Il bignè di San Giuseppe, ovvero quello che, per un romano, rimane l’indiscusso dolce della festa di San Giuseppe.
Capiamoci: so benissimo che la zeppola napoletana è famosissima (ottima senza dubbio) e ormai diffusa in tutta Italia. Ma a Roma, da fine febbraio e fino al 19 Marzo, i bignè di San Giuseppe la fanno da padroni. Per me, pur figlia di un papà con origine campane, la zeppola era addirittura qualcosa di esotico, mangiato solo se capitavamo giù in quel periodo. Immaginate lo sconforto nel vedere, molti anni dopo, così trascurato questo gioiello della pasticceria.
E allora rivalutiamolo, il bignè per antonomasia.
I dolci delle feste sembrano interessare non solo me, ma tanti di voi. E molti mi hanno chiesto: quale sarà il prossimo, dopo il profiterole?
Eccolo qui, il Saint Honoré. All’italiana e di Iginio Massari. Intendiamoci, io amo quello francese, con la pasta sfoglia, le composizioni moderne, e tutto… ma questo, da quando l’ho visto nel video di Sweety (manifestazione che ancora rimpiango), ce l’avevo sul groppone. Dovevo farlo a tutti i costi. A noi italiani piace il Saint Honoré con il pan di spagna (qui potete trovare un po’ di informazioni sul pds) ed è uno dei dolci più venduti in pasticceria.
A dire la verità, quando ho controllato la ricetta e il numero di uova, nonostante non sia certo una che fa economia sugli ingredienti, ho deglutito (giusto un po’). Ma poi ho pensato all’hashtag #fattianchetucazziaredamassari (che Santin merita l’applauso): chi sono io per farmi cazziare mentre sono a casa e non eseguo pedissequamente una ricetta del Maestro? Meglio farmi cazziare se e quando un giorno farò un corso serio con lui. Almeno lì, la soddisfazione sarà totale.
Da qualche anno c’è la grande mania, mia compresa, di fare regali di Natale che siano non solo fatti in casa ma rigorosamente di stampo cibesco. Biscotti, in particolare. Se non ci sono barattolini o sacchettini di biscotti, non li vogliamo. E, bene inteso, la prossima ricetta riguarderà proprio quelli, perché ultimamente ho fatto dei biscottini irrinunciabili ma la ribellione quest’anno è stata forte: non regalini ma più dolci delle feste per tutti.