Questo è periodo, chi mi segue lo sa. E’ il periodo in cui riesco a dedicarmi a uno dei pochi contest cui posso ( e voglio fortemente) partecipare: il contest de Le strade della Mozzarella.
Manifestazione che amo nel profondo, cui sono stata due volte, arrivata in finale una e vinta un’altra…e cui spero ardentemente di partecipare, perché davvero ne vale la pena. E’ lì che ho conosciuto gli chef che ora amo di più, e i pizzaioli che amo di più, oltre al fatto di fare perennemente scorta di mozzarella di bufala campana DOP ogni volta che vado, ma non divaghiamo!
E sono tornata, finalmente. Mi è mancato gareggiare per l’mtc e questo mese sono felice di ritornare fra color che son sospesi a provare la ricetta del mese. E che ricetta. Sempre più contenta di aver scelto Paola (qui, vi ricordo la sua vittoria), considerando che ha proposto quello che per la mia famiglia resta Il primo piatto, quello con la i e la p maiuscole: lo spaghetto al pomodoro.
E’ il caso di togliere le ragnatele da questo blog. Sto facendo fatica, ne è pieno. Ma vediamo che si può fare.
Posso con certezza dire che la vita senza connessione non ha senso, davvero. Ok, un pochino ce l’ha ma quando vedo un pc collegato in rete ormai mi commuovo: io da un mese non ce l’ho.
Il trasloco di casa Planner ha sforato tutta l’indecenza tipica dei normali traslochi. Per motivi contingenti e incontingenti, costrittivi e imbarazzanti, non si possono svuotare i pacchi e fare i lavori necessari (ancora per poco, spero).
Si cucina quello che è possibile e questo ne è un esempio: facile, saporito e primaverile.
A Roma le puntarelle sono un’istituzione. Onestamente non mi sembra che in altre parti d’Italia siano un piatto così “classico” (poi magari sbaglio)..però difficile trovare una famiglia romana che non abbia la sua ricetta per le puntar elle condite con olio, alici, aceto e aglio, con la variante dell’accompagnamento fatto dalle uova sode.
Be, in questa pasta ho voluto rifare il verso a quel contorno.
Chissà se prima o poi il mio trasloco avrà una fine. Mi faccio questa domanda con una intensità che manco a Elsinore hanno mai visto, e la risposta mi sa che è simile a quella di Amleto.
Ingredienti
Procedimento
E’ passata più di una settimana e ancora non ne ho parlato! Ma sono stata molto presa dalla settimana del babà (bella vero?…me lo dico da sola!) e non ce l’ho fatta a far prima! Ma ora non posso più rimandare e devo raccontare quanto sia stato bello e interessante il Salone del Gusto di Torino 2012. Per tanti motivi.
Matrimonio all’italiana è il film che mi ha fatto amare la coppia Loren-Mastroianni. L’intensità di Filumena e Dummì fa entrare nella loro vita come se fossimo lì, spettatori di eccezione delle loro vite, quasi senza schermo davanti. Uno di quei casi in cui il film non delude rispetto alla versione teatrale. Anzi, rispetto alla storia sul palco, il film mostra dei flash back e dei retroscena utili a comprendere i personaggi.
Devo ringraziare una gentilissima lettrice, Carla, che mi ha scritto che le trasmetto la voglia di vivere e di cucinare. Una frase così in questo momento mi fa quasi commuovere. Nella vita di tutti ci sono momenti difficili e io non ne sono certo esclusa, anzi! Negli ultimi 3 mesi è stato difficile respirare. Ora vi posso dire che Albertino ha subito un intervento difficile con una convalescenza altrettanto dura ma ne sta venendo fuori dal vero ometto che è. Non sono io quella che loda a prescindere i propri figli ma se c’è una cosa di cui sono fiera è il suo coraggio nell’affrontare la vita e la situazioni difficili.
Questa pasta o la si ama o la si odia. Non ci sono vie di mezzo. Come per tutte le paste con la frutta (vedi quelle con i fichi, etc etc) il gusto a metà fra il dolce e il salato deve piacere! Detto ciò, questo condimento non me lo sono inventato io! E per di più non era neanche messo su piatto di pasta ma su della pizza fritta. Fatto sta che me ne sono innamorata, e in attesa di una buona ricetta per la pizza fritta (sono fiduciosa!) ho pensato di rifarlo per condirci degli spaghetti.
Lo posso dire ad alta voce? Sì, è arrivata la primavera e sì, comincia a far caldo! Quindi esplosione di colori, fiori, frutta e verdura meravigliosa! Poi c’è anche l’esplosione delle graminacee che mi provoca da sempre un’allergia che 7 anni di vaccino non hanno mitigato, ma questo è secondario. Volete mettere andare in giro con gli occhi rossi e gonfi, che sembra sempre che mi sia pianta tutte le mie lacrime, mentre fuori c’è un tripudio primaverile? Sono soddisfazioni. Poi sono anche allergica agli acari e all’olivo. Perché io valgo.
Oggi è l’8 Dicembre…quindi casa mia si trasforma in una specie di casa di aiutanti di Babbo Natale e si decora tutto, si tirano fuori palline, festoni, candele, coccarde tutto rigorosamente rosso/oro/verde e si fa somma attenzione a che non ci sia una stanza in cui manchi qualche cosa natalizia. Normalmente facciamo anche l’albero..anche se quest’anno non ho idea di come farlo, data la presenza del cucciolo di cui vi avevo parlato!
Ero impegnata a cucinare, dato che avrei avuto ospiti ed ero anche abbastanza rilassata perchè in quel momento i due furfantelli non si stavano picchiando, non si facevano dispetti e non tentavano complicate mosse di kung fu ai danni l’uno dell’altro: stavano semplicemente giocando ognuno per i fatti propri. Ho approfittato cercando di prepare più cose possibili un pò in anticipo per la sera..e neanche mi sembrava vero che non mi chiamassero da circa 10 minuti. Infatti, regolare come un orologio La Pasionaria fa “mammaaaa, mi dai l’acqua??? però lasciamela sul tavolo e non guardare, la prendo io”. Ecco, sono stata ingenua. Io ero contenta che venisse a prendersi l’acqua senza fare storie…così non dovevo neanche allontanarmi troppo dalla cucina. Riempito il bicchiere, l’ho posato sul tavolo, mi sono accertata che lo prendesse e ho continuato a cucinare. Dovevo immaginarlo che non poteva essere così facile.
Dopo 10 minuti di altro dorato silenzio (che, giuro, non mi pareva vero) arriva lei con il suo sorrisetto e mi dice:
“mamma, ho innaffiato il giardino”
L’affermazione, fatta da una bimba di 3 anni, era straordinaria. Ancor più straordianria se consideriamo che noi non abbiamo un giardino. Dopo un mio silenzioso profondissimo mea culpa e un’alzata degli occhi al cielo, le ho chiesto:
“quale giardino?”
” Vieni, che ti faccio vedere”. Mi ha presa per mano e mi ha portato sul luogo del delitto. Il giardino altro non era che il pavimento davanti alla finestra. Poi siccome evidentemente trovava che anche il divano fosse arido, aveva innaffiato anche quello. Non accontendasi di un così piccolo spazio verde, aveva proseguito bagnando tutto il tappeto di fronte al divano. Il fratello, pregustando la molto probabile mega-rimproverata, mi dice (con una grossa punta di soddisfazione) “ha preso le bolle di sapone, ci metteva un pò di acqua e buttava, un pò di acqua e buttava, un pò di acqua e buttava..” Il concetto era chiaro e lo scopo di prendersi il bicchiere d’acqua senza farsi vedere anche. Quindi, oltre a un giardino ben irrigato, avevamo anche un pavimento, un divano e un tappeto pieni di sapone. L’ideale, quando si hanno ospiti.
Abbiamo, o meglio ho, ripulito tutto e poi mi sono ridedicata alla ricetta, che, credetemi, meritava. L’ho presa, dal sito di Luciano Pignataro: come scova ricette buone lui, nessuno!
RICETTA: IL MEZZO PACCHERO CON TOTANI, PATATE E COZZE di Angelo D’Amico
Ingredienti (per 4 persone)
Procedimento
Preparate una salsa di totani: prendete una casseruola, fate un soffritto d’aglio, peperoncino, prezzemolo e adagiatevi subito i totani prima che il tutto possa bruciare. Sfumate con un po’ di vino bianco, lasciate evaporare ed aggiungete i pomodorini tagliati in quattro. Aggiustate di sale q.b e ultimate la cottura. Aprite separatamente le cozze con olio e aglio, sgusciatele e tenetele da parte con la loro acqua. Preparate intanto le patate tagliate a cubetti da sbollentare leggermente in acqua e sale. Adoperate una padella alta ed ampia, spadellate le patate con aglio e timo, aggiungete la salsa di totani, le cozze e mantecate il tutto con i paccheri che avrete cotto al dente. Servite ben caldo guarnendo il piatto con foglioline di timo e qualche cozza.