Ci provo, incessantemente e con tenacia…ma, a parte la schiacciante superiorità numerica di due figli contro una mamma, devo riconoscere che loro sono indubbiamente dotati di forze superiori alle mie. Me la fanno sempre. Ammettiamolo: Mimì e Cocò sono due ribaldi e furfantelli che, in un modo o nell’altro, non solo si fanno perdonare tutto ma mi mettono in quello stato di grazia, chiamiamolo pure di giuggiolamento materno per cui la punizione/ comportamento severo/disciplina ferrea spesso vanno beatamente a farsi friggere.
In questi giorni si sta consumando una piccola battaglia della serie: “vadiamo quanto ci mettiamo per far esurire mamma” e si stanno comportando egregiamente: le fila sono serrate, i due fanno comunella per litigare il più possibile sulle peggiori stupidaggini che un adulto possa immaginare (solo un adulto però…. per i bambini litigare su chi debba sedersi più vicino ad un plasma di 52 pollici è essenziale, sia mai che si dovesse vedere poco). Ll’adulto medio si imbestialisce a sentirsi chiamare con una frequenza di 3 volte al minuto (per ciascun figlio, per un totale di 6 volte a minuto) e per di più, quando gli viene in mente di guardarli in cagnesco, uno dei due se ne esce con la frase: “che sei arrabbiata con me? lo vedo da come metti la bocca!”. Il senso di colpa che mi assale è vergognoso.
Io sinceramente resisto. Insomma, è mio dovere cercare di educarli e siccome vengo accusata dal parentado di essere o troppo remissiva o troppo severa a seconda dell’argomento educativo, cerco almeno di salvare la faccia con loro e, nella migliore tradizione, quando la situazione diventa ingestibile, urlo la frase che ogni buona mamma impara essere quella giusta, netta e definitiva :” adesso chiamo papà”. Per ora funziona. In futuro chissà. Ma la vera domanda è: ai bambini fanno un corso specifico? come fanno a imparare queste cose?
L’altra sera avevamo previsto la solita fuga domenicale dal caldo afoso della città e la meta era altrettanto solita: noi andiamo a Frascati! Cittadina deliziosa, allegra e fresca..iresistibilmente fresca. Si trova nel cuore dei Castelli Romani e la sera è una salvezza..anche se è presa d’assalto da tutti i romani..ma fa niente! Adoro lo “struscio” vacanziero anche se non sono in vacanza! Poi per frascati ho un debole, quindi ci vado sempre volentierissimo! A differenza del solito però ci ero arrivata piuttosto nervosa perchè Albertino e la Pasionaria avevano dato il meglio di loro durante un litigio quindi non stavo un granchè quanto a disposizione d’animo e avevo deciso che non si meritavano gelati/ricordini sulle bancarelle, giostre o robe varie. Niente di niente, dovevano assumersi le loro responsabilità. Poi arrivati lì, mentre scendiamo dalla macchina Albertino mi guarda, mia abbraccia e mi dice: “tu sei più bella di tutte le mamme”. Hummm…ho cominciato a sentirmi un cane ma dovevo resistere, mica potevo cedere così. Avevo detto niente e niente sarebbe stato. Poi, mentre guardavamo le bancarelle ho deciso che almeno potevo chiacchiarare con i miei pargoli, e così Albertino, dalla sua carrozzina-ufo (quella sera era troppo stanco per il carrellino) si è messo a leggere tutte le insegne dei negozi che vedeva. Faceva un ottimo spelling, da esserne proprio fieri per i suoi 5 anni. Ari-hummmmmm..magari una cosetta piccola gliela potevo pure comprare….no, e altrimenti che senso ha una punizione? Poi, ingenua come sono, gli ho fatto la solita domanda scema (e pericolosa) che un genitore fa con frequenza regolare ” a chi vuoi più bene tu?”
Lui ci pensa 10 secondi e mi fa “Fra tutte le mamme voglio più bene a te. Fra tutti i papà voglio più bene a papà. Fra tutti i nonni voglio più bene a..(e qui non avrete mai la sua risposta per mia pace: lo sappiano da subito i nonni che leggono). Fra tutti gli zii voglio più bene a (..stesso discorso, niente risposta..resterà un mio segreto! :P)” E non ancora soddisfatta ho domandato ” e fra tutti questi qui?” “fra tutti questi qui vinci sempre tu“
Ho deciso di comprare a lui e Cocò (per par condicio) un animale di legno: una balena e un micio. Insomma, con che cuore potevo riportare a casa quei due senza nulla? In fondo è scientificamente dimostrato che l’eccessiva severità non fa ottenere i migliori risultati. Poi si vedeva lontano un miglio che quel bimbo aveva un’intellegenza notevole (o, quantomeno, un’ottimo gusto in fatto di mamme).. sì sì. Però il gelato no…non potevo mica esagerare. Il punto su qualcosa dovevo tenerlo. Peccato che io e mio marito abbiamo fatto cambio bimbi: io mi sono presa per mano la Pasionaria e lui andava in giro con Albertino, tanto le bancarelle l’avevamo superate e stavamo passeggiando per la via centrale. A un certo punto mi accorgo che lei si era fermata. Era in mezzo alla gente, col visetto completamente reclinato verso l’alto e la bocca un pò aperta e sorridente. “Che fai?” le ho chiesto (questo maledetto vizio di fare domande me lo devo togliere!). Lei tira su piano piano il suo ditino e lo punta verso l’alto, spostando il piccolo braccio (un pò alla E.T.-telefono casa ma senza nessuno con cui congiungere il dito). Senza spostare il viso di una virgola ride e mi dice “io guardo il cielo”. Era deliziosa. Una bimbetta biondina e riccioluta che camminava a testa in su fra un mare di persone guardando il cielo con un sorriso..e nel cielo non c’era nemmeno una stella. La mia “guardatrice di cielo” era felice di guardarlo , purtroppo, e io questa cosa la facevo spessissimo da piccola (e non solo da piccola) quindi capico molto bene come si sentisse.
Coppetta alla nocciola per lui, coppetta al cioccolato e stracciatella per lei, cono cocco-cioccolato e panna per mio marito e fragole per me. La disfatta. Appunto. Ma come si fa?
La ricetta di oggi nasce da due cose: la prima è che mentre tornavamo alla macchina Albertino si è messo a gridare di gioia nel vedere le palme altissime che ci sono a Frascati e dire tutto felice ” mamma, mi sembrano gli alberi dell’estate” (alias palme con i relativi frutti: gli ananas) e dal fatto che dovevo terminare la scorta di latte di cocco (dopo la terza ricetta col cocco e affini giuro che poi non ne uso più per un pò)
RICETTA: MAIALE AL LATTE DI COCCO, ZENZERO E ANANAS
Ingredienti
Procedimento
Versare il burro chiarificato in un tegame. Infarinare leggermente i pezzi di maiale e versarli nella pentola. Far rosolare per un paio di minuti e rigirare bene ogni pezzo. Versare il latte di cocco e far cuocere a fiamma bassa. Dopo una decina minuti e quando si è pressocchè asciugato il latte di cocco, aggiungere i pezzi di anas, lo zenzero e il sale. Lasciar cuocere per altri 5 minuti. Servire caldo o tipiedo.