Post mammesco..di quelli che esprimono solidarietà e comprensione per le sventurate mamme. In che periodo siamo?? Novembre. Questo vuol dire che, oltre al bellissimo ritorno della zucca, delle castagne, dei melograni e dei caki…dal punto di vista materno c’è il temutissimo ritorno della sindrome del venerdì.
Per me quest’anno non ha fatto eccezione, anzi, è stata puntualissima. Avevo ampiamente sperimentato la sindrome del venerdì con Albertino. Il problema è che ora tale sindrome è doppia, perchè ha ovviamente colpito anche la Pasionaria e quindi quasi tutti i venerdì me la ritrovo fa capo e collo. Se qualcuno si sta domandando cosa sia la sindrome del venerdì, o non ha figli, o li ha ma sono troppo grandi e se lo è scordato oppure è molto, molto fortunato.
Una mamma qualsiasi, con prole compresa fra 0 e 10 anni, sa che se un figlio si ammala, capiterà sempre e comunque di venerdì. Quando il pediatra ha chiuso lo studio da un pezzo. Quando il pediatra ha chiuso il cellulare dal Giovedì precedente. Quando i pronto soccorsi sono più pieni del Luna Park e le farmacie vicino casa non sono di turno. E voi vi domandate: ” e adesso chi diamine me la fa un’impegnativa dell’antibiotico , che tanto lo so che ci vuole quello” ma che se andate in farmacia e lo chiedete al farmacista senza impegnativa quello subito vi dice che state contribuendo a creare dei batteri/microbi e quant’altro super resistenti? Che vostro figlio risulterà immune a tutte le cure per i prossimi vent’anni?
Io non sono certa quella che consiglia di abusare dei farmaci, ci mancherebbe. Parlo solo dell’esperienza spicciola che si articola in: tosse forte, anzi fortissima che impedisce a vostro figlio di stare fermo sul cuscino e a voi di dormire (perchè non si sa come mai ma lui dorme lo stesso), febbre a 39 come valor medio e variabile fra il 38 e il 40 che sembra sia assolutamente refrattaria ai quintali di tachipirina (sudano ma la febbre non scende..mi è capitato anche questo); gola rossa, piena di placche e con due tonsille rugose simili al nocciolo di un’ albicocca (eppure la strada per lo stomaco deve pur essere da quelle parti dato che in condizioni normali mangiano).
Se poi vi aspettate un momentaneo calo della vivacità, in genere capita solo nei momenti veramente critici, cioè sopra il 39 e mezzo. Se solo hanno 39 e 4 possono tranquillamente continuare a urlare, fare capricci e litigare con i fratelli intorno. Voi, piene di preoccupazione (almeno al primo figlio) decidete che non si può aspettare fino a lunedì e andate al pronto soccorso (quello che poi diventerà il solito pronto soccorso). La prima volta stavo lì col frugoletto pieno di tosse, tutta preoccupata pensando alla broncopolmonite (è quello che mi ripetono sempre i nonni “ma non avrà mica la broncopolmonite??” i primi tempi mi spaventavo..ora ho risposte alternative). Tutti i bimbi fanno una baraonda dentro la sala d’attesa che basterebbe la metà. Per di più il brusio è puntualmente aumentato dal televisore che trasmette h24 il Disney channel o i Teletubbies (e qui si potrebbero fare ore e ore di discussione su quel cartone animato: chi lo ha inventato?? Ditemelo, perchè lo voglio guardare in faccia) mentre le infermiere da dietro il vetro ti guardano con aria di sufficienza perchè tu stai lì e chiedi una visita e quelle ti dicono che per queste cose c’è il medico curante (di venerdì alle 22:30 te lo dicono).
Le mamme più esperte le riconosci subito: leggono un giornale, si sono portate acqua, biscotti, qualche Gormita e qualche Cucciolo cerca amici e mentre i figli giocano loro leggono un pò. Magari la visita l’hanno già fatta e aspettano il foglio di dimissione. Esce il dottore di turno che le chiama (sembra che si conoscano, strano…) e prima che lui parli loro cominciano la lista delle cose da fare: antibiotico due volte al giorno 5 ml, aerosol 4 volte al giorno 20 gocce di fisiologica + 4 di broncovaleas+ 20 di Fluibron, lavaggetti al naso con fisiologica e argento proteinato e tachipirina ogni 4 ore. Il dottore annuisce e dice ” Le serve altro?” ” L’impegnativa, grazie”. Tu vedi questa scena e pensi che evidentemente quella ha un bimbo solo con una leggera influenza, mica come il vostro. Poi arriva un tipetto che tossisce come vostro nonno e parla come se avesse una molletta sul naso, con gli occhi lucidi da febbre e un gormita fra le mani. Hummmm..
A quel punto vi chiamano: voi tutte preoccupate entrate immaginando la terribile visita e invece cominciano a chiedervi notizie varie sul bambino dal parto in poi. Con la massima calma vanno da pupo in preda alla tosse, posizionano lo stecoscopio e ascoltano, controllano le orecchie e vedono la gola. La prima cosa che chiedete è “ha la broncopolmonite?” e neanche vi rispondono. La frase che mi sentivo ripetere spesso era “lo tolga dal nido” e tu lì che vorresti dire “perchè, viene lei a tenermelo? è disponibile? Ha una tariffa bassa?” e poi ti dicono di rivestirlo e ti dicono anche di accomodarvi in sala d’aspetto. Dopo un altro paio di visite esce il dottore e ti fa “antibiotico ogni 12 ore, aerosol 4 volte al giorno con 20 gocce di fisiologica, 4 di broncovaleas, ….” E normalmente termina con un “però signora per queste cose c’è anche il pediatra” (aridaje…)
Credo che provino una somma soddisfazione nel pronunciarlo. Fatto sta che tornate a casa e vi accingete a passare un divertentissimo weekend scandito da tutte quelle cose…perchè non potreste uscire neanche volendo, non c’è abastanza tempo fra un aerosol e l’altro. Dopo due o 3 di questi episodi, si impara e si va con un minimo di tranquillità in più..anche se rimane la regola del venerdì e voi sarete in grado di anticipare i nomi dei medicinali dei vostri figli.
Tempo fa, in uno di questi weekend decisamente poco divertenti, chiesi ad Albertino cosa volesse per merenda. “La ciambella” mi ha detto lui. Una bella ciambella morbida morbida con le patate nell’impasto, fritta e zuccherata..sì, l’ideale per le tonsille gonfie! Poi a dirla tutta, avevo le ultime patate violette da finire…e quindi ho provato la ricetta di Adriano, unendo all’impasto le patate violette invece che quelle classiche….buone, consolatorie e pure colorate..sarebbero state perfette nella sala d’attesa del pronto Soccorso :)
RICETTA: LE GRAFFE CON LE PATATE VIOLA
Ingredienti
Procedimento
Mescoliamo il latte tiepido con il lievito e 90gr di farina. Quando sarà gonfio (ca. 40′) uniamo le uova, il sale, lo zucchero e circa 300gr di farina, incordiamo. Aggiungiamo le patate a temperatura ambiente ed il resto della farina, incordiamo poi uniamo il burro appena morbido (non in pomata), incordiamo capovolgendo più volte l’impasto. Se non riusciamo ad incordare, quando l’impasto è diventato elastico. Spegnamo la macchina e copriamo. Dopo 15 minuti facciamo fare 5-6 giri a bassa velocità e copriamo. Dopo 15 minuti ripetiamo l’operazione, copriamo e lasciamo raddoppiare (ca.2 ore).
Rovesciamo sul tavolo, diamo un paio di giri del secondo tipo (prendiamo un lembo, tiriamolo delicatamente verso l’esterno e portiamolo al centro. Prendiamo l’angolino destro e ripetiamo l’operazione. Quando abbiamo completato il giro riprendiamo l’operazione facendo una maggiore pressione al centro e completiamo un altro giro…dovremmo ottenere una mezza sfera tesa), rovesciamo e copriamo con pellicola.
Asciughiamo con carta da cucina e passiamo nello zucchero eventualmente mescolato con poca cannella in polvere (e..per una carica di allegria in un weekend un pò così..tanti zuccherino colorati)
Questa ricetta fila dritta dritta dalla mia cara Fujiko!
La sindrome del Venerdì e le graffe con le patate viola |