“Senti tesò, ho fatto una brioche di Conticini.. Tanto burro..ma è qualcosa di delizioso. Quei libri, cosa sono quei libri”
Telefonata ricevuta prima del mio viaggio a Parigi. E tanto entusiasmo, proprio il suo, non poteva lasciarmi indifferente, né poteva non creare strascichi.
E fu così che andai a Parigi (ve l’ho detto che sono andata a Parigi? ehmm, sì? Ho rotto abbastanza? ok, per chi volesse risentire i racconti, qui e qui)
Era dall’anno scorso, a Le strade della mozzarella 2013, che volevo rifarla. Ho assaggiato questo primo proposto da Piergiorgio Parini e sono rimasta basita: per l’uso degli ingredienti, per il nitore del piatto, per la nettezza del sapore. E poi quei fiori di Sambuco. Bellissimi e particolari. Parini ha presentato un semplice raviolo ripieno di mozzarella di bufala, condito con burro fuso e fiori di sambuco.
Dolce tutto di Massari, questo. Avevo visto una foto sul nuovo Non solo zucchero Vol. IV che ho e pensavo di riproporla, anche perché aveva una base di sablée ricoperta da un eclair e cotte insieme. Poi ho capito che col mio forno a gas super potente, che si brucia pure l’imbruciabile, non era possibile ottenerli senza bruciare l’uno o tenere crudo l’altro..e allora ho cambiato in corsa, prendendo tutte le varie parti e assemblando a modo mio (ovvero, sempre considerano la struttura iniziale del dolce ma variandola leggermente).
Nomen omen. Mai come in questo caso. Perché quel au beurre si fa sentire forte e chiaro e ha tutto il primato che si merita. D’altronde con i croissant è così: certe volte sembra che più burro ci sia più siano buoni. Oddio, non sembra, è proprio così. Quindi sì: calcolatori di calorie per 100 g di prodotti astenersi. Lo yogurt magro vi aspetta nel banco frigo.
Ditemi quel volete ma stare a dieta non è bello. Lo devo fare, lo faccio ma non sono contenta. E il mio fisico lo sa. Fosse per me mangerei ben altro e per altro, di questo periodo, intendo casatiello, torta ai carciofi, cioccolato e pastiera (perché io, ad un alimentazione leggera, ci tengo).
Il problema sta anche in quello che ti dice la gente e io, a questa entità strana che si chiama Laggente, prima o poi gliene dico quattro.
La Pasionaria era un po’ inquieta l’altro pomeriggio. Portava in giro il suo peluche preferito del momento, ovvero Scrat, l’unico e inimitabile scoiattolo de L’era glaciale 1, 2, 3, 4 (andrebbero visti tutti e quattro solo per le sue avventure).
A un certo punto, mi si è piantata davanti e mi ha detto: “lo vedi? E’ sciupato. Non trova ghiande, in questa casa”.
Roba seria, i rustici.
Vassoi e vassoi inseriti in ogni buffet, in ogni festa che si rispetti. Difficile non trovarne. Difficile anche trovarne buoni. Quando lo sono, delizia al palato. Il più delle volte, purtroppo, la pasta sfoglia è secca, vecchia, fatta con non si sa ben cosa (anche se lo sospetto) e con un ripieno con cui dopo, durante la digestione, avremo a che fare per parecchio tempo.
Vengo appena adesso da una giornata di recite natalizie: La Pasionaria, con la recita dell’ultimo anno d’asilo, di mattina e Albertino, con la performance della terza elementare, il pomeriggio.
Ogni volta è un gran divertimento perché, nonostante la grande emozione di adulti e bambini, ci sono delle scene talmente divertenti che è impossibile che passino inosservate.
Natale, tempo di feste, panettoni, lenticchie e torroni.
In Italia è difficile pensare al Natale senza il torrone bianco e friabile alle mandorle o quello tenero alle nocciole. O, per i golosi inguaribili, al cioccolato e nocciole, con tutte le varianti del caso. Siamo talmente abituati a gustarlo che tendiamo a pensare che sia cosa solo nostra. E forse, dal punto di vista della qualità, lo è (con un pizzico abbondante di campanilismo).
Il conto alla rovescia per il Natale è ufficialmente cominciato. Quest’anno, a differenza di altri, da qui all’estate il tempo mi è volato e mi ritrovo a stringere fra le mani carta da regali e nastri colorati senza neanche rendermene conto.
Sarà un periodo lavorativo intenso più del solito ma ancora non mi ero dedicata alle preparazioni natalizie..e dire che comincio sempre in anticipo io, specie dal punto di visto culinario.