…no.
Alice nel paese di Montersino.
hummm..
Montersino e Alice nel paese delle Meraviglie.
Insomma, come si voglia metterla, Montersino crea delle cose meravigliose! Diciamo che, ogni amante dei dolci che si rispetti, sogna di fuggire con lui (mio marito, ahimè…lo sa! ma dato che ama i suoi dolci, credo che chiuderebbe un occhio!)
Ho visto questa sua ricetta e me ne sono innamorata! Al che, ho deciso di ripeterla anche se l’ho modificata in qualche punto!
Io e le mie amiche (virtuali perchè conosciute in rete ma realissime per quanto riguarda affetto, complicità, collaborazione, appoggio, etc…) abbiamo una tradizione a mio avviso molto carina:
Il BISCOTTO_DI_NATALE_DAY.
Ogni anno scegliamo un giorno e ci mettiamo in cucina, contemporaneamente (per quello che è possibile! A volte qualche differita capita :P) e cuciniamo biscotti natalizi, o comunque quello che il natale ci ispira! Poi raccogliamo il frutto del nostro lavoro e lo condividiamo fotograficamente! E’ come fare un buffet biscottesco virtuale!
Devo dire che questa giornata la aspetto sempre con molto affetto, perchè è un modo per condividere e migliorare l’atmosfera natalizia! E ci raccontiamo dei nostri successi, disastri, piccoli incovenienti e mangiate fenomenali di biscotti da parte dei fortunati parenti!
Quest’anno non sapevo bene cosa fare..quando è venuta in mio aiuto Friggi62, che su Gennarino ha postato una ricetta di una torta a dir poco meravigliosa: “Le 5 frolle” di Gianluca Fusto. Una crostata, certo..ma che crostata! Formata da 5 strati di pasta frolla friabile, profumata e sottilissima, intervallati da marmellata (io l’ho provata sia con frutti di bosco che con lamponi)! A completare il tutto, un delizioso stroisel e granella di pistacchi!
5 strati diversi ma che insieme stanno benissimo, un pò come le mie amiche ed io! Torta perfetta per il BISCOTTO_DI_NATALE_DAY! Grazie di esserci, ragazze…
Vi riporto la ricetta e il procedimento che ha scritto Friggi (che ho seguito in tutto tranne che per la farina…l’ho comprata al mulino che ho la frotuna di avere vicino casa!), e dichiaro la mia spassionata ammirazione per Fusto!!
Ricetta: Le 5 frolle
Ingredienti
Per la frolla:
per lo Stroisel:
Le dosi dello streusel sono abbondanti, la prossima volta le dimezzero’
Per il ripieno
Tabella di marcia seguita
giorno 1 : preparazione frolla e dello streusel
giorno 2: formatura,congelamento e cottura dei dischi di frolla e lo streusel
giorno 3 : montaggio e consumo crostata
Per la preparazione della frolla ho seguito le indicazioni del blog
Portate il burro a 25°, impastate quindi in planetaria il burro, lo zucchero a velo e il tuorlo precedentemente setacciato.
Setacciate insieme la farina, la fecola e la cannella. Aggiungere i restanti ingredienti al burro e lavorare sino a ottenere un impasto omogeneo.
Poi mi sono comportata cosi’
Frolla in frigo per 1 giorno, diviso in 4 parti la palla. Ho disteso un pezzo di frolla sul foglio acetato e aiutandomi con la pellicola, ho disteso con il matterello, poi coppato con forma circolare di diametro 16 cm secondo me si puo’ tirare fino a 20. Ho messo da parte gli esuberi che ho riutilizzato per creare il quinto disco. Ho sovrapposto i 5 dischi intervallati da acetato e posto in freezer fino a completo indurimento.
Questo trattamento di congelamento della frolla lo avevo visto in un video dello stesso Fusto.
Ho cotto a 150° forno preriscaldato e a fessura, due dischi per volta per 20 minuti ca.
Per lo streusel, come il blog
Setacciate tutti gli ingredienti in polvere. Aggiungete il burro a cubetti freddo amalgamando il tutto con con la foglia nella planetaria. Conservate in frigorifero.
Poi ho agito cosi’
Dopo un giorno di frigo , la palla indurita l’ho grattugiata ottenendo uno sbriciolamento che ho poi ‘riappalinato’ con i polpastrelli.Congelatore. Cottura forno a 160 fino all’imbiondire (ca 10 min).
Ho disteso i dischi di frolla sul tavolo e ‘dressato’ ciascuno per 2/3 con la marmellata di lamponi ( appena riscaldata su fuoco) utilizzando il dorso del cucchiaio e partendo dal centro. Nel blog si suggerisce l’uso di sac a poche con bocchetta piatta da 4, ma mi sono trovata meglio a fare cosi’
Ho spolverato con zucchero a velo il terzo restante e sovrapposto.
Sul disco superiore ho distribuito i pistacchi prima abbrustoliti e grossolanamente tritati, e poi lo streusel
Chi l’ha detto che un buon piatto di pasta debba essere per forza ricco di calorie e farci sentire in colpa per almeno un paio d’ore dopo averlo consumato?
Ci sono dei primi che per un romano fanno parte della tradizione…di più, sono parte integrante della vita culinaria giornaliera! Appartengono alla propria famiglia e al proprio angolo dei ricordi, perchè non c’è bimbo romano che tornando da scuola e arrivando a casa dalla nonna, non abbia trovato a tavola, almeno una volta alla settimana, piatti come la carbonara o la matriciana. Ovviamente questo vale per chi ha nonni con origini romane o quantomeno laziali, altrimenti, come nel mio caso, si può spaziare dalle “orecchiette con le cime di rapa” a “lagane e ceci”!
In ogni caso, non si può dire di essere stati a ROma se non si sono provati, nell’ordine, carbonara, matriciana e cacio & pepe!
E di quest’ultima vorrei parlarvi! Uno dei piatti migliori che conosca, tanto semplice nella composizione degli ingrdienti quanto buono…ma, ahimè, terribilmente maltrattato. Il problema è che la pasta cacio e pepe si descrive da sola. E’ fatta semplicemente da 3 ingredienti:
Ultimamente si trovano nei ristoranti del centro, quelli fatti apposta per ricevere i turisti, piatti di cacio e pepe ricchi di burro, di olio…e di dado (giuro che mi hanno detto anche questo). Non voglio fare la purista della situazione ma perchè cambiare le origini di un piatto che nasce dal popolo, che aveva la capacità di creare una cremina gustosa utilizzando solo la giusta quantità di acqua e pecorino per condire un piatto di pasta, introducendo grassi che non sevono e che modificano irreparabilmente il sapore?
Oltretutto, in un tempo in cui si sta sempre attenti alla linea e i dietologi sono i dottori che più pesano sul budget dedicato alla sanità, questo è un piatto splendido!
E allora mangiamoci questa pasta con vero piacere e senza il minimo rimorso!!
La tecnica di cottura l’ho imparata da Paoletta, però l’ho modificata sedcondo la marca di pasta che uso io e la quantità di pecorino che preferisco!
Ricetta: Pasta Cacio e Pepe
Ingredienti:
STOP
Procedimento:
mettere tutta l’acqua nella pentola e portare a bollore.
Immergere i vermicelli e aggiungere il sale grosso (poco).
Dato che quello che crea la cremosità insieme al formaggio, è l’amido presente nella pasta (che finisce poi nell’acqua), la filosofia del procedimento è quello di cuocere la pasta senza scolarla alla fine (e mantenendo quindi tutto l’amido), aggiun gere all’ultimo minuto il formaggio e il pepe, tirare un pochino e servire. In questo modo si crea una cremina molto buona, senza alcuna necessità di olio e burro, ma basata solo sulla giusta quantità di acqua! Ovviamente il pepe va messo secondo il proprio gusto e la quantità di acqua va sperimentata in base alla marca della pasta e al tempo di cottura!
Con questa ricetta partecipo al contest Lagostina di Semi di Papavero!
La passeggiata per le vie del centro romano è stata molto produttiva, come dicevo la scorsa volta .
Oltre al fioraio artista, appena sono arrivata in quel di Piazza di Spagna, uno dei primi personaggi incontrati è stato un venditore di caldarroste. Ecco, io alle caldarroste proprio non so resistere. Le devo mangiare! Costano un patrimonio (sono degne delle vetrine di D&G, Prada e Bulgari…), fanno ingrassare ma io non posso evitare di prendermene un cartoccetto.
Mi biasimate????credo di no!
Tornata a casa, sono andata a comprare, oltre alla zucca per la crostata al caramello, anche una bella dose di crema di marroni (non avevo tempo di farla) e del cioccolato gianduia: dovevo preparare una torta per la sera successiva e mi è venuta in mente questa combinazione:
Ricetta: Delizia al cioccolato e marroni:
Pan di spagna alle castagne
Crema pasticcera:
Per la mousse alla castagna
Per la mousse al cioccolato:
Per la bagna
sciroppo di zucchero e rhum fatto facendo bollire 2 dl di acqua, 3 cucchiai di zucchero per un minuto e aggiungendo 3 cucchiai di rum a fuoco spento
procedimento:
Pan di Spagna: Montare a lungo le uova con lo zucchero (20 minuti). Unire delicatamente dal basso verso l’alto le due farine setacciate. Imburrare e infarinare una teglia da 26 cm (va bene anche da 24). Cuocere a 170° per 30 minuti.
Crema pasticcera e mousse:
montare i tuorli con lo zucchero, unire la farina setacciata, versare il latte tiepido a filo. Mettere su fuoco basso e girare continuamente fino a cottura. Questa è la base per i due diversi tipi di mousse. Mettere la colla di pesce ad ammollarsi in un contenitore con l’acqua. Dividere la crema in due contenitori. Prendere una cucchiata di crema e scaldarla a microonde. Sciogliere all’interno della crema calda la gelatina ammollata e mescolarla alla crema pasticcera. Aggiungere la crema di marroni a una metà e il cacao amaro all’altra (io l’ho aggiunto a crema ancora calda perchè è più semplice amalgamarla). Unire delicatamente la panna montata.
Montaggio del dolce:
Prendere un vassoio e appoggiarci un anello rigido. Dividiere il pds in due strati. Mettere il primo strato all’interno dell’anello e bagnarlo con lo sciroppo di rhum. Mettere la mousse al cacao. Appoggiare il secondo strato di pds, bagnarlo con lo sciroppo e versare la mousse di marroni. Livellare bene e mettere in congelatore.
Decorazione.
Quando dovete servire il dolce, tiratelo fuori dal freezer, aspettate qualche minuto, aprite l’anello rigido e toglietelo dal dolce. Spolverate con cacao amaro e mettete in frigo almeno un’ora prima (se vi piace più morbido, anche di più). Dato che io dovevo regalare questa torta, ho decorato il tutto con del cioccolato plastico. L’ho fatto seguendo la ricetta riportata su note di cioccolato
Per comodità, questo dolce è molto adatto anche a monoporzioni nei bicchierini.
Come capita sempre, gli abitanti di una città se la godono pochissimo, specie se la città in questione è Roma. I turisti la conoscono meglio degli abitanti e questo è un vero delitto!
Poco tempo fa, approfittando di un giorno di ferie inaspettato, ho preso la storica decisione..e sono andata a fare una passeggiata al centro: Piazza di Spagna, Via del Corso, Via del Babuino…tutto ciò che il mondo ci invidia! Armata di macchina fotografica, ho deciso di fare la turista! L’esperienza è stata piacevole, rilassante e ricca di ispirazione culinarie (non solo questa di oggi :P) : insomma, da ripetere al più presto!
Perchè ispirazioni culinarie??? Ma se uno incontra un fioraio che fa queste cose, a che deve pensare?
e se poi uno ha appena letto una bellissima ricetta ( http://www.cilieginasullatorta.it/2008/11/ultimate-pumpkin-pie.html )…il collegamento è automatico! E allora si va subito a comprare una bella fetta di zucca e si fa una crostata in tipico stile americano.
Devo dire che questa torta è una sorpresa. Molto diversa dalle solite crostate di zucca, con un gusto particolare dato dal caramello e un colore meraviglioso! Il giorno dopo è ancora più buona!
Riporto la ricetta di Tuki:
La ricetta: Caramel pumpkin pie
Ingredienti:
Per il ripieno
- 200 g di zucchero
- 80 ml di acqua
- 475 ml di panna fresca
- 420 g di purea di zucca (come si fa?)
- 1 cucchiaino e ¼ di cannella in polvere
- 1 cucchiaino e ¼ di zenzero in polvere
- ¼ di cucchiaino di noce moscata in polvere
- 1 pizzico di chiodi di garofano in polvere
- ½ cucchiaino raso di sale
- 4 uova grandi lievemente sbattute
Per la base:
- 250 g di farina
- 125 g di burro freddo
- 60 g di acqua fredda
- una punta di cucchiaino di sale
Preparare la base inserendo la farina, il sale, il burro a pezzetti, e l’acqua fredda nel frullatore e lavorare velocemente il tutto fino a quando gli ingredienti non si saranno amalgamati formando una palla (per chi ha il bimby saranno sufficienti 20 secondi a velocità 6); avvolgere l’impasto con pellicola alimentare e lasciar riposare in frigo mezz’ora. Nel frattempo preparare il ripieno. In un pentolino dalle sponde alte portare a bollore l’acqua con lo zucchero, evitando di mescolare, fino ad ottenere un bel caramello dorato scuro (ci vorranno 10 minuti circa, io avrei dovuto lasciarlo scurire ancora un attimo); togliere subito dal fuoco ed unire a più riprese la panna (io l’ho scaldata senza bollirla), con molta cautela e mescolando continuamente, noterete che il composto inizialmente tenderà a bollire molto violentemente. Riportare sul fuoco e portare ad un lievissimo bollore, sempre mescolando. In un recipiente grande mescolare la purea di zucca con il sale e le spezie, unire gradualmente il composto caldo ed amalgamare, aggiungere anche le uova e lavorare il composto con la frusta in modo da ottenere una crema omogenea. Stendere la pasta brisée e foderarvi uno stampo da crostata (25 cm di diametro e circa 5 di altezza), bucherellare il fondo con una forchetta e versarvi il ripieno arrivando quasi al bordo. Infornare in forno preriscaldato a 180°C e cuocere per circa 55-60 minuti o fino a quando il centro del ripieno non risulterà rappreso. Lasciar raffreddare il dolce completamente prima di sformarlo.
Scena numero uno:
Entro in cucina, apro il rubinetto per prendere un pò d’acqua e mia figlia, di due anni e mezzo, mi dice:
“Mamma, fai la torta?”
Scena numero due:
Apro uno sportello del mobile del salone per prendere un piatto :
“mamma, fai doccetto?”
“ma che non lo vedi che prende un piatto? farà la foto no?” risponde il fratello (ormai ha 5 anni: è più consapevole!).
Scena numero tre:
Porto una crostatina, frutto dell’ultimo esprimento, a mio marito. Sta per mangiarla ma alza gli occhi e incontra il mio sguardo indagatore. Si blocca e sembra che abbia quasi timore:
“aspetti che ti dica com’è?” e poi l’addenta con circospezione (non sia mai che non gli piaccia..)
Per la buona pace della mia famiglia, credo sia giunto il momento di aprire un blog!
Su un vecchio numero di Sale&Pepe, c’era la ricetta di una ciambella alle mele e lavanda! L’ho presa e modificata secondo i miei gusti!
La ricetta: Torta di mele alla violette
Ingredienti:
260 gr di farina 00
60 gr di fecola di patate
4 uova medie
300 gr di zucchero
80 gr di olio (io uso quello di riso)
220 gr di the alla violetta
2 mele gialle
1 bustina di lievito
zucchero, fiocchetti di burro e qualche folgliolina di the per la superficie
per la teglia (da 24 cm): burro e pan grattato
Procedimento:
Sbattere le uova con lo zucchero in una terrina, unire l’olio, e il the alla violetta. Setacciare la farina con la fecola e il lievito e unirlo all’impasto. Sbucciare le mele e tagliarle a fette. Ungere la teglia con il burro sciolto e ricoprirla con il pan grattato. Versare l’impasto nella teglia e adagiare le fettine di mela. Cospargere di zucchero, fiocchetti di burro e qualche fogliolina di the. Trasferire nel forno già caldo a 180° e cuocerlo per un’ora e 15 minuti (e comunque fare la prova con lo stecchino).
Ah, dimenticavo….con questa ricetta partecipo al contest Inventa Mela dell’Araba felice!
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