Vi ho detto che sono arrivata in finale a Le strade della mozzarella con la mia Brioche? Che sono andata a Napoli, ho visitato il Mulino Caputo, visto farine, ascoltato le spiegazioni insieme agli altri finalisti? Che sono arrivata al secondo posto pari merito con Cristiana e che sono ritornata a casa con una madia in legno del Mulino Caputo, oltre le mozzarelle di bufale e le sfogliatelle ricce..ma va be, è un dettaglio? Che alla metro di Roma i militari mi hanno fermata perché volevano sapere cosa trasportassi..e non vi dico la scena.
In principio era l’aperitivo. Stuzzicante per l’appetito, nato a Torino, diffusosi poi in tutta Italia, era una cosa da bere, una bevanda da guardare, una tradizione da vivere.
Era bello, l’aperitivo. Era longevo, durava in Italia da due secoli. Ma la vita è ingiusta e l’aperitivo ha dovuto cedere il passo. Già, ma a cosa?
Dopo l’abbuffata di pan di Spagna che mi sto facendo solo a guardare la pagina degli sfidanti dell’MTC di questo mese (dove io sono il terzo giudice che ha proposto, in modo del tutto incosciente, i Pan di Spagna come argomento della sfida), ho deciso che avevo voglia di lievitati. Insomma, non potevo mica stare a guardare.
Sono di origine campana e ne ho sentite, viste e mangiate di tutti i colori. Parlo della pastiera, naturalmente. Perché se i miei amici di Napoli e dintorni tendono a considerare la pastiera come loro dolce, se qualcuno avesse detto a mia nonna, Cilentana DOC di Sapri, in provincia di Salerno, che la pastiera originale era quella di qualcun altro e non la sua, avrebbe avuto una risposta significativa in cambio.
“Senti sorè, ma una bella cheesecake, come quelle che fanno a New York, non la potresti fare per me e i miei amici, che la mangiamo a capodanno?”
No, non è che mio fratello si voglia portare avanti con le richieste, in leggero anticipo sui tempi. In realtà, questa è stata la richiesta di circa un anno fa (per il 31 Dicembre 2013, per la precisione).
Di cheesecake se ne vedono e se vedevano tante, però il “come fanno a New York” mi mise in crisi. La caratteristica era precisa.
Giusto in corner, questo mese. Siamo praticamente agli sgoccioli e riesco solo ora a pubblicare la ricetta per l’mt challenge, dedicato ai canederli proposti da Monica.
Intanto, fresca di un viaggio in Alto Adige, i canederli sono cose per noi provate di recente. Però, c’è un però, erano almeno un paio di anni che non li cucinavo io. E questo è male! Decisamente male. Quindi grazie a Monica per avermeli fatti ricordare.
Girovagavo, al solito, su qualche sito francese di pasticceria. Gira che ti rigira, ad un certo punto mi sono bloccata: era lei. Dovevo averla. Non era difficile, anzi, ma gli ingredienti e la consistenza non potevano che dare luogo ad un dolce che mi avrebbe lasciato in pieno deliquio.
Voi capite: crema di marroni, cioccolato e nocciole. Fatemi morire qui e subito, è stato il mio pensiero.
Ce li hai sempre lì, a portata di mano, li vedi tutti i giorni. E sempre ti sorprendono. I figli, intendo. Albertino e La Pasionaria crescono. E questo vuol dire che crescono i livelli di scaltrezza nell’inventare le birichinate. Che non so neanche se chiamarle tale, dato che stavolta hanno rischiato seriamente.
E’ scoppiata l’estate. Non so se in anticipo o in ritardo. Sta di fatto che due settimane fa c’era un fresco inimmaginabile, qui a Roma, in pieno maggio. E oggi La Pasionaria ha appassionatamente (nomen omen) sguazzato nell’acqua della nuova piscina gonfiabile. Immaginavo che sarebbe passato un bel po’ di tempo prima di inaugurarla, invece lei, proprio oggi, ci ha tenuto a mostrarmi, in ricordo dei bei vecchi tempi estivi, il “tuffo a bomba, mamma, il tuffo a bomba”, con tanto di spruzzata sulla maglia. E che dire del “ ti faccio ciao con la mano, mentre vado giù”? Roba estiva che di più non si può!
La Pasionaria era un po’ inquieta l’altro pomeriggio. Portava in giro il suo peluche preferito del momento, ovvero Scrat, l’unico e inimitabile scoiattolo de L’era glaciale 1, 2, 3, 4 (andrebbero visti tutti e quattro solo per le sue avventure).
A un certo punto, mi si è piantata davanti e mi ha detto: “lo vedi? E’ sciupato. Non trova ghiande, in questa casa”.