Non è che sia impazzita e che mi sia data alla presentazione di piatti minimal. Cinque gnocchi nel piatto sono davvero pochi, lo so. Ma noi abbiamo fatto uno gnocchi tour de force, per riuscire a provare tutte le versioni proposte da Anna Rita. Capitemi: tre tipi di gnocchi, di cui uno ripieno, le porzioni dovevano per forza essere, diciamo, moderate.
E allora ecco la seconda versione per l’mtc di questo mese.
Settembre è arrivato e, neanche a dirlo, si ricomincia con l’mtc. Che questo mese ha un tema che per me è peggio di una droga: gli gnocchi.
Io li amo. Ma tanto proprio. E su questo blog ogni tanto fanno capolino.
Quindi l’immensa felicità di sapere che Anna Rita avesse proposto gli gnocchi, neanche la potete immaginare.
Mia suocera, il giorno della Befana, è arrivata a casa e mentre agli altri distribuiva calze e dolcetti, a me ha detto: “questo è per te. Quando l’ho visto ti ho pensato”.
Un cavolfiore viola. Nella busta, c’era proprio un cavolfiore viola. Prima che vi lanciate in battute tipo “uh, un regalo del cavolo” sappiate che è stato graditissimo! Io, un cavolfiore viola, non l’avevo mai trovato! Non dubito che il sapore sia simile a quello classico ma il fascino del colore mi colpisce sempre. Il viola in cucina poi, lo trovo particolarmente chic, se non fosse per l’invasione di patate viola e carote viola dell’ultimo anno nei vari blog in rete.
Tornano Le strade della mozzarella. Ancora una volta, ancora a maggio.
Con chef, giornalisti, blogger tutti riuniti per parlare di lei, la Mozzarella di bufala campana DOC in primis ma non solo.
Mai come quest’anno c’è bisogno di parlare dei prodotti campani, per ridare fiducia ad una terra troppo maltrattata e troppo ricca di prodotti che possono solo essere un vanto per l’Italia.
Il sedano rapa, questo sconosciuto. La leggenda vuole che sia usatissimo dalla brava foodblogger, che ne conosca usi, costumi e tradizioni, lingua d’origine e regime sanitario.
Io invece nulla. Ne avevo solo sentito parlare e quindi avevo catalogato “sto coso strano” fra le meraviglie esotiche. Ed ecco che mia suocera mi regala un sedano rapa e me lo ritrovo nella mia cucina insieme ad una graziosa zucca.
Lo so, da un po’ di tempo se non son titoli lunghi non li vogliamo!
Eravamo rimasti alla versione più delicata delle mie raviole del plin.
Ma non di sola delicatezza vive l’uomo, che in alcuni casi ha bisogno di quel gusto piccante in più!
A casa mia la ‘nduja non manca mai. Sarà che siamo durante le ferie siamo sempre in zone calabre o calabro-confinanti, sta di fatto che la scorta annuale non manca mai.
Cristian, per l’MT challenge di questo mese, ha scelto una ricetta da far tremar le vene ai polsi. O almeno, far tremare le mie vene e i mie polsi. Il fatto è che ha scelto la tiella di riso patate e cozze…piatto di riso quindi. E, tanto per fugare ogni dubbio, il riso e i piatti che ne possono derivare sono estremamente difficili.
Albertino è un tipetto tutto particolare. Sarà anche che vive in una famiglia di insegnanti, presidi, professori..ma il suo vivo interesse per la storia e per la storia antica mi sorprende sempre. Insomma, potergli raccontare, alla veneranda età di 7 anni e 5 mesi, le gesta di Achille e Compagni nella battaglia più famosa della letteratura e trovarlo anche attento e partecipe mi riempie di italico materno orgoglio.
L’autunno non ha fatto neanche in tempo a cominciare che già i funghi porcini sono entrati dentro casa mia (gradito cadeau da parte di mio suocero!). Li adoro, nulla da fare! E comunque vedo che non sono la sola. Posto come punto fermo che il mio motto è “Porcini crudi Uber Alles”, fra i commenti si e’ sviluppata l’annosa questione: cuocere i porcini con olio o con burro?
Quando, durante le ferie, mi sono dedicata allo shopping gastronomico alla Bottega dei Golosi (come vi avevo raccontato qui), ho avuto il piacere di imbattermi in un prodotto per me sconosciuto. Che poi, imbattermi non è esatto: il proprietario del negozio non è solo una persona che vende qualcosa ma il primo appassionato dei prodotti che offre, quindi mentre guardavo di qua e di là mi ha detto “devi provare questo, è una cosa buonissima: te lo regalo”.