Siamo al 21 Febbraio e nel mio giardino sembra primavera. Non ricordo un febbraio così. Io, che solitamente in questa stagione giro per casa ricoperta da due o tre strati fra pile, maglioni e vestaglia, stamattina ero in giardino, con il sole in faccia e gemme dei fiori sulgi alberi. Senza andare a tentare di capire se tutto ciò sia un bene o un male, ho solo avuto voglia di sedermi lì e mangiare una cosa che si adattasse a questa primavera in anticipo. Ed ecco lì la seconda ricetta che avevo in mente per l’MTC di Eleonora e Michael, che come base aveva il miele.
Humm il tempo è tiranno (e cattivo) e credo che questa è l’ultima che riesco a fare. Credo. Intendo l’ultima torta salata per l’MTC di questo mese che Flavia ha eletto a mese della brisée di Michel Roux, un argomento a mio parere bellissimo.
Prima o poi finirò per provarlo tutto, il Libro di Ottolenghi-Tamini. Ho già postato diverse ricette del loro libro (per esempio qui e qui), Jerusalem; continuo però a sfogliarlo e a trovare cose per le quali il primo pensiero è: accipicchia, devo farla! E il secondo è: nel weekend vado a comprare tutto e provo.
Sono troppo belle, pur con i loro ingredienti non sempre semplici da reperire, pur con la commistione di gusti che per noi non è immediata. Ma poi le mangi e ogni volta ti innamori di più di questo libro splendido.
Passione Brasile, in questa casa, da un po’ di tempo a questa parte.
I mondiali di calcio hanno colpito ancora, direte voi. No, sì, forse. Ma non solo.
In questa casa, da quando è uscito Rio 2, non si vive più. Blu e Joyel sono diventati gli amici inseparabili di Albertino e della Pasionaria. La cosa peggiore è stata che il supermercato vicino casa ha messo, come premi agognati, i peluche dei pappagalli più amati della storia. Quindi mi costringono a una fastidiosissima caccia al bollino, fosse altro per avere il maggio numero di personaggi possibili. Ci dormono insieme, ci fanno colazione e se li portano a passeggio. Ormai il sogno conclamato di tutti, è quello di andare a Rio De Janeiro e perdersi nella foresta amazzonica. Per parte mia, ci sto seriamente pensando. Magari mi perdo in solitaria.
E io non posso che chiamarlo così, questo piatto.
Tutto ha inizio tanto tempo fa, ma proprio tanto. Ero una pischelletta, diremmo a Roma, che si guardava un documentario su Sky. E come sempre accade con i documentari americani, quelli parlano dell’Italia e lo fanno bene. Potrei parlare per ore di quanto mi piacciano i vari programmi /documentari/film sulla cucina esteri e di quanti snobbi quelli italiani ma lasciamo perdere che finirei per creare una luuunga polemica.
Topinambur, questo sconosciuto. Confesso: non l’avevo mai mangiato prima, questo tubero che sa di carciofo, mentre tutto il mondo ne decantava le meraviglie. Non è che avessi deciso di utilizzarlo a tutti i costi è solo che, volendo provare lo strudel salato per l’MTC di questo mese (dopo quello dolce) e non avendo grandissime idee, avevo deciso di andare dalla mai fruttivendola (aka spacciatrice) di fiducia e di lasciarmi ispirare da quello che avrei trovato.
Non sono mai stata in Sardegna e so che una carenza notevole. Non mi preoccupo di aver perso i luoghi “mondani e ben frequentati”: pur bellissimi, mi sembrano riservati ai turisti più che ai sardi.
Mi manca aver visto quei paesaggi riportati indietro dalle foto di mio padre, dune candide, abbaglianti per il loro candore, contrapposte al blu intenso del cielo del mare. Mi mancano i paesi rimasti ben ancorati a quelle tradizioni di secoli, il lato selvaggio della Sardegna, mi manca quella lingua, diversa e a tratti incomprensibile.
E’ passata più di una settimana e ancora non ne ho parlato! Ma sono stata molto presa dalla settimana del babà (bella vero?…me lo dico da sola!) e non ce l’ho fatta a far prima! Ma ora non posso più rimandare e devo raccontare quanto sia stato bello e interessante il Salone del Gusto di Torino 2012. Per tanti motivi.