolo, completando con la crema di pesce, messa sul fondo del piatto.
Mio marito è sommelier e gli ho chiesto (da vera profana e astemia) quale vino ci avrebbe abbinato. Mi ha risposto che ci avrebbe abbinato un Torre del Giano- Cantine Lungarotti (trebbiano 70%-grechetto 30%)…Ho pensato che sarebbe carino abbinare ad ogni ricetta un vino, magari gli appossionati gradiranno!
Ho sempre amato Venezia, anche prima di esserci stata! Non so perchè, ma questa città ha sempre avuto su di me un fascino particolare. Quando avevo 15 anni, andammo in gita con le Suore proprio a Venezia..e me ne innamorai definitivamente. Era il 25 Aprile, San Marco, un sole da togliere il fiato, una sfilata storica meravigliosa e ricca di costumi e piazza San Marco piena di gente. L’impatto è stato notevole! Calcolate poi che, insieme ad un gruppetto di amiche adolescenti (eravamo decisamente imbranate anche perchè la nostra era una scuola tutta femminile), ho fatto la conoscenza di alcuni ragazzi Veneziani simpaticissimi (mentre le Suore ci seguivano a vista…come un’ombra nera) ! Anzi, uno di loro mi mandò, una settimana dopo, una lettera (strano sentir parlare di lettere ai tempi di mail, sms, skype..ma quanto erano belle?)…che mi consegnò direttamente mio padre, accompagnato da uno sguardo truce! Io mi chiusi in bagno a leggere quella lettera (che era una semplicissima lettera di saluto ma che bastò a confermare la mia passione per venezia) e quando uscii..trovai mio padre nella stessa posizione, con le braccia conserte! Ma nulla…da me non avrebbe ottenuto nessuna informazione!!! Molti anni dopo, A venezia ci sono tornata con mio marito: altra atmosfera, altra situazione…ma tanto romanticismo, quindi lasciatemi un momento di sdolcinatezza e fatemi citare una canzone di Toto Cutugno che mi canticchiavo in continuazione:
Quante volte fra i banchi di scuola ho studiato Venezia
Quante storie d’amore hanno scritto i poeti a Venezia
La laguna che cambia colore
Come le nostre stagioni di cuore
Se una donna la perdi la puoi ritrovare a Venezia
Finita la dichiarazione d’amore per la città lagunare e dintorni, come potevo non partecipare al contest Venezia nel piatto? Mi viene proprio naturale!
Ho pensato ai giorni trascorsi lì con mio marito, quando mangiammo a Murano dei gamberi buonissimi su un fumante piatto di polenta gialla…e allora ho provato a creare qualcosa di mio, partendo dalla lista degli ingredienti del contest. Vicino al piatto c’è un caro ricordo: un delfino in vetro di Murano, comprato da mio marito appena lo vide: ditemi voi se non ha dei colori perfetti con questo piatto! :)
RICETTA: POLENTINA BIANCA, VELLUTATA DI ZUCCA E ARANCIA CON GUAZZETTO DI VONGOLE VERACI E GAMBERONI
Ingredienti
Per la polentina
Per la vellutata di zucca e arancia
Per il guazzetto
Procedimento
Private la cipolla della parte esterna e riducetela a fettine. Controllate che la zucca sia priva di filamenti e semi, quindi tagliatela a tocchetti; lavate e asciugate l’arancia e prelevate la metà della scorza, tralasciando la parte bianca amarognola. Scaldate l’olio evo in una casseruola, unite la cipolla a fettine, la salvia spezzata, la scorza d’arancia e la zucca e lasciate rosolare il tutto per 2-3 minuti, mescolando spesso. Spolverizzate con la farina, unite a filo il latte, mescolando continuamente per evitare la formazione di grumi, quindi salate e cuocete la zuppa coperta, a fiamma bassa, per circa 30 minuti.
Nel frattempo, mettere l’acqua fredda in una pentola e portare a bollore. Versare la polenta bianca e cuocere, mescolando spesso per una trenitina di minuti(tenete presente che volevo una polentina finale molto morbida, cremosa…per non creare una differenza eccessiva con la vellutata di zucca). Regolare di sale. Eliminate la scorza d’arancio dalla zuppa, frullate quest’ultima nel mixer fino a ottenere una crema omogenea.
In un padellino, mettere l’olio e l’aglio, versare le vongole veraci e i gamberetti. far cuocere pochi minuti, fino all’apertura delle vongole. verso la fine aggiungere i gamberoni e far cuocere un minuto o due. Regolare di sale.
Per la presentazione del piatto, prendere un piatto piano abbastanza largo e poggiare sopra un coppa pasta circolare di circa 10 cm di diamtero. Versare attorno la polentina bianca, all’interno del cerchio versare la vellutata di zucca. Togliere piano il coppasta, versare sopra gentilmente il guazzetto e servire.
Avviso: il Post di oggi è di argomento tecnico informatico. Persone serie astenersi!
Un collega mi mostrato una richiesta di aiuto tecnica (trovata casualmente in rete) e la relativa risposta data dalla software house. Tali problemi sono, secondo lui, talmente comuni nell’uso quotidiano che gli sembrava giusto rendere tutti noi partecipi. Riporto da questo indirizzo :
Fidanzata 7.0 e moglie 1.0 ROTOLOL
C’è qualcuno esperto di software che è in grado di aiutarmi ?
Il mio problema è il seguente : Un anno fa ho cambiato l’applicazione
FIDANZATA 7.0 per l’applicazione MOGLIE 1.0 che ha generato subito
l’applicazione BIMBO 1.0 che occupa tantissimo spazio sul disco.
Le istruzioni non dicono niente di questo fatto. Ma ciò che più mi
preoccupa è che l’applicazione MOGLIE 1.0 si autoinstalla su tutte le altre
mie applicazioni e in più si lancia automaticamente quando apro un’altra applicazione fermandola. Quindi applicazioni come: BIRRA_CON_GLI_AMICI 10.3 e CALCIO_DOMENICA 5.0
non funzionano più.
Qualche volta compare un virus che si fa chiamare SUOCERA 1.0 che blocca il sistema oppure fa si che l’applicazione MOGLIE 1.0 si comporti in modo molto preoccupante.
Ancora più grave è che non riesco più a lanciare l’applicazione
DOMENICA_NOTTE_DI_SESSO 3.0 e sembra che anche dei files come
SESSO_SABATO_MATTINA.EXE abbiano diversi virus perché non rispondono più.
Vorrei disinstallare MOGLIE 1.0 e reinstallare FIDANZATA 7.0 o magari
un’altra versione più avanzata,ma mi sembra troppo complicato e non vorrei rischiare tanto anche perché BIMBO 1.0 mi piace molto. Sono disperato !
Aiutatemi !!!
RISPOSTA SOFTWARE HOUSE:
Gentile Cliente,
il suo problema è frequente tra gli utenti.
Ma il manuale d’istruzioni avvisa ( sull’ultima pagina) che passare da
FIDANZATA X.0 a MOGLIE 1.0 comporta dei rischi:
MOGLIE 1.0 non è più un’applicazione di divertimento come FIDANZATA X.0, ma è un Sistema Operativo Completo fatto per controllare tutte le altre applicazioni. Non è più possibile tornare alla FIDANZATA X.0 perché è stato cancellato definitivamente.
Lo stesso vale per il virus SUOCERA 1.0 che comporta problemi di
compatibilità con tutti i sistemi ( è stato verificato!).
Quindi disinstallarla significa disinstallare MOGLIE 1.0 (che tra l’altro è
nata da SUOCERA 1.0). E’ sempre meglio aspettare che SUOCERA 1.0 si
disinstalli da sola tra qualche anno.
Diversi utenti hanno provato ad installare AMANTE 1.0 ma i rischi sono
enormi: se, per caso, in quel preciso istante si autolancia MOGLIE 1.0 il
sistema andrà in tilt creando i virus: REDDITO_ALIMENTARE_BIMBO e
ROVINA_SICURA.
Se arrivi a questo punto e installi AMANTE 2.0 non provare più a passare a
MOGLIE 2.0 perché i problemi saranno maggiori.
Raccomandiamo CELIBATO 2.0 e tutte le versioni FIDANZATE X.0. Se non
l’avete fatto DOVRETE ESSERE PREPARATI a lanciare in ogni momento SCUSE.EXE combinato con FIORI.EXE.
Le consigliamo di acquistare il pacchetto GIOIELLI con tutte le sue
versioni più costose, il pacchetto VESTITI_NUOVI ma soltanto le ultime
versioni e VACANZE_LUSSUOSE perché aiutano a far funzionare meglio MOGLIE 1.0. Ad ogni intervento di MOGLIE 1.0 lanciare SI_AMORE.EXE e
HAI_RAGIONE_AMORE.EXE.
Fare attenzione ad un eventuale lancio di SEGRETARIA BIONDA_IN_MINIGONNA e NON_RISPONDERE_AL _TELEFONO perché sono incompatibili con MOGLIE 1.0 e possono causare danni irreparabili.
L’applicazione SESSO_SABATO_MATTINA X.0 si lancia soltanto insieme a
DIAMANTI X.0 ogni volta con un’altra versione.
Grazie per aver scelto il nostro prodotto e Le auguriamo buon divertimento.
Dato il periodo, diciamo che la cosa mi ha fatto fare due sane risate e, si sa, ogni tanto ci vuole! ho però avuto la malaugurata idea di inviare il link a mio marito, chiedendogli a che versione fosse! Pensavo, ingenuamente che lo scherzo sarebbe finito lì…invece lui ha pensato bene di aderire all’iniziativa dello sconosciuto scrittore e mi ha risposto con questa mail (per cercare di renderla il più comprensibile possibile, devo prima specificare che:
RISPOSTA DI MIO MARITO:
Io sono passato da quasi tre anni a MOGLIE 2.0 a causa dell’aggiornamento PASIONARIA 1.0…devo dire che problemi con il virus SUOCERA 1.0 non ne ho mai avuti, forse merito dell’applicazione BRAVO GENERO.EXE in esecuzione in background, ormai giunta alla versione 6.8… I problemi si verificano al lancio delle applicazioni del pacchetto SEX 1.1 PROFESSIONAL, che ogni tanto crashano da soli bloccando tutto il sistema. Alcune volte mi è passato in mente di installare il software AMANTE 1.0 unito al firewall ZITTO_QUATTO 9.2, ma ho desistito visto che grazie all’antivirus MUTI 3.0 sono riuscito a far eliminare il virus MORBIDONA.EXE, anche se in background mi rimane comunque attivo il PORTAEREI ROGER 1.1.BAT e il pacchetto SEX di cui sopra ogni tanto si riattiva da solo… mah!!
Oltre a questo ultimamente sto avendo problemi con l’istallazione del programma CASA 2.0 e LAVORO 3.2, che mi portano qualche notte insonne, ma i continui aggiornamenti di ALBERTINO 5.x mi sono di grande aiuto…
Nel prossimo futuro ho intenzione di acquistare e installare:
Casetta di legno 1.0
Fuoristrada 1.0
MACCHINA MODELLANTE PER TE 2.5
Giardino 10.3, unito al backup su mio hard disk dell’applicazione BARCHETTA_SAPRI 2.1
Speriamo bene!!!
Voi capite che , di fronte a tale problematica tecnica, non ho potuto fare altro che cercare dei libretti di istruzioni per la cena di ieri. Purtroppo, il sistema operativo MOGLIE 2:0, presenta un mancato aggiornamento della memoria che ha portato all’erroneo utilizzo del libro “Madeleines” di Guido Tommasi editori (erroneo perchè mio marito odia tutte le madeleines…proprio non gli piacciono) provocando l’attivazione Preparazione Cena.exe con un menu totalmente a base di madeleines: madeleines per antipasto, madeleines per secondo, madeleines per dolce. D’altra parte, se per Albertino c’era stata la vellutata della protesta, per mio marito non si prospettava altro che Menu della Vendetta.bat, che consiste nel lancio di:
Io, che adoro le madeleines, l’ho trovata una cena deliziosa…LUI si accinge a scrivere alla software house per ulteriori problemi di aggiornamento RAM!
Vi lascio le ricette! (tenete presente che non ho a disposizione le vere e proprie forme per le madeleines..ma ingredienti, procedimento e passaggio in frigo per creare lo chock termico e la famosa gobbetta..sono proprio quelli indicati dal libro)
RICETTE:
MADELEINES AI GAMBERETTI ROSA E CURRY
Ingredienti
Procedimento
Sguscuate i gamberetti, tagliateli a pezzetti, poi fateli saltare in una cucchiaiata di oilio con lo spicchio di aglio schiacciato. Aggiungete il curry, mescolato, spegnete e togliete lo spicchio d’aglio. Passate al setaccio la farina e il lievito. Sbattete le uova con il parmigiano, aggiungete la farina e il lievito setacciati, i gamberetti, l’olio rimasto, il sale e il pepe. Mescolate fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. LASCIATE RIPOSARE IN FRIGO PER ALMENO UN’ORA (importante per ottenere la gobbetta!). Scaldate il forno a 270°. Riempite gli stampini imburrati e infarinati le madeleines per 4 minuti. abbassate la temperatura a 210° e continuate la cottura per 4/6 minuti finchè risulteranno dorate (i tempi si allungano se usate gli stampi da cupcakes come i miei). Sfornatele e gustatele ancora tiepide.
MADELEINES AI PEPERONI CRUSCHI E MOZZARELLA
Ingredienti
Procedimento
Mettete i peperoni cruschi in acqua tiepida per circa un’ora. Tritateli a pezzettini. tagliate a dadini la mozzarella. Passate al setaccio la farina e il lievito. Sbattete le uova con il parmigiano, aggiungete la farina e il lievito setacciati, i peperoni,,la mozzarella, l’olio, il sale e il pepe. Mescolate fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. LASCIATE RIPOSARE IN FRIGO PER ALMENO UN’ORA (importante per ottenere la gobbetta!). Scaldate il forno a 270°. Riempite gli stampini imburrati e infarinati le madeleines per 4 minuti. abbassate la temperatura a 210° e continuate la cottura per 4/6 minuti finchè risulteranno dorate (i tempi si allungano se usate gli stampi da cupcakes come i miei). Sfornatele e gustatele ancora tiepide.
MADELEINES AL CIOCCOLATO CON CUORE PRALINATO
Ingredienti
Procedimento
Passate al setaccio la farina e il lievito insieme. Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria. Sbattete le uova con la vaniglia e lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Incorporate la farina e il lievito setacciati, il cioccolato fuso e infine il burro. Mescolate fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. LASCIATE RIPOSARE IN FRIGO PER ALMENO UN’ORA (importante per ottenere la gobbetta!). Scaldate il forno a 270°. Riempite gli stampini imburrati e infarinati le madeleines per 4 minuti. abbassate la temperatura a 210° e continuate la cottura per 4/6 minuti finchè risulteranno dorate (i tempi si allungano se usate gli stampi da cupcakes come i miei).
Questo menu delle madeleines partecipa al contest
Lo ammetto: io sono il classico tipo facilmente convincibile dalle brave commesse. E’ meglio che a fare shopping non ci vada e voi capite l’assurdità di questa affermazione considerando che vivo in una città come Roma! Poco tempo fa, in pieni saldi, decido di fare una passeggiata in un posto da me molto distante e, in cui quindi non vado (andavo) mai: la Rinascente. Si dà il caso che la Rinascente sia uno dei posti più pericolosi mai inventato dal mondo fashion e io, purtroppo, non me lo ricordavo. Ingenuamente sono entrata nel reparto profumeria: tutte signore e ragazze splendide, tailleur nero, trucco perfetto, capelli in ordine..bellissime insomma. Sembrava la hall di un grand hotel. Ho commesso l’ingenuità di avvicinarmi ad un espositore con dei profumi bellissimi…..e lì una signora molto carina mi dice: “Buongiorno. Oggi abbiamo una nostra truccatrice a disposizione, vuole una consulenza assolutamente gratuita?” E che potevo dire?? truccata e coccolata da mani esperte, considerando che la mia sezione trucco giornaliera si esaurisce in 5 minuti alle 6 del mattino, fra il lattuscio di Cocò e la ricerca dei vestiti per Mimì..beh, insomma, me lo meritavo un momento mio, no? La gentile signorina si avvicina, mi guarda e sentenzia: “lei ha una bella pelle..però..”.Pendevo dalle sue labbra.” ecco, in questi punti è ispessita”. Panico. Ispessita? Come ispessita? Che vuol dire? E da quando ho questa cosa? Con l’apprensione tipica del malato che cerca conferma ad una diagnosi, chiedo “Si può fare qualcosa?” “certo!”. Sospiro di sollievo: c’era la cura! Poi mi fa la fatidica domanda:” Lei, che prodotti usa? Per esempio, il tonico?” Sentendomi come il malato tipico che cerca di ricordare tutti i sintomi per facilitare il dottore, le rispondo, pentendomi subito per averle appena confessato che l’unico tonico presente a casa fosse il tonico al rosmarino (sì, ho detto proprio rosmarino) e ricevendo in cambio un sopracciglio inarcato e uno sguardo fra il compassionevole e il disgustato. La cura proposta era in un vasetto nero, lucidssimo, design da urlo, che im men che non si dica avrebbe riportato la mia pelle a essere sottile e morbida. Voi capite che questa crema è entrata di diritto nella mia lista della spesa subito dopo il pane e il latte. Peccato che costi la misera cifra di 150 euro. D’altra parte, mi è stato assicurato che con 50 ml ci faccio almeno due mesi..forse anche 3. La crema è, mio malgrado, rimasta lì anche se la gentile truccatrice mi ha regalto alcuni campioni che fanno bella mostra di sè nel mio bagno e che sto usando con parsimonia. Indubbiamente la mia pelle è molto meno ispessita (almeno credo) mentre nella lista della spesa la crema sta recuperando posizioni anche rispetto al pane e al latte…. L’unico consiglio che ho ricevuto, attuabile senza dilapidare il patrimonio, è stato quello di consumare molte arance. Per evitare quindi l’ispessimento della pelle, mi sono sacrificata e ho pensato di provare una ricetta di paul.a.young con cioccolato e arance (sì, va bene, non è una semplice spremuta ma vi assicuro che merita..e il senso di colpa apportato dal numero di calorie per porzione può essere cancellato dalla consapevolezza che il vostro viso risplenderà).
RICETTA: TORTELLINI DI CIOCCOLATO E NOCCIOLE IN SALSA DI ARANCE ROSSE E PINOLI English version
Ingredienti:
Per la pasta:
Per il ripieno
Per la salsa di arance rosse
Per la decorazione
Procedimento
Per la sfoglia, lavorate tutti gli ingredienti con 2 cucchiai di acqua fredda fino ad ottenere una pasta morbida ma consistente. Avvolgetela in un foglio di pellicola per alimenti e fatela riposare in frigorifero per 30 minuti. Stendete la pasta in sfoglie sottili (l’ho fatto con l’imperia) e con un taglia pasta di 10 cm di diamtero ricavatene dei cerchi (conservateli in frigo fino al momento di riempirli (io ho steso la pasta e ricavato i cerchi subito prima di riempirla).
Per il ripieno, lavorate il burro con lo zucchero, aggiungete il resto degli ingredienti e mescolate bene. Per la farcitura dei dischi, bagnate i bordi con il tuorlo, ponete un cuchiaino di ripieno al centro, quindi ripiegateli a mezzaluna e pizzicatene i bordi. Congiungete le estremità per formare dei tortellini e conservateli in frigo fino al momento dell’uso
Per la salsa, grattugiate la scorza delle arance, poi sbucciatele, dividetele a spicchi e spellateli al vivo raccogliendo il succo. Preparate uno sciroppo portando a eboliizione 50 ml di acqua e lo zucchero. Unite il succo e la scorza e fate bollire per 2 minuti. versate amche la panna e lasciate cuocere per un altro minuto. Togliete dal fuoco e aggiungete gli spicchi.
fate cuocere i tortellini per 3 minuti in abbondante acqua bollente, scolandoli quando galleggiano in superficie. Suddividete i tortellini nei piatti, conditeli con la salsa di arance e cospargeteli con i pinoli tostati e le foglie di basilico sminuzzate (io non li avevo..)
Con questa ricetta partecipo al contest delle “broccole”:
e anche
Avete anche voi quelle amiche perennemente magre che, quando si tratta di cucina, vi chiedeono ricette light? Ecco, io ce l’ho!
“Perchè non metti qualche ricetta light, sai dopo le feste…..” tanto per farti sentire in colpa per quei due o tre kg di biscotti consumati nelle feste o, peggio, per il fondant appena mangiato e, soprattutto, per i cattivi propositi futuri :). La vostra amica al massimo avrà messo su mezzo etto e pure nel punto giusto..ma siccome voi le volete bene la ricetta light gliela date lo stesso!
Eccola qui: semplice, facile e veloce (scusate la qualità della foto, fatta durante una cena!). Bisogna solo trovare un buon filetto di maiale e i mirtilli. Trovo che l’accostamento maiale-frutta sia molto buono ma poco usato in casa (e anche nei ristoranti, devo dire). Però merita! Ricordavo una composta ai mirtilli fatta per dei muffin, ricetta splendida suggerita da Rossana su gennarino e ho pensato che con la carne potesse stare bene. Avevo ragione :) Grazie poi agli aggiustamenti fatti discutendo con Rossana è venuta una buona salsa da servire con la carne: il maiale può essere semplicemente cotto alla griglia o in padella con un filo d’olio, l’ho fatto in entrambi i modi.
Ricetta: Filetto di maiale con composta di mirtilli English Version
Ingredienti
Procedimento
Porre i mirtilli, lo zucchero, l’acqua e l’arancia in una casserula dal fondo spesso.Cuocere a fuoco medio fino a che il composto raggiunga la consistenza di una marmellata non eccessivamente densa (ci ho messo 40 minuti a fuoco lentissimo).
Aggiungere il peperoncino (a piacere e a gusto proprio: io ne ho aggiunto un pizzico). Cuocere il maiale suula griglia o in padella con un filo di olio e servire accompagnato dalla salsa
Con questa ricetta, adatta anche a “stomaci problematici”, partecipo al contest ricette leggere al mirtillo!
La mia mamma, da piccola, mi leggeva sempre il Corrierino delle famiglie. Credo di non averla mai ringraziata abbastanza! Mi divertivo un mondo ad ascoltare le avventure della famiglia Guareschi, le trovavo buffe e divertenti, con uno sguardo ironico sull’educazione e sul rapporto fra genitori e figli che ha dato un posto speciale a questo libro nella mia personale biblioteca!
Non avrei mai pensato però, che a distanza di anni, mi sarei trovata dentro casa Albertino e la Pasionaria redivivi. I miei due figli, come dico io Mimì & Cocò, che sono certa di aver fatto io (perchè, giuro, ero presente al momento del parto), hanno solo un’età diversa (cinque e due anni) rispetto ai due protagonisti guareschiani, ma hanno lo stesso carattere forte, le stesse battute pronte e pungenti e soprattutto lo stesso sguardo di chi sta studiando il proprio genitore per capire bene che giudizio darne. Per quanto mi riguarda, ancora devo capire se mi sento più Giovannino o Margherita..so solo che guardo con molta più comprensione alle tragicomiche avventure di Guareschi-padre.
Ora, il fatto è che i miei Albertino-mimì e Pasionaria-cocò, con i loro giudizi e comportamenti, condizionano spesso le mie ricette e quindi è difficile per me escluderli dal racconto di come qualcosa nasca o si modifichi. Mimì, è quello che fin da piccolo mi ha fatto penare per farlo mangiare. Ha cominciato col consumare un terzo di ogni poppata e ha continuato con le storie quotidiane che accompagnano ogni colazione e cena ( il pranzo, fortunatamente, è questione scolastica, anche se mi dicono che a scuola poi tante storie non ne fa …). Cocò no. Lei mangia tutto e con gusto. Passa dal pranzo, alla merenda, allo spuntino, all’happy hour e alla cena senza soluzione di continuità e Dio solo sa perchè continui a essere snella (o forse, il fatto che lei non cammini ma corra è responsabile di tale stato di grazia fisico).
Ieri avevo passato una parte del pomeriggio a prepare le taglietelle per questo piatto e i piselli per il condimento. Quando siamo tornati a casa tutti insieme, la scena che mi si è proposta è stata questa. Albertino-mimì arriccia subito il naso e fa “mamma, cos’è quest’odore di piselli???? dammi subito un tappo !”. Ha passato poi i 10 minuti successivi a chiedere insistemente un tappo che doveva infilare non so bene dove per non sentire quell’odore (considerate che lui i piselli li mangia…). La Pasionaria-cocò non ha fatto una piega, anzi ha subito chiesto, e consumato, un biberon di “lattuscio“, dato che alla cena ancora mancava il considerevole tempo di mezz’ora. Lei, è nata già adulta. Il commento che più spesso mi riportano è “si vede proprio che è femmina”. Da che si dovrebbe vedere, esattamente, è difficile da spiegare. Fatto sta che spesso, per bloccare la mia onnivora figlia, che vorrebbe mangiare alimenti magari non adatti a bimbi di due anni, non trovo di meglio che dirle che certe cose non sono adatte a lei e mi sento rispondere “io so ganne” (io sono grande!). Poco tempo fa, entrai in camera sua e trovai, come al solito, l’esplosione delle scatole dei giochi. “Metti in ordine” “No. Io so piccola” “Prima in cucina eri grande e ora sei piccola?” ” Per mettere apposto so piccola. Per la pappa so ganne“. Aveva ragione. Tutto dipende dal sistema di riferimento e, come ingegnere, non potevo che condividere. Poi però, siccome sono un genitore, era mio preciso compito negare quell’evidenza e quindi non ho trovato niente di meglio che risponderle con un ” Mica possiamo fare due pesi e due misure. O sei grande o sei piccola. Metti in ordine”. Lei ieri, dopo la cena-adatta-ai-bimbi, ha voluto anche le nostre tagliatelle e le ha gradite (“pure i piscelli“), nonstante la presenza del curry, che credevo l’avrebbe fermata. Ho pensato quindi di poterle proporre con ragionevole tranquillità :)
Ricetta: tagliatelle al salmone con piselli, gamberi e curry
Ingredienti
Procedimento
Per le tagliatelle, tritare finemente il salmone affumicato fino a ridurlo quasi in crema. Mettere in una terrina le uova, il salmone e la farina e impastare bene. Se fa fatica ad amalgamarsi, aggiungere due cucchiai di acqua fredda. Stendere bene l’impasto (ho usato prima il mattarello e poi l’Imperia, ma si stendeva facilmente) e tagliare le taglietelle. Metterle ad asciugare (mi manca uno “stendino” per taglietelle e mi sono inventata un pò di tutto..). Per il condimento, cuocere i piselli come fate normalmente (ho persino evitato di mettere la cipolla, che mi piace tanto, per accontentare mimì..ma, voi che potete, fatelo!). In una padella adatta per spadellare, cuocere velocemnte, in un filo d’olio, i gamberetti. Aggiugere la quantità di piselli desiderata e regolare di sale. Cuocere in abbondante acqua salata (ne ho messo un pò meno del solito data la presenza del salmone) le tagliatelle. Scolarle e spadellarle insieme ai gamberi e ai piselli. Aggiungere una spolverata di curry.
Con questa ricetta partecipo al contest controcorrente di Alessandro (lo so, sono entrata nel loop dei contest: giuro che per un pò smetto!)