Come dicevo nel post delle lagane e ceci, la proposta di questo mese della Vitto mi ha entusiasmato: minestroni e zuppe. Nel primo post ho presentato un piatto legato allì’origine della mai famiglia, quello che mi faceva spesso mio nonna e che lasciava un’aria con una densità specifica diversa, ovvero con una densità dilagane e ceci. Chiunque abbia avuto una nonna o una mamma che cucinava zuppe e minestre, sa di cosa parlo.
Qui ho fatto una zuppa che ricorda, ancora una volta, il Cilento, anche se modificato qualcosa della ricetta originaria.
Esiste una versione di minestrone con fagioli e castagne, a cui ho pensato di aggiungere una verdura, come il cavolo nero e un po’ di salsiccia , per renderlo un piatto unico.
La fetta di pane semplice o bruscata è sempre un piacevole accompagnamento. Non ho voluto mettere pasta perché con le castagne mi sembrava completo così.
Per dovere di cronaca, (perché se c’è un dovere, è di cronaca) ho fatto la prova del nove (perché se c’è una prova, è del nove). Era una bella porzione di zuppa, per una che si apprestava ad una bella dieta depurativa post Natale, allora ho chiamato il fratello minore, il ventisettenne di casa, quello che ogni tanto fa le sue incursioni su questo blog, l’ho messa in un contenitore e gli ho detto di mangiarla calda con un crostino. Bene, il ragazzo è venuto a casa, l’ha presa e se nìè andata.
Dopo un po’ mi ha mandata un messaggio su wa, in cui mi diceva che era molto buona (no, lui ha usato ben altre espressioni, che non mi azzardo a presentare alle vostre delicate orecchie) e non solo: subito dopo mi è stato mandato un messaggio audio dei suoi amici, tutti entusiasti della zuppa.
Un gruppo di ventisettenni, con tanto di cappelli new era (ho anche imparato questa cosa), con qualche tatuaggio sparso, magari davanti alla play station, che si mangia la zuppa di fagioli e castagne e mi dice pure che è buona.
Miracoli dell’mtc.
Con questa ricetta partecipo all’mtc di Gennaio!
Ingredienti
Procedimento
Prima che sia troppo tardi. Prima che inorridiate al solo pensiero. Prima che le temperature diano il via al fiorire di dolci freschi, con fragole, panna, creme, cose primaverili et similia.
Dovevo postarle.
Gnocchi di castagne con zabaione alla birra e Gruyere e speck croccante.
Non è che mi fosse avanzata della birra e fossi in vena di riciclo. E’ proprio che ultimamente la birra è entrata di prepotenza nella mia cucina (colpa di un libro, al solito).
Capiamoci: non lo faccio a posta.
Arriva l’mtc, la ricetta sempre ben spiegata e io che sto a lì a pensare. Il problema è che mi vengono sempre in mente cose border line. Io lo so, anche questa volta. Continuo a chiedermi se finirò fuori concorso..e però, e però non cambio una virgola: al limite andrò fuori concorso e me la prenderò con me stessa.
“Mamma, nella mia prossima vita voglio essere un Tirannosauro Rex, perché rex vuol dire re”
E io lo sapevo. Se da piccolo voleva fare il dirigente (o il maestro di nuoto), per passare a sognare di essere un faraone prima, e a diventare direttamente Gesù poi, la sua ambizione nel mondo animale non poteva essere che essere quella del tirannosauro rex.
Lo scorso mese ho saltato l’MTC. Prima o poi doveva succedere ed, in effetti, l’astinenza si è fatta sentire.
Quindi aspettavo con una certa ansia il nuovo argomento per questo. E che ti combinano quelle sciagurate della Serena e della raravissiana capessa? Non un piatto ma un ingrediente: la castagna.
Tempo di gelato. Sì perché, sia chiaro, per quanto mi riguarda il gelato non si mangia solo d’estate ma sempre. In ogni periodo e ogni latitudine, giorno o sera, mattina o colazione il gelato ci sta.
Era un po’ che non lo facevo e l’esplosione dei marroni, in bellissima vista sugli scaffali della mia fruttivendola mi ha fatto venire in mente che io, io quoque, non avevo mai unito la passione per il gelato con quella per le castagne.
I libri di Claudio Martini Editore sono davvero molto belli. E non lo dico perché Claudio è un caro amico, conosciuto in occasione di questo bellissimo contest (vi invito a guardare tutte le ricette in gara perché alcuni post erano davvero da incorniciare)…lo dico perché sono libri che ti danno sempre qualcosa in più della semplice ricetta. Raccontano storie, passioni, tradizioni arte e, anche. ricette. Ma non solo.
Ho passato una piacevolissima serata e di questo devo ringraziare Giustino Catalano. La scorsa settimana mi ha invitato ad un evento, organizzato insieme ad Antonio Stigliano, nella struttura Casette di Campagna. Alle mi richieste di spiegazioni mi ha scritto (testuali parole)
“Si succederanno piatti dello Chef Lucano (Mario DEMURO) con piatti dello Chef Campano (Eduardo ESTATICO)..due talenti. Il primo, Team Leader della Squadra Cuochi Lucana, più volte medaglia d’oro e il secondo, Chef emergente, scrittore di un ricettario di cucina napoletana, primo allievo nel 2008 alla Scuola Alma di Marchesi con encomio pubblico dello stesso. Il tutto abbinato dalla Sommelier Marina Betto a vini e liquori campani e lucani.
Ed ora dimmi che vuoi mancare… ”
Capita, spesso anche per colpa di noi adulti, che i bambini guardino con molto timore qualsiasi appartenente alla polizia, carabinieri & co. !Alzi la mano che, in preda a capricci esasperanti per strada, non abbia mai detto, nel tentativo di calmare le intemperanze di quelli che a buon diritto, in quel caso, sono i figli del coniuge, “se non fai il bravo chiamo il poliziotto, eccolo lì, guarda!”.