“Ciao, come va?”
“ Senti, devo lussare un’anca”
“Che cosa??”
“ Devo lussare un’anca”
“ Ma stai scherzando? Che dici?”
“ Di un pollo. Devo lussare un’anca di un pollo. Ho bisogno del tuo aiuto”.
“Tu non stai bene. Sul serio. Io non ci posso credere che mi chieda una cosa così. Ti ricordo che sono un ortopedico”.
“Appunto, ho bisogno del tuo sostegno. Tu sai cosa ho passato”.
“va be, non ti mando a quel paese per decenza. Vado a lavorare”.
Prima o poi finirò per provarlo tutto, il Libro di Ottolenghi-Tamini. Ho già postato diverse ricette del loro libro (per esempio qui e qui), Jerusalem; continuo però a sfogliarlo e a trovare cose per le quali il primo pensiero è: accipicchia, devo farla! E il secondo è: nel weekend vado a comprare tutto e provo.
Sono troppo belle, pur con i loro ingredienti non sempre semplici da reperire, pur con la commistione di gusti che per noi non è immediata. Ma poi le mangi e ogni volta ti innamori di più di questo libro splendido.
Sì, sto diventando un po’ monotona ma è davvero buono, questo piatto. E’ di Ottolenghi, tanto per cambiare. Del suo libro Jerusalem, per rimanere in tema. Fra un po’, me lo porterò dietro in qualsiasi posto, che so, chiuso in valigia, in borsa, in metro. Ah, già lo faccio, è vero.
Ancora una volta Caris mi ha aperto le porte del suo blog per permettermi di partecipare staffetta natalizia di Compagni di Blogger e gliene sono grata. La nostra Tina e Caris prima di me hanno ben spiegato l’iniziativa e, visto che le le mie ricette richiederanno una lunga lettura, mi limitero’ semplicemente a presentarvele. Per questa staffetta ho scelto di presentare la frutta accompagnandola ai formaggi in maniera non del tutto tradizionale, incorporando in ogni preparazione, sia la frutta fresca che quella secca.
Grazie anche a Luciano Pignataro che ha consigliato per l’abbinamento del vino:
“Su questo piatto molto moderno di concezione non è facile scegliere l’abbinamento, dipende in quale direzione vogliamo andare. Forse il Fumin di Anselmet, piccola e solida cantinta valdostana, può essere la giusta soluzione.”
Scarpette rosse…da quando per la prima volta vidi il film “Il mago di OZ” con Judy Garland me ne sono innamorata subito. Luccicanti, femminili, che catturavano lo sguardo su quella strada dorata e che potevano portare dove si voleva. Poi ai tempi di danza classica c’era il balletto “le scarpette rosse”…quanto le ho sognate! Talmente tante da adorare anche quelle a mezza punta (imparagonabili alle punte ma ero ancora piccola), usate per un saggio di fine anno.