E fu sera e fu mattina e la cena della vigilia, passò. Sono finiti quindi i nostri preparativi? No perché subito arriva il pranzo di Natale.
Non ho scoperto il segreto di viaggiare nel tempo e non sono andata improvvisamente avanti. Parlo solo delle tre tavole per il master mtc: quella country è già passata, ora resta òla tavola elegante e il buffet.
Dicevo, nell’ultimo post, che ho la ricetta di biscotti irrinunciabili. Bisogna ringraziare tutti insieme la Martha Stewart, per questi chocolate crinkle cookies: morbidi, fondenti al morso, con una bella crosticina croccante ma molto sottile, che hanno lo spiacevole effetto collaterale di farsi mangiare uno dopo l’altro. E intendo proprio uno- dopo-l’altro.
Tra qualche giorno è Natale. Quest’anno abbiamo voluto ricordare questa festività in maniera un po’ diversa, allontanandoci da casa nostra, per offrire un quadro – sebbene tutt’altro che esaustivo – di alcuni tra i dolci tradizionali natalizi più popolari nel resto del mondo.
Ovviamente abbiamo guardato a nazioni di tradizione cristiana – anche se non necessariamente cattolica – per tracciare un ideale fil rouge che potesse unire paesi culturalmente anche molto diversi tra loro.
Ci piaceva l’idea di mostrare un altro volto del Natale, forse anche solo per dimostrare come il desiderio di festa, intimità e unione sia universale e radicato anche in chi – come molti di noi – dà a questa festività un diverso ma personalissimo e altrettanto profondo significato.
Noi “compagne” di blogger vogliamo augurarvi un dolcissimo Natale, come, dove e con chi decidiate di festeggiarlo.
La prossima settimana, dal 9 al 13 dicembre vi proporremo una staffetta dedicata ai dolci di Natale nel mondo, ognuno abbinato ad un vino dal nostro Luciano Pignataro. Vi aspettiamo.
Di seguito la staffetta:
9 Dicembre:
Francia: Il pain d’epices di Pasqualina
10 Dicembre:
Spagna: il “Roscón de Reyes” di Teresa
Romania: il “Cozonac” di Maria
11 Dicembre:
Regno Unito: il “Fruit cake” di Sara
U.S.A : Il “Persimmon steamed pudding con eggnog” di Daniela
12 Dicembre:
Scandinavia: il “Julekage” di Assunta
Austria/Germania: il “Kouglof“ di Antonia
13 Dicembre:
Cuba: il “Turrón de coco” di Maria Grazia
Russia: “Pryaniki” e “Kozuli” di Rossana
E siamo arrivati a Natale, ovvero quasi alla fine dell’anno (in effetti manca praticamente un mese ma meglio portarsi avanti!). C’è poco da fare: tempi di bilanci sull’anno quasi terminato e progetti per l’anno futuro sono sempre all’ordine del giorno in questo periodo. Non faccio eccezione e fra le tante cose che mi sono accadute, belle brutte e medie, quella di Compagni di Blogger resta una delle esperienze più importanti, per molti motivi: amicizia, collaborazione, discussioni (anche accese , perché no!), prove, fotografie, studi vari , insuccessi ma anche divertimento .. perché questa è stata la cosa più importante. Siamo noi le prime a divertirci in questo gruppo e mi auguro che continueremo a farlo per lungo tempo (e se il numero delle staffette programmate non mi inganna, direi che dovrete sopportarci per un altro po’!).
Meno di un mese a Natale..e il mio conto alla rovescia, quello che faccio tutti gli anni della mia vita, aspettando con ansia il giorno del 25 Dicembre, quest’anno comincia da qui, dall’annuncio di una una nostra nuova staffetta! Sono stata molto felice di sperimentare, provare, discutere di piatti e ricette con le mie amiche e spero che questa atmosfera appartenga a chiunque leggerà i nostri post, per poter ravvivare insieme i momenti più golosi delle prossime festività! Di sorprese ce ne saranno tante, come al solito..anzi, raddoppieranno, quindi non vi resta che seguirci! vi lascio alle parole della nostra Tinuccia!
Si discute, si chiacchiera e lo si fa come al solito ridendo e tanta acqua bolle in pentola.
Mamma mia, di quanta cucina si è parlato, e quante ricette sono passate sotto le nostre mani… quanti discorsi, quante risate e quanto tempo trascorso insieme… Senza tralasciare neanche il discorso “foto”!!!!
Ma si sa… è Natale e tutto è permesso… certo, ancora ci manca un mese, ma noi ci portiamo avanti col lavoro hahahahaha! :D
E lo facciamo per presentarvi, questa volta, una doppia staffetta.
Vi assicuro… è stato un lavoro massacrante in termini di organizzazione, non è stato facile scegliere le giuste ricette per delle feste così importanti!!!!
Rivolgerci alla tradizione o puntare verso l’innovazione… questo il dilemma…subito risolto!!! Entrambe le scelte…
Il menu di natale sarà logicamente un menu completo, si partirà dagli antipasti, si passerà ai primi, ai secondi e per finire alla frutta… e come già detto, avrete ricette che si ispireranno alla tradizione, ed altre che guarderanno all’innovazione…
E il dolce???? Che fine ha fatto il dolce???
Uh!!! Erano veramente troppe le idee e tanta la nostra voglia di proporveli, quindi…
al dolce sarà dedicata l’intera seconda staffetta!
Come ultima cosa, ma non meno importante, diamo il nostro benvenuto a due nuove “Compagnucce di Blogger” Essì, diventiamo sempre più numerosi!!!! Bello!!!!!!!
Antonia e Maria, che gioia avervi con noi!
La nostra cara Sonia ha dovuto prendersi un momento di pausa… in questo periodo è troppo impegnata per la promozione del suo interessantissimo libro!
Vi abbiamo anche dato una fantastica idea per il regalo di Natale… che volete di più!!!! Hahahahaha!:D
Be’, ma adesso bando alle ciance e si parte!!!!!!!!!!!
Come sempre, gli abbinamenti con il vino saranno curati da Luciano Pignataro, http://www.lucianopignataro.it/ (ed anche lui non mancherà di stupirvi con le sue proposte!)
Ecco i calendari!!!!
MENU’ Tradizione/Innovazione
Martedì 4 dicembre
Tradizione
Innovazione
Mercoledì 5 Dicembre
Tradizione
Innovazione
Giovedì 6 Dicembre
Tradizione:
Innovazione:
Venerdì 7 Dicembre
Tradizione
Innovazione
Settimana dedicata ai dolci
Lunedì 10 Dicembre
Martedì 11 Dicembre
Mercoledì 12 Dicembre
Giovedì 13 Dicembre
Venerdì 14 Dicembre
Vi aspettiamo!!!!
Non era prevista, non ci avevo proprio pensato e poi invece mi sono ritrovata a dover organizzare velocemente una breve vacanza: due giorni nelle Marche, destinazione Castel di Lama, paesino nei pressi di Ascoli Piceno. Nelle Marche non ero mai stata (sì…lo so, una vergogna, ancor di più lo dico ora) e il luogo scelto come “fuga” dalla città era un borgo storico. Se c’è una cosa che mi piace, è poter alloggiare in un posto con una storia, con una atmosfera che mi riporti indietro o comunque che mi trasporti in epoche diverse dalle mie e il Borgo Seghetti Panichi è stata una delle sorprese più belle di queste weekend. Dal sito pensavo che mi sarebbe piaciuto.. ma non avrei mai immaginato che me ne sarei innamorata. All’arrivo ci ha accolto Maria Rita Giovannelli, gentile e disponibile che con un bel sorriso ci ha comunicato che la nostra stanza sarebbe stata “la suite blu”. E già qui, considerando che l’azzurro (con tutte le sue declinazioni dal celestino al blu scuro) è il mio colore preferito, il relais ha catturato la mia benevolenza.
Mucche che pascolano vicino alle note rovine romane, una popolana che porta la legna sulle spalle, niente elettricità ma solo la luce delle candele…
No, non sono finita in uno scorcio spazio-temporale di roma antica e nemmeno voi se è per questo. E’ che mi piace andar per mercatini natalizi e girovagare fra bancarelle e paesini, anche se magari non mi compro nulla..ma starei ore a guardare capanne e vetrine natalizie. Cosa c’entra con queste immagini? C’entra, perchè quella non è Roma antica ma il presepe che potete (ancora) trovare nella Cattedrale di San Pietro a Frascati, gioiello dei Castelli romani, dove vado spesso perchè ho la fortuna di abitare non troppo lontano da lì. E’ sempre bello guardare un presepe, e in Italia se ne trovano di tutte le epoche: antico, medievale, rinascimentale, settecentesco.. nei secoli ogni periodo storico ha adattato il presepe e i suoi personaggi al proprio tempo, trasportando la Sacra Famiglia nei propri modi di vivere, nella propria realtà e modi di essere. In questo viaggio attraverso i secoli una cosa rimaneva sempra la stessa: la nascita di Gesù Bambino, il suo essere indifeso ma anche il suo essere luce di speranza. Devo ammettere però che un presepe ambientato nella Roma antica ancora non mi era mai capitato e vale davvero la pena andare a visitarlo. Ne sono rimasta incantata anche perchè è stata una sorpresa! A Frascati c’è (fino al 7 Gennaio) un mercatino natalizio. Impossibile per me resistere quindi, complici qualche ora di tempo libero, siamo andati a visitarlo e mentre guardavano le casette di legno piene di strenne, lo speaker dell’amministrazione ci ha invitato ad andare a visitare il presepe nella Cattedrale…e questo è quello che abbiamo trovato.
E nel mercatino potrete trovare tante cose per riempire le calze della Befana (che credo arriverà di persona insieme a Babbo Natale…parola di speaker!) o tanti oggettini meravigliosamente inutili (Dio solo sa perchè non sono tornata carica di tovaglie che non si stirano e non si macchiano, sciarpe con chiusure gioiello, bouquet di fiori finti, oggetti in legno di tutte le forme e dimensioni, cappelli da elfo e dolciumi di tutti i tipi).
E poi finita l’esplorazione del mercatino, può cominciare quella di Frascati che ogni volta svela piccoli angoli sorprendenti….romani (e non) se siete nei paraggi perchè non approfittate????
Maria Carolina d’Austria, tredicesima figlia di Maria Teresa D’ Asburgo, sposò nel 1768 Ferdinando I di Borbone, per rafforzare l’alleanza austriaca con la Spagna, governata dal padre di Ferdinando, Carlo III. In realtà ne lei era la sposa designata (doveva essere la sorella maggiore, che morì prematuramente di vaiolo) ne lui doveva essere l’erede al trono essendo terzogenito ma una serie di circostanze sfortunate li portarono alle nozze: lei bella, colta, raffinata e figlia di una delle donne con più senso politico della storia, lui con un’educazione rozza, poco curata, non bello (per il suo naso a forma di bolla era famoso per essere chiamato Re Nasone), abbastanza indolente ma di buon senso. Oggi diremmo una coppia malassortita, che ebbe però 18 figli (di cui solo 7 viventi) e che portò numerose riforme nel Regno (come la revoca del divieto delle associazioni massoniche), seguendo l’inclinazione di Maria Carolina verso l’Assolutismo Illuminato.
Maria Carolina prese in mano le redini del Regno, soprattutto dopo la nascita del primo figlio maschio (una clausola del Matrimonio, voluta da Maria Teresa, prevedeva che la regina entrasse nel consiglio di Stato dopo la nascita dell’erede al trono) . La Regina viene anche considerata una femminista ante litteram, essendo la promotrice del Codice Leuciano, in cui si prevedeva grande attenzione al ruolo della donna, tanto da sancirne l’uguaglianza con l’uomo. Non fu molto popolare, forse perchè il suo scopo era quello di trasformare il Regno in una base nel Mediterraneo per l’Austria o forse perchè tutte le riforme e le leggi non erano per il popolo ma per la sua ambizione.
Perchè vi parlo di Maria Carolina? Perchè questa donna è una figura fondamentale (e inconsapevole) per la storia e la tradizione della cucina italiana e in particolare per la cucina campana e siciliana. Infatti, quando si sposò, Carolina introdusse con insistenza i cuochi francesi, simbolo di eleganza e ricchezza, all’interno della corte borbonica, dando impulso all’ingresso della figura del Monzù nella case di tutti i nobili del regno. Il Monzù (Monsù in siciliano..e ne riparleremo), traduzione dialettale di Monsiuer, era molto più di un cuoco. Aveva un ruolo riconosciuto all’interno della casa, come artista che aumentava il prestigio della famiglia. L’arrivo del Monzù e delle ricette della cucina francese diede avvio alla fusione dei capisaldi della cucina d’oltrealpe con la tradizionale cucina campana e siciliana, con i risultati che noi fortunati possiamo gustare ancora oggi.
La storia dei Monzù è per me davvero interessante. Se penso al Monzù, il primo piatto (o capolavoro che dir si voglia) che mi veine in mente è il Timballo di pasta: ricco, succulento e esteticamente appagante rappresenta benissimo la necessità di stupire gli ospiti di una cena nobile. Ne parlavo poco tempo fa con Luciano Pignataro e gli ho chiesto una ricetta che ritenesse affidabile. Lui mi ha gentilmente inviato una nota di Raffaele Bracale, nota in cui è riportata una ricetta che non mi aspettavo : un timballo (o timpano) di pasta in bianco, senza sugo e con molte verdure, patate e formaggio. Dovevo provarlo e questo è il risultato. Vi lascio la ricetta anche perchè mi sembra adattassima per queste feste di inzio anno. Tra le cose molto interessanti che scrive su questo timpano con ragù di ortaglie, Raffaele Bracale conclude la sua nota con una frase”
“Mangia Napoli, bbona salute! E scialàteve!”
E per me quello “scialateve” è bellissimo!Ha un mondo di significato dietro, come spesso accade alle parole dialettali napoletane! E’ usatissimo nella famiglia di mio padre e lo uso anche io …diciamo che mangiando questo timballo l’espressione più adatta è “mi sto scialando”!
RICETTA: IL TIMBALLO ALLA MANIERA DEL MONZU’ (versione campana)
Ingredienti (per 6 persone)
Procedimento
In una pentola alta unire olio, aglio, carote, patate e zucchine mondate ed affettate. Aggiungere cipolle , sedano, basilico ed una presa di sale grosso. Lasciate stufare il tutto per circa venti minuti.Alla fine unire il macinato, bagnare con una tazza da tè d’acqua bollente e lasciar cuocere per altri quindici minuti; aggiustare di sale e pepe rimestando benissimo. Lessare molto al dente la pasta in acqua salata (pugno di sale grosso) ed aggiungerla allo stufato di ortaglie e manzo cosí ottenuto. Aggiungere i cubetti di salame, rimestare e mantecare a mezza fiamma con due cucchiai di burro ed il formaggio pecorino grattugiato finemente. Verniciare ed ingranire con un po’ di burro e con il pane grattugiato fondo e parete di uno stampo alto a calotta sferica, formare un primo strato di pasta condita ed aggiungete uno strato di fiordilatte o di provola a fettoline; formare un secondo strato di pasta condita,pressare un poco la pasta e spolverizzare di pane grattugiato, aggiungere alcuni fiocchetti di burro ed infornare in forno caldo a circa 180° per 15/20 minuti, lasciare gratinare per qualche minuto prima di servire ben caldo.
Vini: Corposi vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso,Campi Flegrei d.o.c., Taurasi), stappati un’ora prima di usarli, possibilmente scaraffati e serviti a temperatura ambiente (Se Luciano avesse, per il vino, ulteriori suggerimenti sarò lieta di aggiungerli… :D )
E infatti…ecco la proposta di Luciano per il vino : Exultet 2006 di Quintodecimo o il Vigna della Congregazione 2005 di Vigna Diamante!!!!
Qualche tempo fa, nel pieno dei preparativi natalizi, un pomeriggio Albertino ed io eravamo impegnati nell’arduo compito di riscrivere la poesia natalizia, o meglio, lui riscriveva la poesia indicata e io dovevo guardarlo. La Pasionaria, evidentemente presa da spirito intelletualistico, mi guarda con serietà e mi dice : ” Mamma, ora lavoro anche io: mi metto a disegnare”. Prende un foglio e due pennarelli, si siede vicino al fratello e comincia.
Una serata un pò diversa e molto piacevole, quella che ho trascorso al MAXXI per l’ultimo incontro di MAXXI in web, serie di interviste/serate con 10 professionisti, elementi di spicco delle arti contemporanee e della creatività italiana a tutto campo, dall’architettura alla fotografia, dall’arte alla cucina. E il 15 Dicembre l’ospite era Moreno Cedroni, mentore del concetto dell’immortalità del cibo, ovvero della creazione di grandi ricette e della conservazione a lunga scadenza di cibi e aromi.