Dov’ero ve lo dico fra un po’ di tempo. Con chi, lo saprete nella stessa occasione. A far cosa, ne parleremo sicuramente in maniera molto approfondita e questa è una minaccia!
E dopo questa aura di mistero e curiosità instillata in maniera subdola nella vostra testa (e non dite di no, che non accetto niente di meno che folle curiosità da trattenere per un mesetto o poco più), parliamo di quello di cui vi posso raccontare, ovvero dei dolcetti preparati per quella occasione: dolcetti di frolla ripieni di confettura, con la frolla di nientepopodimenoche Iginio Massari.
La devo smettere. Non si può andare avanti così. E’ già la terza volta in una settimana e sono solo al primo capitolo. Il problema è che devo andare a lavoro e, come la maggior parte dei pendolari (dico pendolari perché tanto muoversi dentro Roma corrisponde ad una viaggio in piena regola), passo il tempo sulla metro leggendo. C’è chi legge i giornali distribuiti gratuitamente, chi i quotidiani nazionali, chi i giornali di gossip, chi ancora qualche libro … io in questi giorni sto leggendo un libro di Massari(tanto per cambiare), “Non solo zucchero” , I volume (perché c’è anche il secondo e si dà il caso che io lo possieda!).
…keeps the doctor away!
“Donne, è arrivato l’arrotino!” Avete presente quella macchina ambulante, generalmente di un delizioso color bianco sporco, che gira in tutte le città, i paesi e le contrade, dicendo, appunto, “donne, è arrivato l’arrotino”? Quella voce riconoscibile a distanza, che invita ad arrotare coltelli o sistemare le macchine a gas? Da piccola (e per decenza non vi dico a quale età biologica corrispondesse il mio “da piccola”) non avevo capito che fosse una voce registrata. Credevo, invece, che quel pover’uomo girasse per giorni interi in tutte le città italiane, guidando e contemporaneamente gridando al microfono.