Sono di origine campana e ne ho sentite, viste e mangiate di tutti i colori. Parlo della pastiera, naturalmente. Perché se i miei amici di Napoli e dintorni tendono a considerare la pastiera come loro dolce, se qualcuno avesse detto a mia nonna, Cilentana DOC di Sapri, in provincia di Salerno, che la pastiera originale era quella di qualcun altro e non la sua, avrebbe avuto una risposta significativa in cambio.
Fatta la piadina salata, volevo fare il crescione di Tiziana, sempre per la sfida dell‘MTC di queto mese.
Il fascino della piadina dolce e ripiena, il tema del cibo nautrale, fatto in casa, mi hanno sedotta e non abbandonata.
Cannoli siciliani. Basta o no, solo il nome, a evocare mugolii di soddisfazione, occhi sognanti, e sguardo perso? Troppo poco? Forse sì.
Che poi le discussioni sono infinite: ma ci va o no la cioccolata? E l’arancia candita? E la zuccata? Vuoi dirmi che non metti il Cedro?
Passato un buon Natale con famiglia, bambini, persone care a tanto buon cibo? Sì??
Bene, ne sono contenta! Qui, in casa Planner, si è festeggiato l’ultima vigilia nella vecchia casa e ora siamo entrati nel vortice del trasloco. Ebbene sì, ci si trasferisce in una nuova casa. Scelta bucolica, casa fuori città con grande giardino per vedere la piccola di casa correre stile figlia minore della sigla de “La casa nella prateria”. Scatole di varia dimensione mi aspettano a braccia aperte. Prossimamente su questi schermi.
Loro, le ricce, son le mie preferite. Soprattutto calde, col guscio croccante e quel ripieno morbido e ricco mangiato tante volte in mezzo alla strada perché non potevo aspettare di arrivare a casa. Le frolle non le vedevo nemmeno se c’era una riccia una giro. Le ho scoperte dopo, con gli anni (ehhh..la vecchiaia porta saggezza, almeno limitato a questo caso).
Ogni tanto i miei hanno il potere di smontare tutti i miei entusiasmi culinari.
Avevo tutto il tempo, tutta la voglia e (quasi) tutti gli ingredienti per preparare ciò che avevo in mente per Pasqua (che come al solito avrei trascorso all’amatissimo paesello paterno, Sapri-ultimo paese della Campania-ndr) quando mio padre, in piena telefonata di prima mattina, quella fatta per sapere come stesse Albertino (sceso precedentemente con loro), mi apostrofa con un “non fare dolci, non fare niente, che qui non possiamo mangiare tanto e basta”. Nessuna possibilità di appello.
Avevo già adocchiato questi dolci fatti da Rossella su Gennarino tempo fa e finora non avevo avuto modo di provarli. Il giorno prima della Befana, invece, mi si sono messa di impegno: dovevo fare un dolce e volevo provare proprio quello. Dopo tutta la Francia presente nelle ultime sperimentazioni (vedi croissant, macaron e Creme Brulée) volevo un dolce tradizionale, neanche tanto conosciuto, di quelli di cui ti vai a ricercare le origine e sapori sconosciuti …un po’ come per le Pastuccelle o per la Cassatelle di Agira (che tra l’altro, guarda caso, sono sempre della stessa autrice !!!) .
Per me il bello della cucina è proprio questo: passare da un dolce complesso nella preparazione e nel sapore ad un dolce prettamente di casa. Da mangiare seduti attorno ad un tavolo con il bicchiere di vino da finire, mentre si spilucca frutta secca o cioccolatini messi in un piatto, senza troppi convenevoli.
Le cassate di ricotta ragusane mi davano proprio questa idea..e poi, lo confesso, non erano affatto scevre dal “trucco” del pasticcere: la coroncina di pasta necessaria a tenere in piedi l’architettura era un piccolo capolavoro inventato dalle nonne che volevo verificare. E funziona, posso dirlo!!!!
Devo però fare ammenda: ho fatto metà impasto, per provare..e alla fine mi sono ritrovata senza un grammo di pasta in più, per fare le crocette che tanto mi piacevano! Quindi le mie cascatelle sono orfane di decorazione!! Motivo in piì per rifarle con la dose indicata! AH…quanto è bello, ogni tanto, fare un bell’impasto con lo strutto…lo posso dire?????
Una nota: l’impasto è una cosa viva che dipende da tanti fattori, dalla farina usata, dalla qualità, dall’umidità, dalla temperatura etc etc. Nel mio c’è stato bisogno di un po’ di vino bianco in più e di un paio di cucchiai di acqua gelata!
Ingredienti
Procedimento
Notes
al tempo totale va aggiunto il tempo di riposo della pasta