Ce li hai sempre lì, a portata di mano, li vedi tutti i giorni. E sempre ti sorprendono. I figli, intendo. Albertino e La Pasionaria crescono. E questo vuol dire che crescono i livelli di scaltrezza nell’inventare le birichinate. Che non so neanche se chiamarle tale, dato che stavolta hanno rischiato seriamente.
Sarà che mi sto facendo prendere dalla lettura di quel capolavoro di gastronomia che è Jerusalem, di Ottolenghi-Tamimi (che, poveraccio, messo dopo Ottolenghi, non viene mai nominato) ma avevo voglia di un piatto ricco di verdure (nell’ordine: peperoni, pomodori e capperi), di mischiare il dolce col salato, di usare il cous cous. Così ci ho pensato un po’ e ho tirato fuori questo!
Scena numero uno: prima mattina
“Mamma, io ero nella tua pancia vero?”
“Sì certo” ho risposto di botto alla domanda fatta da La Pasionaria qualche giorno fa, pensando con tenerezza a lei che faceva il cavallino dentro la mia pancia 8avrei dovuto immaginarlo fin da allora che non poteva nascere che un peperino)
“ma allora lui era nella pancia di papà?” chiede questo indicando il fratello.
“No” rispondo sorridendo a questa ingenuità, “anche lui era nella mia pancia”
“ah” risponde lei mettendo automaticamente la manina sulla mia pancia “humm…grande eh?”