Era dall’anno scorso, a Le strade della mozzarella 2013, che volevo rifarla. Ho assaggiato questo primo proposto da Piergiorgio Parini e sono rimasta basita: per l’uso degli ingredienti, per il nitore del piatto, per la nettezza del sapore. E poi quei fiori di Sambuco. Bellissimi e particolari. Parini ha presentato un semplice raviolo ripieno di mozzarella di bufala, condito con burro fuso e fiori di sambuco.
Pistaaaa! Fatemi largo!!!
Ecco, in questo periodo non riesco a far più nulla, specie col blog (lo so, bastonatemi, la cucina è nei ritagli di tempo) specie partecipare a contest!
Ma questo non potevo perderlo! Lo fa lei, la donna nata col tacco, la bomba sexy sicula, di fronte alla quale si può solo tacere e ascoltare il fiume dei suoi racconti (perché se c’è un racconto, con Stefania, è fiume..ed è un fiume di lacrime, perché si piange dal troppo ridere: la simpatia fatta persona, quella donna là).
Dunque, venuta a sapere in zona Cesarini del suo contest con le mandorle e rigorosamente gluten free, ho preparato questo dessert veloce e facile (sì è facile, fidatevi!). Con un fondo di lime e basilico, base di mandorle e glace di latte di mandorle /un po’ gelato, un po’ sorbetto, ispirato dalla buon anima di Felder), partecipo al contest di Stefania Per un pugno di mandorle!
Ingredienti
Procedimento
Messaggio per la Alessandra e la Antonietta: no, non è quello della figura il dolce in concorso per l’MTC di questo mese, perché so che sarebbe stato rigorosamente sbattuto fuori, data la forma non canonica. Però quello è il dolce che mi era venuto in mente, devo dirvelo; mi ci ero affezionata e ho voluto mostrarvelo.
Ed è arrivato. L’ormeggio al porto dell’mtc è stato fatto con maestria ma ha portato lo steso un carico di scombussolamento. Sì, perché il Babà fa questo effetto. Quello di fartelo prima contemplare con rispetto. Quello di farti prima immaginare quanto sarà inzuppato. Quello che ti fa venire voglia di mettere un dito sopra per vedere quanto e come affonda. Quello che poi prendi il babà in mano, non curante del vestito nuovo né tantomeno della probabile goccia di bagna che ci finirà sopra.
C’era una volta una cuoca, che si chiamava Mariagrazia, ed era bravissima a cucinare.
Un giorno voleva cucinare una torta dell’arcobaleno.
Occorrente
1 un pizzico di amore
2 ciliegie di cielo
3 e un etto di arcobaleno
E lei disse: ma io non ce l’ho un etto di arcobaleno.
Allora lei pensò finché le venne un’idea:
-Mhmm ecco! Posso andare al negozio delle torte lì vendono tutti gli ingredienti.
Allora andò al negozio a piedi, e così arrivò gli chiese quanto costa un etto di arcobaleno?
Il negoziante le disse:- E’ gratis!
E lei disse:- Grazie!
Lo prese e se ne andò.
A casa preparò la torta e visse per sempre felice e contenta.
Albertino, 8 anni e mezzo, disabile ma questo non conta. O forse conta più di tutto il resto.
Questa storia è stata scritta da mio figlio, così come la vedete. Non ho cambiato una virgola.
Aveva un biglietto per la festa della mamma da riempire liberamente e ha deciso di inventarsi questa storia.
Finalmente uno in famiglia che scrive bene!
Ho letto quel biglietto e mi si è intrecciato il cuore, come solo fa quando vede i biglietti del proprio figlio o i disegni della propria figlia. Infatti La Pasionaria, che è molto rammaracata di avere solo 5 anni e di sapere scrivere poco, mi ha regalato dei bellissimi disegni: ha disegnato un libro, perché tu ami leggere mamma, e dentro ci ha disegnato un libro e una borsa grande (ma quanto mi conosce, sta peste bubbonica) e poi ha disegnato me e lei, lei con lo zaino e io con la borsa (e due) e dall’altra parte un libro (aridaje).
Io, regali più belli, non penso che esistano.
Auguri a tutte le mamme, cui dedico di cuore questo dolce, ottenuto mettendo assieme alcune coe di Leonardo Di Carlo, prese dal libro Tradizione in evoluzione.
Ingredienti
Procedimento
Dolce tutto di Massari, questo. Avevo visto una foto sul nuovo Non solo zucchero Vol. IV che ho e pensavo di riproporla, anche perché aveva una base di sablée ricoperta da un eclair e cotte insieme. Poi ho capito che col mio forno a gas super potente, che si brucia pure l’imbruciabile, non era possibile ottenerli senza bruciare l’uno o tenere crudo l’altro..e allora ho cambiato in corsa, prendendo tutte le varie parti e assemblando a modo mio (ovvero, sempre considerano la struttura iniziale del dolce ma variandola leggermente).
Nomen omen. Mai come in questo caso. Perché quel au beurre si fa sentire forte e chiaro e ha tutto il primato che si merita. D’altronde con i croissant è così: certe volte sembra che più burro ci sia più siano buoni. Oddio, non sembra, è proprio così. Quindi sì: calcolatori di calorie per 100 g di prodotti astenersi. Lo yogurt magro vi aspetta nel banco frigo.
Vi ho già detto che ho cambiato casa? Sì? Sì.
Vi ho già detto che ora ho un giardino? Ah, l’ho detto? Ah, le ultime foto con tema bucolico ve lo avevano fatto intendere?
Ok, posso quindi passare all’argomento successivo: la vita con un giardiniere.
Dopo uno stop forzato dal trasloco, ritorno in punta di piedi all’MTC, che questo mese mi ha sconcertata e non poco. E conoscendo la Cristiana, che mi sono sconcertata a fare??? Tanto di cappello a una che conosce il quinto quarto come lei.
Ditemi quel volete ma stare a dieta non è bello. Lo devo fare, lo faccio ma non sono contenta. E il mio fisico lo sa. Fosse per me mangerei ben altro e per altro, di questo periodo, intendo casatiello, torta ai carciofi, cioccolato e pastiera (perché io, ad un alimentazione leggera, ci tengo).
Il problema sta anche in quello che ti dice la gente e io, a questa entità strana che si chiama Laggente, prima o poi gliene dico quattro.
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